Roma, 1 maggio 2024 – “Le preferenze nelle elezioni europee hanno un peso. Ma va detto che più le elezioni si allontanano in termini territoriali, meno conta il candidato e più il partito". Livio Gigliuto, presidente esecutivo dell’Istituto Piepoli, dice che mentre alle comunali i candidati sono decisivi, nelle regionali lo sono meno: "Alle Europee invece la gente vuole votare più il partito, perché vuole giudicare il governo. C’è però un certo peso che ha anche il candidato, ovviamente se è quello giusto, che può aggiungere voti a un partito già forte".
E possiamo quantificarlo? Per esempio Giorgia Meloni candidata con FdI?
"Giorgia Meloni può raggiungere due milioni di voti. Una quota parte è gente che avrebbe votato comunque FdI. Un’altra parte invece sono persone che avrebbero votato un altro partito della coalizione ma decidono invece di confermare la fiducia al premier. Parliamo di due punti percentuali di guadagno dalla candidatura. Un risultato importante".
Quello di Elly Schlein per il Partito democratico invece?
"Meno. Non perché lei sia meno performante, ma perché tutti quelli che vogliono votare il Pd già lo fanno perché lei è la segretaria. Sono pochi gli elettori che voterebbero un altro partito ma cambiano idea per la candidatura di Schlein. Mi vengono in mente per esempio gli elettori di Avs. Il peso? Mezzo punto-un punto percentuale".
A questo punto sarebbe interessante sapere quanto peserà la candidatura di Vannacci sulla Lega.
"Questo però è più difficile capirlo. Vannacci non è un personaggio politico, si candida a diventarlo. L’effetto principale che può avere è di restituire attenzione su un partito che faticava ad attrarre l’elettorato. La curiosità in un breve periodo si trasforma in attrazione di voti. Questa settimana nel mio sondaggio la Lega ha guadagnato mezzo punto. Effetto Vannacci? Oppure attenzione rinnovata nei confronti della Lega? È presto per dirlo. Se sarà confermata nelle prossime settimane, allora sì. Se il guadagno si riassorbirà allora significa che l’attenzione si è sgonfiata".
Ilaria Salis alla fine ha deciso di candidarsi con Avs. Al Pd avrebbe giovato una candidata così o nuociuto?
"Non credo che avrebbe nuociuto, ma penso che sia andata com’era giusto che andasse. Avs sta facendo alcune operazioni sulle candidature molto interessanti. Sono simboliche, attraggono l’elettorato di Schlein e anche Salis avrà un segno positivo per me".
E Santoro come candidato di punta può trascinare la sua lista?
"Lui spinge sul tema della pace, che è la principale preoccupazione degli italiani. È una lista giovane, nata ora. La quotiamo al 2%, che non è niente male. Poi sarà complicato arrivare al 4%. Ma anche quello di oggi non è un risultato da sottovalutare. Ma anche partiti come Azione faranno fatica ad arrivare al 4%".
Infine: a prescindere dai candidati chi può essere la sorpresa delle elezioni?
"Stati Uniti d’Europa può fare un piccolo exploit. Perché la lista porta con sé un racconto, ovvero proprio quello degli Stati Uniti d’Europa. Certo, non arriverà in doppia cifra ma può stare serenamente sopra il 4%. C’è un buon racconto che si contrappone agli antieuropeisti e una leadership che in campagna elettorale funziona bene come quella di Renzi e Bonino".
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