Domenica 6 Ottobre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Foti (Fratelli d’Italia): "Se si continua così non possiamo votare il bis di von der Leyen"

Il capogruppo meloniano alla Camera: nessuno può ritenersi indispensabile "Sordo e cieco chi continua a snobbare la volontà degli elettori europei".

Foti (Fratelli d’Italia): "Se si continua così non possiamo votare il bis di von der Leyen"

Foti (Fratelli d’Italia): "Se si continua così non possiamo votare il bis di von der Leyen"

Roma 7 luglio 2024 – "Di indispensabili a questo mondo non ce ne sono tanti. Se Ursula von der Leyen ritiene di essere la migliore interprete dei risultati usciti dalle urne, presenti un programma all’altezza del voto di giugno". Se è preoccupato per l’andamento della trattativa per le posizioni di vertice nell’Unione europea, lo maschera benissimo. Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, non le manda a dire alla presidente uscente della Commissione che punta al bis: "Nessuno va con il cappello in mano a chiedere di essere rispettato perché riteniamo che un’equa e giusta considerazione all’Italia spetti di diritto".

Significa che, allo stato attuale, FdI voterebbe contro la presidente uscente?

"È evidente che se vogliono andare sulla strada tracciata nel recente Consiglio europeo, snobbando l’indicazione data dai cittadini nelle urne, con gli europei che hanno clamorosamente bocciato Macron e Scholz, vuol dire che sono sordi e ciechi e vanno a sbattere".

Con una bocciatura di von der Leyen quale scenario si apre?

"Il problema non è von der Leyen o Leyen von der: il punto è cosa propone chi si candida a quel ruolo".

L’addio degli spagnoli di Vox all’Ecr, gruppo in cui sta FdI, è un vantaggio o uno svantaggio nella trattativa?

"È assolutamente ininfluente. Né il fatto – per me improbabile – che Ecr possa perdere lo scettro di terzo gruppo in Parlamento cambia le carte in tavola".

Dopo il successo del G7 in Puglia, sembrava che Giorgia Meloni dovesse dare le carte in Europa. Cosa è successo? Perché è finita nell’angolo?

"A me pare che siano all’angolo quelli che pensano di essere al centro del quadrato. Come i pifferai di montagna partono per suonare e rischiano di finire suonati".

Le manovre dei patrioti di Orban mettono a rischio il ruolo della leader di FdI nella destra continentale?

"La destra è una cosa, altre formazioni che vengono catalogate secondo una geografia locale come di destra, non è detto che lo siano".

A proposito: ha fatto bene Orban, presidente di turno dell’Unione europea, a incontrare Putin?

"Quando si rappresenta l’Unione europea bisognerebbe assumere iniziative quanto meno concordate con la stessa".

Non è un limite anche contrattuale per il governo il fatto che le tre forze che lo compongono – FdI, FI e Lega – abbiano posizioni radicalmente diverse in Europa?

"Mi pare che quando abbiamo votato sui punti qualificanti della politica estera l’abbiamo fatto nello stesso modo. In Europa valgono le posizioni che si assumono: sarà divertente, piuttosto, capire come voteranno quelle formazioni del ’campo minato’".

Cioè il centrosinistra.

"Appunto, il campo minato che quando deve votare in politica estera assume posizioni diverse, che ricordano la vecchia schedina del Totocalcio: 1, x, 2".

Tornando alla maggioranza, le divisioni coltivate a Bruxelles sembrano riversarsi anche nel nostro Parlamento: Salvini si smarca spesso.

"Anche in Italia, come in Europa, valgono i voti espressi sui provvedimenti. E su quelli non mi sembra che la Lega si distingua dagli altri partiti".

Non c’è il rischio di un Papeete parte terza? Certe posizioni non possono essere il preludio di una crisi di governo?

"Può essere un’aspirazione di quei pochi che fanno novene perché cada il governo Meloni. Ma se gli auspici di queste persone avessero un qualche fondamento, riavvolgendo il nastro dei film precedenti, sconsiglierei loro di andare avanti".

Vede rimpasti sullo sfondo?

"Mi pare che Giorgia Meloni, cui compete l’onere di guidare il governo, sia l’unica che può decidere: più volte ha ripetuto che squadra che vince non si cambia".

Si staglia all’orizzonte il referendum sull’Autonomia: inviterete all’astensione?

"Andiamo per gradi: vediamo intanto cosa dice la Corte costituzionale. Non è detto che l’ammetta".