Martedì 12 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Europee 2024, il Pd si mangia il voto M5s. Declino pentastellato. Il Nazareno mette il turbo

I dieci punti di distacco impegnano il partito di Schlein: il futuro è unitario. Ma c’è un problema di obiettivi: il Pd deve governare, Conte può aspettare

Roma, 10 giugno 2024 – “Sentiamo ancora più forte la responsabilità di costruire l’alternativa, continueremo a essere testardamente unitari". Si presenta in ritardo la segretaria del Pd, Elly Schlein, a incassare il successo insieme a tutto lo stato maggiore del Nazareno. La polarizzazione vince e spazza via alleati e partner. Il Pd distacca di oltre dieci punti i 5 stelle di Giuseppe Conte. Comunque secondi e terzi. Un voto che premia la campagna territoriale della segretaria dem, all’insegna del sorriso rivolto agli elettori più dei pedanti compitini nel salotti tv, e punisce la collocazione ibrida e la riluttanza di Conte alla scelta di campo per il centrosinistra ancor più della critica alla guerra. Visto che Avs consolida posizioni eco-pacifiste di sinistra di lungo corso ben sopra il 6%. "Abbiamo travolto la soglia", si compiace Nicola Fratoianni di un risultato che considera "punto di partenza" in vista delle Politiche.

La segretaria Pd Elly Schlein (Ansa)
La segretaria Pd Elly Schlein (Ansa)

Il Pd consolida i risultati del 2019, quando l’allora segreteria di Nicola Zingaretti, oggi candidato di punta nella circoscrizione centro e in predicato per la guida del gruppo euro-socialista, ottenne un buon 22,7%. Ben lungi dal 40,8 rastrellato, e poi dilapidato, da Matteo Renzi nel 2014. Per il Movimento grillino continua invece un declino preoccupate. Dal 21% del 2014, al 17 del 2019, fino al 10-14 di oggi. Un risultato che preoccupa non solo Giuseppe Conte, che da giorni mostrava evidente nervosismo in tutte le apparizioni, ma gli stessi dem. Come osservano esponenti di spicco del partito del Nazareno, infatti, "è andata bene, più o meno come ci aspettavamo, ma ci facciamo poco se poi il M5S va male e questo rischio di ripercuotersi sulla costruzione delle alleanze".

Inutile nasconderlo: tra Schlein e Conte esiste un irrisolto problema di leadership della coalizione, che l’ex premier continua a vagheggiare in forza del gradimento. A questo si aggiunge un problema più serio di rapporti politici, dovuto al fatto che il Pd ha bisogno di andare al governo mentre il M5s continua a potersi permettere di snobbare il potere per competere su questioni di principio come la pace o il reddito di cittadinanza. Ma Avs dimostra che non è un giorno possibile all’infinito. Per quanto Schlein non sia ancora in grado di competere per la guida del Paese, la segretaria dem ha certamente consolidato l’egemonia sul centrosinistra. Il vantaggio sui 5s è senza precedenti. Anche se il voto politico è sempre stato diverso: nel 2013 i due partiti si specchiavano al 25% e spiccioli; mentre nel 18 il M5s volava al 32% contro il 19 dei dem. Oggi il Pd si gode il vantaggio, ma non è a colpi di maggioranza che si costruiscono le alleanze.

Proprio la strategia del campo progressista voluta dalla nuova leadership dem sta creando problemi a Conte. L’abbraccio dem si dimostra letale per il movimento, che non riesce a far valere le posizioni anti-belliciste un po’ di maniera anche rispetto agli stessi candidati pacifisti dem (come Guerra e Tarquinio) per non dire di Avs. Ma gli stessi dem hanno necessità dei grillini che soffocano. Il vero totem del M5s è sempre stato il reddito di cittadinanza: più che comprensibile nella miseria del Mezzogiorno. Venuto meno quello, e nella consapevolezza che conta molto più la pozione del governo italiano rispetto agli equilibri dell’europarlamento, il pragmatico elettorato del meridione ha ampiamente disertato le urne. A scapito del M5s.

Altra storia sono le amministrative. Pd e M5s non hanno mai stretto tante alleanze come nei quasi 4 mila comuni al voto, anche se a dominare le cronache è stata la divisione a Bari, dove comunque al secondo turno Laforgia arriverà a sostegno del dem Leccese. Anche qui l’abbraccio è tanto necessario ai dem quanto letale per il movimento di Conte. Ma al saldo conta solo chi vince e governa.