Giovedì 13 Febbraio 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

Fine vita Il governo frena

Alt del dipartimento della Famiglia: "Non è una materia regionale" .

Un cartello appeso a una ringhiera a favore del testamento biologico

Un cartello appeso a una ringhiera a favore del testamento biologico

La maggioranza alza gli scudi della disapprovazione sul fronte della legge sul fine vita approvata invece ieri dalla Regione Toscana e che ora vede un fronte di altre regioni che promettono di fare altrettanto o – quanto meno – di recuperare in modo diverso (è il caso del Veneto), quanto respinto a maggioranza in consiglio solo un anno fa. Per la Toscana, al momento, non sembra esserci all’orizzonte quanto accaduto nel 2024 in Emilia-Romagna quando, reggente Stefano Bonaccini, l’Esecutivo impugnò una delibera regionale sul tema mandando la questione su un binario morto. Ora c’è anche la Sardegna che punta a fare una legge sul tema mentre la Liguria ha avviato un iter legislativo simile. Umbria e Basilicata sono ripartite da zero dopo le elezioni, ma promettono di riprendere l’argomento, mentre nel Lazio, in Abruzzo e nella Valle D’Aosta si attende l’avvio di un dibattito sul tema. Infine, in Campania e Calabria l’attesa si protrae da un anno a causa di veti incrociati nei rispettivi consigli regionali.

Il tema è sentito dalla popolazione, tanto che ieri il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha spiegato il senso della decisione del consiglio di Palazzo Sacrati Strozzi; "La Toscana come la Svizzera? No, ritengo che la Toscana abbia fatto un servizio ai suoi cittadini. Sono state fissate regole eque, precise, obiettive". Però la Toscana è riuscita laddove il Veneto ha fallito. E il presidente Zaia è deciso a non mollare, stavolta affidandosi ad un regolamento da approvare in giunta, così da eludere il voto a Palazzo Ferro Fini, anche se la soluzione più auspicabile, per Zaia, resta quella di un intervento del legislatore statale. "Ho chiesto di muoversi in questo senso ai tecnici della Regione", perché dopo la sentenza della Corte Costituzionale e la legge approvata dalla Regione Toscana sul fine vita "non si tratta di fare una legge, ma di codificare con dei regolamenti i comportamenti da seguire". In Veneto già sette persone hanno richiesto il suicidio medicalmente assistito, tre hanno avuto il via libera dal comitato etico e due hanno esercitato il diritto. "Siamo in un Paese democratico – ha proseguito ieri Giani – noi abbiamo delle regole e la lettura di principi costituzionali spetta alla Corte Costituzionale, la Corte ha dato delle indicazioni su cui il legislatore nazionale è bene agisca con una legge. Poi se, in questa fase transitoria, noi potremo o non potremo avere legittimità rispetto al provvedimento che abbiamo fatto, lo deciderà la stessa Corte. In questo, il nostro legislatore, il Parlamento non è la prima volta, spesso anzi, è stato recalcitrante".

E ‘recalcitrante’ è senza dubbio un eufemismo. Sono dieci le proposte che riguardano il fine vita e che risultano depositate in Parlamento, ma alla Camera e al Senato non risultano passi in avanti recenti. Il gruppo Avs alla Camera vanta due proposte in materia, mentre al Senato ha depositato il Ddl su ‘Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita’ nel dicembre del 2024 e l’esame è in corso in commissione. Il Pd ha presentato due proposte a Montecitorio e una in Senato, mentre il M5s ha due proposte, una al Senato e una alla Camera.

Resta ancora una proposta, quella di Riccardo Magi, segretario di +Europa e quella di Enrico Costa, presentata sempre nel 2022, quando era iscritto ad Azione. Dalla maggioranza – e in particolare da FdI – ieri è arrivato l’ennesimo segnale negativo. "Il suicidio assistito non è materia di competenza regionale, ma esclusiva dello Stato", hanno dichiarato il responsabile nazionale del dipartimento Famiglia, Maddalena Morgante, e il capogruppo FdI nel Consiglio regionale toscano Vittorio Fantozzi. Chiude, quasi in risposta, Luca Zaia: "Non possiamo vivere nell’ipocrisia di far credere ai cittadini che il fine vita, dal punto di vista normativo non esiste, perché non è così: noi governatori dobbiamo gestire ogni giorno il fine vita"