Roma, 23 aprile 2023 - Sul 25 aprile "spero che Giorgia Meloni colga questa occasione per dire senza ambiguità e reticenze che la destra italiana i conti con il fascismo li ha fatti fino in fondo quando è nata An". Lo ha detto Gianfranco Fini nel corso della trasmissione 'In mezz'ora in più' su Rai 3. L'ex leader di Alleanza Nazionale è entrato sul tema della festa di liberazione, al centro del dibattito politico dopo gli scivoloni dialettici che hanno coinvolto alcuni esponenti di Fratelli d'Italia.
"Ancora una volta abbiamo un 25 aprile di divisione, all'insegna delle polemiche e delle risse per fortuna solo verbali - ha detto Fini -. Tutti si devono chiedere perché e fare quello che possono per evitare che nei prossimi anni si sia nelle stesse condizioni. Deve farlo soprattutto la destra che oggi governa forte di un voto indiscutibile".
Vendola e il 25 aprile: "Vittime e carnefici sono diversi"
Poi l'affondo sulla destra e a Giorgia Meloni: "La destra riconosca il valore dell'antifascismo e la sinistra la smetta di avere la paternità esclusiva della resistenza: nella resistenza c'erano anche uomini di destra. Mattei era un partigiano. Giorgia Meloni dica, perché so che ne è convinta, che libertà, uguaglianza sono valori democratici, sono della costituzione, sono valori antifascisti: non capisco la ritrosia a pronunciare questo aggettivo. La capisco ma non la giustifico. Fratelli d'Italia dica che si riconosce nei valori antifascisti oggi come An ieri".
Fini ha anche parlato del tanto discusso termine pacificazione: "Pacificazione non vuol dire parificazione. Pacificare vuol dire avere una memoria condivisa di quello che abbiamo vissuto. Occorre essere intellettualmente onesti. Ricordo Vittorio Foa, antifascista poi senatore del Pci che in una circostanza disse a un senatore del Msi, Pisanò che i morti vanno onorati tutti ma i vivi erano diversi. Tutti i caduti per i loro valori vanno onorati ma si deve saper distinguere anche quale era la parte giusta e quella sbagliata".
Immigrazione
Sull'immigrazione "dico che bisogna aumentare il numero di coloro che entrano regolarmente in Italia", e questo sta scritto nel Def, "ma poi bisogna farlo", incalza Fini. “Ma mi faccia anche dire qualcosa che mi differenzia totalmente dall’attuale governo: ci preoccupiamo di chi può entrare e altrettanto del fatto che la natalità sta scemando, ma vogliamo finalmente preoccuparci di come si diventa cittadini italiani?".
E aggiunge: "Rivendico personalmente pochi meriti, ma Alleanza nazionale, che era un certo tipo di destra, ha presentato proposte di legge per lo Ius scholae: un ragazzino che nasce qui, che parla ormai il dialetto, non solo l’italiano, che ha frequentato il ciclo scolastico almeno fino alla terza media, deve poter diventare cittadino italiano molto prima del 18esimo anno di età".