Martedì 12 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Europee, la carica dei candidati: vip, parenti e leader, alla fine c’è pure Renzi. "Ma a Bruxelles ci vado"

Scade il termine per presentare le liste, molti big in corsa nel Centro Italia. L’ex premier all’ultimo posto in quattro collegi: "Se eletto non farò come gli altri". A sorpresa Vittorio Sgarbi si presenta da indipendente con Fratelli d’Italia

Roma, 30 aprile 2024 – Palla al centro, sia geografico che politico. Perché è nella circoscrizione Centro che si sfidano quasi tutte le figure più forti e le leadership nazionali e di qui si dovranno attingere i tanto desiderati confronti televisivi ai sensi della par condicio. Ma nel voto europeo si gioca anche la rilevanza politica delle forze moderate. Se infatti la Forza Italia di Antonio Tajani rincorre la Lega con la freccia a sinistra per il sorpasso, le forze centriste di opposizione – divise tra Azione e Stati Uniti d’Europa (Italia viva, + Europa e altri laici) – si presentano divise alla meta sul limine della soglia di sbarramento del 4%.

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Renzi in campo

Strano ma vero, dopo Carlo Calenda anche Matteo Renzi ieri ha smentito gli annunci della vigilia. I due leader saranno in lista. Quello di Azione in tutte le circoscrizioni. Quello di Italia viva all’ultimo posto in 4 circoscrizioni su 5. Ma è al Centro che avrà modo di andare in scena in tv con l’ex alleato, oltre a tutti i leader in lizza: Giorgia Meloni per FdI, Tajani per FI, Elly Schlein per il Pd. A far le veci di Matteo Salvini, come noto, c’è il generale Roberto Vannacci. Per il M5s di Giuseppe Conte, invece, l’ex giocatrice e ct della nazionale femminile di calcio, lesbica dichiarata e impegnata, Carolina Morace, che sfida la leader dem anche sui temi della pace. Per Avs (Verdi e Sinistra) l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, impegnato invece a tirare al raggiungimento del quorum per liberare dal carcere ungherese Ilaria Salis, capolista al Nord Ovest. Una vera pacchia per le tv. Tanto per alimentare le polemiche in ambito centrista, e rispetto all’elettorato radicale di Emma Bonino (capolista al Nord Ovest), con gli Stati Uniti di Europa arriva anche la candidatura nella circoscrizione Sud di Sandra Mastella, mentre nelle Isole c’è qualche dubbio su Marco Zambuto, genero di Totò Cuffaro.

Sgarbi con FdI 

Alle scorse elezioni del 2019 fu FdI il partito che diede più preferenze. Oggi però che ha Meloni in testa e veleggia oltre il 25%, i giochi per i numerosi seggi rientrano nelle normali dinamiche interne, sicuramente meno conflittuali che nell’opposizione. Assente, per ovvie ragioni di omonimia, la sorella della premier Arianna, sarà invece in lista Vittorio Sgarbi: sorpresa forse spiacevole per gli alleati azzurri e il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Sicura anche la conferma del plenipotenziario per l’Europa Nicola Procaccini e del capogruppo uscente Carlo Fidanza; oltre ad altri uscenti e una pattuglia di dirigenti espressione del territorio. Anche in FI la disputa sulle preferenze non ha dirimenti ripercussioni politiche. Tajani guida le liste dappertutto tranne nelle Isole, dove FI si affida alla transfuga dal Pd Caterina Chinnici.

Altri nomi forti sono Letizia Moratti e l’ex leghista Marco Reguzzoni al Nord Ovest, Alessandra Mussolini e Renata Polverini al Centro, Fulvio Martusciello e ancora Mussolini al Sud. Piuttosto è nella Lega che la candidatura del generale Vannacci genera disappunto e tensione sia dal punto di vista politico che elettorale. Gli eletti del Carroccio in cerca di riconferma sono molti più dei posti: Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri, oltre all’assessore regionale lombardo Alessandro Fermi, al Nord Ovest, Paolo Borchia e Alessandra Basso al Nord Est, la fedelissima Susanna Ceccardi e Anna Bonfrisco al Centro, mister Papeete Massimo Casanova e Aldo Patriciello al Sud, Annalisa Tardino nelle Isole.

Il campo minato dem 

Dove davvero la lotta delle preferenze sarà dirimente è in casa Pd. Non è un caso che le teste di lista siano in coabitazione tra maggioranza e minoranza. Nel Nord Ovest l’indipendente Cecilia Strada, voluta dalla segretaria, è in ticket col capogruppo uscente Brando Benifei. E si giocano un seggio anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e le uscenti Irene Tinagli e Patrizia Toia. Nel Nord Est il governatore Stefano Bonaccini è stato accoppiato alla responsabile ambiente Annalisa Corrado, le cui posizioni anti termovalorizzatori sono a forte rischio di consenso in quelle aree. Poi ci sono le uscenti Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti, oltre allo schleiniano Alessandro Zan.

Al Centro il ticket tra la segretaria e l’ex segretario Nicola Zingaretti (che guarda alla guida del gruppo del Pse) ha il sapore di patto politico, tanto da aver suscitato qualche disappunto. Poi si giocano tre posti almeno in quattro: l’ex direttore di “Avvenire“ Marco Tarquinio, l’uscente Camilla Laureti, i sindaci di Firenze e Pesaro Dario Nardella e Matteo Ricci. Al Sud ticket tra la giornalista indipendente Lucia Annunziata e il sindaco di Bari Antonio Decaro, con la concorrenza della uscente Pina Picierno e di Raffaele “Lello“ Topo, favorito dal governatore Vincenzo De Luca, per tre posti in tutto. Visto che dovranno anche sostenere la concorrenza dell’ex presidente Inps Pasquale Tridico per il M5s e di Mimmo Lucano per Avs. Mentre dalle Isole dietro la segretaria dem dovrebbero uscire Antonio Nicita e il medico pacifista Pietro Bartolo.

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