Lunedì 27 Gennaio 2025
ANDREA GIANI E ANNA GIORGI
Politica

L’ex pm di Mani Pulite: “La riforma va cambiata. Ma senza il referendum”

Gherardo Colombo ha partecipato alle proteste al Palazzo di Giustizia di Milano. “L’indipendenza della magistratura continua a dare fastidio ai governi”

Milano, 26 gennaio 2025 – Per Gherardo Colombo è stata “un’emozione” riascoltare nell’Aula Magna del Palazzo di giustizia di Milano le parole, “Resistere, resistere, resistere”, pronunciate ieri dal rappresentante del Csm Dario Scaletta. Una replica della celebre triplice esortazione alle toghe pronunciata dal magistrato Francesco Saverio Borrelli, sempre durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il 12 gennaio 2002, quando era in carica il secondo Governo di Silvio Berlusconi.

Gherardo Colombo, 78 anni, uno dei protagonisti della stagione di “Mani Pulite“
Gherardo Colombo

“Mi ha fatto tornare indietro a più di vent’anni fa, passa il tempo, ma l’indipendenza della magistratura continuare a dare fastidio agli esecutivi”, riflette l’ex magistrato simbolo di Mani Pulite, che ieri ha partecipato alla manifestazione di protesta milanese contro la separazione delle carriere. Un sit-in sulla scalinata davanti all’ingresso principale, striscioni che citano le frasi celebri del giurista Piero Calamandrei, coccarde tricolori e copie della Costituzione in mano. L’uscita ordinata, in fila indiana, dall’Aula Magna quando ha preso la parola Monica Sarti, capo dell’Ispettorato generale del ministero della Giustizia. Il presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, nella sua relazione ha parlato del rischio che si “vulnerino due principi inderogabili quali l’autonomia e l’indipendenza” delle toghe. Condivide questo allarme? “A mio avviso non è solo a rischio, ma succede qualcosa di più grave. E a subire le conseguenze, i danni, sono i cittadini. Se la magistratura non è indipendente, allora da chi dipende?”. Perché siete contrari alla separazione delle carriere? “La separazione delle carriere vuol dire avere due Csm, vuol dire ostacolare la possibilità che l’organizzazione degli uffici sia fatta insieme, vuol dire trasformare ancora di più il pm in una specie di organo il cui unico intento è ottenere la condanna piuttosto che verificare se le persone hanno o non hanno commesso un reato. Sono tutte cose che vanno contro il cittadino. L’Alta Corte che si occupa della disciplina dei magistrati, inoltre, è fatta in modo che non si riesca ad andare dentro al nocciolo della questione che è quello di verificare se le regole sono state rispettate. L’estraneità rispetto al mondo della magistratura comporta una perdita. Abbiamo scelto di manifestare perché riteniamo necessario far conoscere ai cittadini, anche con gesti concreti, l’importanza di questi temi per la collettività”. Avete scelto di mostrare la Costituzione. Perché? “Abbiamo una Costituzione che è stata fatta apposta per tutelare la dignità di tutte le persone. Se qualcosa non funziona nella magistratura bisogna correggere ciò che non funziona: ci sono i tempi dei processi, per esempio, che sono così dilatati. Bisogna correggere ciò che non funziona, ma stando ancorati alla nostra Costituzione che è stata fatta perché ciascuno di noi sia tutelato nei suoi diritti fondamentali”. Che effetto le ha fatto sentir ripetere, nell’Aula Magna del Palazzo di giustizia, la triplice esortazione di Francesco Saverio Borrelli, scomparso nel 2019, che negli anni ’90 guidò il pool di Mani Pulite? “Sicuramente è stato un momento emozionante, che mi ha riportato indietro. Passano gli anni, ma anche oggi non si deve fare altro che resistere, resistere e resistere”. Resta la carta del referendum, che potrebbe bocciare la riforma della giustizia. “Spero che non si arrivi al referendum, ma si cambi la rotta, perché è estremamente grave ciò che sta succedendo. Se qualcosa non funziona bisogna correggerla, ripeto, ma stando sempre ancorati alla Costituzione”.