Mercoledì 17 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Il fine vita agita il Pd. Cattolici in trincea, l’ala moderata difende la consigliera veneta che ha affossato la proposta Zaia

Guerini attacca: "Sui temi sensibili, nulla può sovrastare la libertà di coscienza "

La segretaria Pd Elly Schlein, 38 anni, ieri alla conferenza dem sull’immigrazione

La segretaria Pd Elly Schlein, 38 anni, ieri alla conferenza dem sull’immigrazione

“È fuori luogo immaginare o parlare di provvedimenti nei confronti della consigliera veneta Bigon: nessuno, tantomeno la segretaria del partito, lo ha mai affermato né pensato". Tocca al presidente dei senatori dem Francesco Boccia, grande elettore e alfiere cattolico di Elly Schlein, cercar di sedare i malumori di parte guelfa espressi da Graziano Delrio e Lorenzo Guerini nei riguardi della segretaria sul delicato rapporto tra disciplina di partito e "libertà di coscienza" in tema di fine vita.

Argomento ipersensibile: riguardo cui la Consulta ha già declinato il diritto dei cittadini, esortando il parlamento a legiferare. E in merito al quale Pd intende perciò riproporre il progetto di legge Bazoli (Alfredo, ex deputato oggi senatore) approvato dalla Camera sul finire della scorsa legislatura. Non quindi una proposta che ricalchi quella più permissiva del governatore veneto Luca Zaia, come aveva annunciato Schlein dal conclave di Gubbio. Bensì un testo frutto della "faticosa mediazione" a suo tempo raggiunta in seno al Pd e di ispirazione cattolica, qual è il primo firmatario Bazoli. Anche perché "altrimenti come cammina in Parlamento?", fanno presente dagli uffici dem del Senato.

Definendo "una ferita" il voto di astensione con cui Anna Maria Bigon ha consentito la bocciatura della proposta del governatore Luca Zaia sul fine vita, la segretaria ha sollevato il sasso sul formicaio dei dissensi e i dissapori interni. "Lo dico con molta chiarezza: su questi temi mai, e ripeto mai, la disciplina di partito può sovrastare la libertà di coscienza", manda a dire il senatore Graziano Delrio, annunciando ad Avvenire che, in caso di provvedimenti disciplinari verso la consigliera, "mi autosospendo dal Pd". A stretto giro il segretario regionale veneto del Pd, Andrea Martella, esclude sanzioni. Anche se la vicenda sarà oggetto di una nuova riunione dei vertici regionali il 29 gennaio.

«"La disciplina di partito, sui temi eticamente sensibili, non può sovrastare la libertà di coscienza", incalza anche il leader di Base riformista, Lorenzo Guerini. A dimostrazione che il caso della consigliera Bigon e del fine vita riguarda il modus vivendi interno al Pd. La critica di Schlein viene infatti interpretata da parte cattolica come uno intenzionale scatto in avanti di metodo e di merito. "La linea di un partito si cambia con una discussione nei luoghi deputati, non dicendo a una consigliera regionale di uscire dall’Aula così da far passare una legge", sostiene Delrio. Che incontra la solidarietà di Alessandro Alfieri nella chat dei senatori dem. A quanto pare incandescente. Tanto sul tema del fine vita che della collegialità e la disciplina di partito. Di qui l’intervento del capogruppo Bocci per cercare di lenire la "ferita" aperta da Bigon su cui Schlein ha sparso sale.

"Sui temi etici poi è importante preservare la libertà di coscienza dei decisori politici e sarebbe buona cosa affrontare queste questioni con mente aperta e cuore saldo, senza farne bandiere ma con la serietà e la profondità che questi temi richiedono", osserva l’ex ministra della sanità Beatrice Lorenzin. Secondo cui "non si può prescindere dall’obiezione di coscienza, che è un diritto del personale sanitario e rientra nel tema più ampio della deontologia professionale". In questo quadro il Pd cercherà di incardinare il pdl Bazoli, considerato "un buon punto da cui partire" tanto dalla parte guelfa che da quella laica. Dalla cui sponda Schlein – memore forse del "senza i cattolici non c’è Pd" pronunciato poche settimane fa – rilancia su questioni più condivise come lo ius soli, alla ricerca di un Che fare? che nel centenario della morte di Lenin per il Pd non potrebbe esser più incognito.