Dove vuole andare Forza Italia? È la domanda che molti si pongono nei palazzi della politica. Dopo aver ottenuto un positivo 10% alle Europee, per Forza Italia si è aperta una fase in cui il proprio peso strategico è aumentato. Il partito è diventato ancora più determinante dopo la scelta di Meloni di votare contro il bis di Ursula von der Leyen poiché Forza Italia resta l’unica forza al governo in patria e in maggioranza nell’Unione europea. È un patrimonio che si può far valere con gli alleati.
Ciò spiega anche il rinnovato interesse di Marina e Pier Silvio Berlusconi per le sorti del partito: hanno compreso di aver in mano una pedina importante per gli equilibri politici ed economici del Paese. Di qui la richiesta di ricercare nuovi volti per dare continuità e futuro al partito e la pressione su Tajani affinché al governo assuma una postura più assertiva e centrista. L’apertura fatta dal partito sullo ius scholae come metodo per il rilascio della cittadinanza ai figli di immigrati, di cui si discute in questi giorni, rientra in questa nuova strategia. Lega e Fratelli d’Italia, per cui il contrasto all’immigrazione è un cavallo di battaglia fondamentale, non possono accontentare Tajani. Tanto che il leader di Forza Italia si spinge a discuterne con l’opposizione per un eventuale iter parlamentare della proposta. Se Forza Italia andasse fino in fondo, votando con l’opposizione sul tema, metterebbe a serio repentaglio la sopravvivenza del governo ed è dunque improbabile che si spinga tanto in là.
Tuttavia, il partito azzurro manda attraverso queste prese di posizione un messaggio chiaro a Meloni e Salvini: Forza Italia è tornata al centro e pretende di essere centrale nel programma di governo. La tensione con i sovranisti è destinata ad aumentare anche se per ora non fino al punto di rottura, mentre Tajani potrà mostrarsi a Bruxelles come l’unico interlocutore moderato e affidabile della Commissione.