Domenica 22 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Dimissioni del ministro Fioramonti: "Al governo sarebbe servito più coraggio"

L'attacco di Dadone (M5s): "Chi ha coraggio non scappa". Italia Viva: "Per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento"

Lorenzo Fioramonti si dimette (Imagoeconomica)

Roma, 26 dicembre 2019 - "Sarebbe servito più coraggio da parte del Governo". Il ministro dell'Istruzione dimissionario, Lorenzo Fioramonti, spiega su Facebook le ragioni della sua rinuncia. "Più coraggio per garantire quella 'linea di galleggiamento' finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l'università e la ricerca - dice Fioramonti -. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c'è la volontà politica".

L'ex ministro assicura: "Il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà come parlamentare della Repubblica Italiana". Il deputato del Movimento 5 stelle chiude rivolgendosi ai giovani: "Alle ragazze ed ai ragazzi che fanno vivere la scuola e l'università italiana chiedo di non dimenticare mai l'importanza dei luoghi che attraversano per formarsi, senza arrendersi alla politica del 'non si può fare'". "Come diceva Gianni Rodari, dobbiamo imparare a fare le cose difficili. Perchè a volte bisogna fare un passo indietro per farne due in avanti", conclude Fioramnonti.

La decisione di abbandonare - come ha chiarito lo stesso ex ministro - era stata comunicata al premier Giuseppe Conte la sera del 23 dicembre, mentre la Camera era impegnata nell'ultimo via libera alla manovra. Il ministro negli ultimi mesi aveva più volte minacciato un passo indietro se i fondi per scuola e università fossero scesi sotto la soglia dei tre miliardi. "Dopo una serie di esecutivi che hanno tagliato sull'istruzione, non mi posso accontentare di un governo che smette di prelevare soldi dal Miur. Bisogna investire e con forza", aveva detto il politico Cinquestelle ai quotidiani, quando la discussione sulla legge di Bilancio ancora doveva entrare nel vivo. 

M5S: FIDUCIA A CONTE - Intanto fonti del M5s rassicurano sull'esecutivo. "Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l'istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c'è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell'istruzione, la scuola non può aspettare", sottolineano.

Silvestri: "Io via dal Movimento? Qui si gioca a tombola coi nomi"

Anche il deputato pentastellato Francesco Silvestri rinnova la fiducia a Conte e si affretta a smentire le voci che lo vedono pronto a confluire in un nuovo gruppo con Fioramonti: "In questo bel clima di tombola oltre ai numeri a caso pare escano anche i nomi, ma non per questo permetto che il mio venga tirato in ballo in questo modo". Smentisco categoricamente qualsiasi ipotesi mi veda lontano dal Movimento 5 stelle".

Dadone (M5s): chi ha coraggio non scappa

Critiche a Fioramonti arrivano dai colleghi. Duro l'affondo di Fabiana Dadone (M5s), ministro per la Pubblica Amministrazione. "Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche - incalza Dadone - Se hai coraggio, non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso). La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità". 

Italia Viva attacca Fioramonti

"Se veramente ci si vuole battere per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento non all'estero - attaccano Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura a Camera e Senato -. In quattro mesi questa maggioranza ha votato un decreto scuola, con 50 mila assunzioni e risorse. Non è quanto volevamo, ma nella legge di Bilancio, di risorse per l'istruzione, ci sono. Tutto questo grazie ai parlamentari di maggioranza, perché di contributi del Miur ne abbiamo visti pochi e soprattutto non abbiamo mai visto il Ministro".