Mercoledì 13 Novembre 2024
VALERIO BARONCINI
Politica

Europee 2024, Bonaccini: "Dobbiamo vincere per respingere l’avanzata degli estremisti di destra"

Il governatore dell’Emilia-Romagna lancia la sua candidatura a Strasburgo. "L’Ue è fondamentale per competere con colossi come Stati Uniti, Cina o India". Schlein? "Assurdo parlare di leadership a un passo dal voto. Gli iscritti chiedono unità"

Bologna, 28 aprile 2024 – Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, perché ha deciso di candidarsi alle Europee?

"Sono elezioni fondamentali. Mai come in questo caso si fronteggiano visioni opposte: quella dei sovranisti che puntano a smontare l’Unione europea, negano i cambiamenti climatici, alzano muri e soffiano sull’egoismo. Una destra amica di Orban e che candida Vannacci, che considera Mussolini uno statista. Dall’altra le forze democratiche e progressiste, che vogliono tenere insieme ambiente e lavoro, tutelare e allargare i diritti. L’Europa la conosco bene: per sei anni ho guidato il Consiglio delle Regioni e dei Comuni d’Europa, e parliamo di oltre centomila enti locali. Voglio rappresentare al meglio il Nord Est dove vi sono la prima, la seconda e la quarta regione in Italia per export pro-capite, università forti e decine di milioni di turisti".

Ma l’Europa non è sempre meno centrale nel mondo?

"Senza Europa, l’Italia sarebbe molto più debole. Come possiamo pensare di competere e di contare, ciascun Paese da solo, a confronto con colossi come Stati Uniti, Cina o India? È l’unione che fa la forza. Certo, serve un’Europa diversa".

Diversa come?

"Innanzitutto, più unita e più forte. E poi più vicina ai territori e alle persone, al lavoro e all’impresa. Meno ideologia, più concretezza".

Un esempio?

"La transizione ecologica è necessaria, anche se la destra lo nega, ma perché sia giusta ed equa vanno aiutate aziende e famiglie, a partire dalle più in difficoltà. Con incentivi economici e investimenti. Servono politiche giuste che accompagnino le nostre filiere e le nostre produzioni".

Mario Draghi può succedere a Ursula von der Leyen?

"Non è certo il momento di giocare con le figurine: adesso va respinta l’avanzata dell’estrema destra. Detto questo, Draghi è personalità autorevolissima e stimata come pochi a livello internazionale. In pochi mesi alla guida del Paese aveva riportato l’Italia al centro della scena internazionale, dalla quale oggi siamo altrettanto rapidamente scomparsi. E fa sorridere che chi lo attaccava allora, oggi ne tessa le lodi".

Qual è il risultato minimo per il Pd? Qual è il suo obiettivo?

"Invece che fare previsioni, dobbiamo parlare di problemi concreti e avanzare proposte. Dobbiamo rafforzare il pilastro sociale dell’Europa, superare ogni furbizia fiscale e chiedere un contributo importante ai colossi del web e alle multinazionali che qui fanno profitti ma non pagano imposte: con quelle risorse dobbiamo invece sostenere le nostre aziende, a partire da quelle manifatturiere, l’occupazione e i redditi da lavoro".

Un risultato negativo, per esempio sotto il 20%, potrebbe richiedere un cambio di leadership o Elly Schlein merita più tempo e fiducia?

"Parlare di un cambio della segreteria prima di un’elezione è da marziani. Dobbiamo discutere invece di come dare soluzioni ai problemi quotidiani delle persone normali, smettiamola di discutere di noi e tra di noi. Incontro tantissimi nostri iscritti ed elettori e tutti mi chiedono solo una cosa: unità e proposte. Impariamo ad ascoltarli".

Stefano Bonaccini, 57 anni, sarà in corsa per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno
Stefano Bonaccini, 57 anni, sarà in corsa per le elezioni europee dell’8 e 9 giugno

Lei lascia in anticipo l’Emilia-Romagna, dopo 10 anni da governatore, ma nel delicato post alluvione. Cosa risponde a chi l’accusa di scappare?

"Ognuno può legittimamente criticare le cose che abbiamo fatto ma, francamente, nessuno può accusarmi di essere mai scappato dai problemi, o di non aver lavorato pancia a terra per la mia gente. L’ho fatto dopo il terremoto e durante il Covid, più di recente in occasione dell’alluvione e ora che mi candido a rappresentare questa terra in Europa. Ogni giorno sono stato tra le persone, chi mi critica spesso ha fatto passerelle. Lo chieda agli alluvionati. Attacchino pure, ma dalla nostra abbiamo i risultati raggiunti, da anni siamo la locomotiva del Paese: se proprio ci tenevano a volermi qui, potevano darci il terzo mandato. Ma forse avevano paura di perdere ancora, perché hanno visto anche loro che distacco avrei nei sondaggi".

Dopo di lei si fanno i nomi di assessori. Serve continuità? O meglio puntare invece su una nuova generazione, ad esempio quella dei sindaci 40enni?

"Deciderà il Pd insieme a tutti gli alleati di centrosinistra: abbiamo sempre lavorato per una coalizione ampia e coesa, aperta alle migliori esperienze civiche sul territorio, e credo che abbiamo posto le basi per allargarla ulteriormente. Sarà una transizione ordinata e sono certo che insieme faremo la scelta migliore".

Come deve evolvere il rapporto con i 5 Stelle? Il campo largo è finito?

"Concordo con Elly Schlein quando ricorda che già oggi in ogni sondaggio le forze di opposizione insieme sarebbero la maggioranza nel Paese. Abbiamo il dovere di lavorare all’unità del centrosinistra, costruendo una proposta per l’Italia non solo alternativa, ma anche più credibile e affidabile di quella della destra, 5 Stelle compresi. Non farlo vuol dire assumersi la responsabilità di consegnare il governo del Paese alla destra per i prossimi dieci o venti anni".