Roma, 7 dicembre 2016 - A pochi minuti dall'inizio della Direzione Pd - senza dibattito - sulla crisi di Governo e a un paio d'ore dalla salita al Colle per rassegnare le sue dimissioni, Matteo Renzi mette insieme i punti della sua posizione in questa difficile crisi politica dopo la vittoria del No al referendum.
"Cosa accadrà? - scrive - Stasera alle 19 formalizzo le mie dimissioni. Il presidente della Repubblica farà le consultazioni. Toccherà ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare". E ancora: "Non sono io a decidere ma devono essere i partiti, tutti i partiti, ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento".
Insomma, la decisione spetta ai gruppi parlamentari: "Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte", è il ragionamento. Nell'altra ipotesi, "se i gruppi vorranno invece andare avanti con questa legislatura, dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale". E aggiunge: "Sarà interessante capire cosa pensano anche i partiti del Fronte del NO al referendum, non solo i partiti dell'attuale maggioranza".
E il premier prosegue con un abbraccio collettivo ai suoi: "Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino", scrive riprendento il suo discorso post referendum.
"Io - spiega ai suoi sostenitori - sono pronto a cedere il campanello al mio successore, con un abbraccio e l'augurio di buon lavoro. Stiamo scrivendo un dettagliato report da consegnare e stiamo facendo gli scatoloni. Scatoloni che ci fanno spuntare molti sorrisi e qualche ricordo amaro. Ma la storia di questi mille giorni non la faranno i rancorosi commenti di queste ore". L'invito: "Mai cedere al rancore" ai sostenitori del Sì. "C'è chi fa politica covando odio verso gli altri o verso qualcun altro. Io ho sempre interpretato la politica come occasione per seminare speranza: ho negli occhi i teatri, le palestre, le piazze piene di questa e di altre campagne elettorali. E dunque voglio invitare tutti voi innanzitutto a non arrendersi alla rabbia", sottolinea il leader del Pd.