Venerdì 27 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Berlusconi, il politologo Vassallo: "Il futuro di Forza Italia? Non sarà con Renzi"

Il direttore dell’Istituto Cattaneo: ritorno a un partito unico, ma gli elettori azzurri non si faranno ammaliare dal Terzo polo alternativo a destra e sinistra"

Silvio Berlusconi

"Non è un’idea per l’oggi. Ma se il Partito repubblicano è inteso come partito unico del centrodestra, con Giorgia Meloni come baricentro, allora un domani può essere plausibile". Il politologo Salvatore Vassallo, direttore dell’Istituto Cattaneo, dubita invece delle velleità terzopoliste che aleggiano sul futuro di Forza Italia.

Professor Vassallo, in attesa che il Cavaliere torni dalla convalescenza, il dopo Berlusconi forse è iniziato politicamente quando Meloni ha tirato diritto sull’elezione di La Russa alla presidenza del Senato...

"Quelle incomprensioni sembrava si fossero risolte. Ma se dovessi dire guardando le cose in prospettiva, il dopo Berlusconi è iniziato già nel 2013, quando il Cavaliere avrebbe potuto decidere una successione passando di mano la leadership del centrodestra. Ritenne che senza di lui l’equilibrio si sarebbe rotto, anche se era chiaro che non avrebbe potuto continuare indefinitamente e sarebbe emersa una nuova leadership non scelta da lui. Che infatti è arrivata con un percorso autonomo. Oggi discutiamo di cosa sarà di Forza Italia. Ma Berlusconi è Berlusconi perché ha creato il centrodestra. La vera successione è la successione alla leadership, in questa fase si è già realizzata".

E Forza Italia invece?

"Quello che sappiamo dai dati è che mentre l’elettorato delle opposizioni è segmentato e diviso, per cui tra gli elettori Pd non c’è simpatia né per Calenda né per Conte, quello del centrodestra è omogeneo. Potrebbe accadere che l’elettorato di Forza Italia mantenga un legame affettivo col simbolo a prescindere dal ruolo di Berlusconi. Ma non si può escludere che si rivolga ad altri leader del centrodestra".

Perché non a Renzi, che lo stesso Cavaliere aveva ipotizzato come successore?

"Non abbiamo dati. Ma sulla base dell’esperienza penso che, quale che sia la ridefinizione della leadership, non è plausibile che l’elettorato di Forza Italia cambi campo".

Niente praterie moderate, insomma, di cui va in cerca la costituente centrista?

"Quest’idea che gli elettori di Fi siano tanto più moderati degli elettori di FdI e Lega non trova tanto riscontro nei dati".

Quindi il Partito repubblicano di cui si fa un gran parlare come andrebbe inteso?

"Non è un’idea per l’oggi. Ma se un domani l’azione del governo risultasse convincente per l’elettorato di centrodestra potrebbe diventare plausibile un ritorno all’idea originaria del Pdl. Se il Partito repubblicano è inteso come partito unico del centrodestra, che però questa volta abbia come baricentro Meloni, allora non è nelle cose ma è plausibile. Se invece è una cosa che sta in mezzo ai due poli per attrarre una quota di consensi nell’intento di scardinare di nuovo la dinamica bipolare, mi sembra molto più improbabile. Non vedo il collegamento con l’evoluzione di Forza Italia anche senza Berlusconi".