Giovedì 3 Ottobre 2024
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Politica

Espulso un imam: "Posizioni radicali, inneggia ad Hamas"

Khan Zulfiquar guidava il centro islamico di Bologna. dovrà lasciare l’Italia. È indagato per istigazione a delinquere. Esulta Salvini: rispedito a casa.

Espulso un imam: "Posizioni radicali, inneggia ad Hamas"

Khan Zulfiquar guidava il centro islamico di Bologna. dovrà lasciare l’Italia. È indagato per istigazione a delinquere. Esulta Salvini: rispedito a casa.

I suoi sermoni, postati su Facebook, avevano attirato già mesi fa l’attenzione della politica e della Digos bolognese. Che le posizioni dell’imam Khan Zulfiquar non fossero propriamente quelle di un moderato era chiaro da tempo. E, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati per istigazione a delinquere, adesso per il 55enne pakistano si profila anche l’espulsione. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha firmato un decreto di allontanamento dal territorio nazionale per l’imam del centro islamico di via Jacopo Di Paolo a Bologna.

Considerato socialmente pericoloso, il religioso è stato prelevato ieri mattina dalla sua casa a San Giovanni in Persiceto e portato in Questura, in attesa dell’udienza di convalida del provvedimento, questa mattina. Qualora il giudice (civile) firmi l’atto, l’espulsione avverrà immediatamente, ferma restando la possibilità – benché a distanza – di Zulfiquar di fare ricorso.

L’imam, si legge nel provvedimento, "è emerso all’attenzione sotto il profilo della sicurezza dello Stato dall’autunno 2023 per il suo crescente fanatismo ideologico e per la sua propensione verso posizioni radicali di matrice islamica, connotate da un forte risentimento antioccidentale e antisemita e da una retorica omofoba e antifemminista". Posizioni divenute ancora più estreme a seguito dell’esplosione del conflitto in Palestina: Zulfiquar definiva i terroristi di Hamas "martiri" e invocava Allah "affinché distrugga gli oppressori, ossia gli stati occidentali che appoggiano Israele".

In particolare, però, i presupposti della presunta pericolosità sociale del 55enne si concretizzerebbero nei contatti che, nell’ambito delle attività di indagine portate avanti, sono emersi tra Zulfiquar e soggetti vicini all’Islam ultra radicale. Una situazione che, per gli inquirenti, lo metterebbe nelle condizioni di favorire l’infiltrazione, nel Bolognese, di organizzazioni "para-terroriste" e, allo stesso tempo, "processi di radicalizzazione violenta" tra i suoi seguaci. Un contesto che, per l’analisi condotta dal ministero, dimostrerebbe la mancata integrazione e il rifiuto dell’imam dei valori dell’Italia, dove lo stesso vive dal 1995, dove sono nati i suoi tre figli (cittadini italiani) e dove l’uomo gestisce un’impresa con otto dipendenti. Presupposti che, tuttavia, in casi di acclarata pericolosità sociale "non possono costituire immunità assoluta dalla possibilità di essere allontanati", prevalendo le ragioni di sicurezza dello Stato.

Difeso dall’avvocato Francesco Murru, l’imam ieri ha detto di essere ritenuto "socialmente pericoloso solo per aver, come leader religioso, espresso delle opinioni personali in relazione al conflitto israelo-palestinese" e che alla base del provvedimento ci sarebbe "il tweet dove Matteo Salvini chiedeva la mia espulsione". Il leader della Lega che, appresa la notizia, ha commentato: "Finalmente lo abbiamo rispedito a casa". Opinione condivisa dal viceministro Galeazzo Bignami di FdI: "Non c’è spazio per chi professa odio e intolleranza". "Spiace constatare – dice invece l’avvocato Murru – che siamo tornati al perseguimento di presunti reati d’opinione. Le motivazioni agli atti sono generiche e prive di riscontri probatori. Per fortuna viviamo in uno Stato di diritto dove la magistratura dovrà valutare la fondatezza di questo provvedimento". Zulfiquar aveva già querelato per diffamazione esponenti di Lega (Isabella Tovaglieri e Alessandro Morelli) e FdI (Marco Lisei e Sara Kelany) per aver "strumentalizzato le mie parole".