Roma, 2 settembre 2024 – Come valuta l’indicazione di Raffaele Fitto come commissario europeo?
"Fitto è un politico esperto e di lungo corso e non è certo un estremista – esordisce Emma Bonino, una vita da europeista federalista, ex commissaria a Bruxelles, ex ministra degli Esteri, leader di +Europa –. In più è stato a lungo parlamentare europeo e dovrebbe conoscere meccanismi e regole, scritte e non scritte, delle istituzioni europee. Gli faccio i migliori auguri da ex commissaria, con una raccomandazione, se posso".
Che cosa gli consiglia?
"Ricordi sempre che i commissari servono l’Unione europea tutta, non il governo o il Paese che li ha nominati. Ed è per questo che i suoi attuali alleati di governo in Italia potrebbero presto diventare i suoi più accaniti avversari in Europa. Da questo punto di vista, comprendo l’appello di Pier Ferdinando Casini affinché il Pd voti Fitto, ma credo che per lui e per la nuova commissione i problemi arriveranno da Lega, FdI e dai gruppi sovranisti, più che da liberali, socialisti e Verdi. In questo senso, servirebbe piuttosto un appello alla maturità di Meloni ai suoi".
La sua scelta potrebbe portare a una vicepresidenza esecutiva per l’Italia?
"Leggo che von der Leyen potrebbe aumentare il numero dei vicepresidenti esecutivi togliendo i vicepresidenti “semplici”. Vedremo. Quel che rende autorevole i commissari sono però i portafogli. Nelle ultime due occasioni, Mogherini e Gentiloni, i commissari italiani ricoprivano ruoli di primissimo piano sulla politica estera e sull’economia".
Dopo la rottura di giugno, con il mancato voto a favore dei Top Jobs da parte di Meloni, sembra che ci sia un’operazione di ricucitura. La ritiene possibile?
"Ancora non mi capacito di come Meloni non abbia votato, unico voto contrario in Consiglio europeo, il presidente Costa, votato perfino da Orban, e ho detto tutto. Perché votare un socialista avrebbe fatto arrabbiare Salvini e Vannacci? Davvero non capisco. Come non capisco il voto contrario alla von der Leyen dei parlamentari di Fratelli d’Italia: Fitto farà parte, comunque, della Commissione guidata da lei, mica farà la minoranza interna alla Commissione. Meloni a Bruxelles dovrebbe muoversi come il Capo del governo del terzo Paese europeo, un Paese fondatore, che vuole essere protagonista del futuro, non come capo di un partito antagonista dell’Ue. L’interesse nazionale coincide con quello di una Ue forte e coesa, e credo che questo valga per tutti, non solo per una federalista europea come me".
Si ipotizza anche una collaborazione parlamentare tra Popolari e Conservatori.
"In Parlamento una collaborazione ampia va benissimo, ma bisogna capire su quale agenda: europeista o sovranista?".
La politica estera, però, divide la maggioranza, ma anche l’opposizione: si pensi all’Ucraina.
"Mi consenta di dire che le divisioni dentro la maggioranza e il governo sono decisamente più gravi, per questo +Europa ha chiesto a Meloni e Tajani di riferire in Aula per capire se sull’Ucraina la linea di pieno sostegno condivisa in ambito Ue e Nato è confermata oppure è cambiata. Su una sola cosa +Europa ha votato a favore di Meloni: sul sostegno all’Ucraina in continuità con il governo Draghi. Fino a ora bisogna dare atto anche al Pd di avere tenuto la barra dritta, sia con Letta che con Schlein. Non condivido affatto la posizione di Conte, invece".
Come giudica le manovre per il campo largo: è possibile il ritorno di Renzi a sinistra?
"Nelle due precedenti occasioni, nelle elezioni politiche +Europa si è alleata con il Pd. Noi siamo liberali ed europeisti e, pur senza dare nulla per scontato, vogliamo partecipare al tentativo di costruire un’alternativa elettorale e di governo a Meloni e Salvini che, nonostante alcuni anche apprezzabili distinguo di Forza Italia, guidano questo governo sovranista che si è voluto mettere ai margini in Europa, che non si occupa seriamente di carceri e ogni giorno inventa un nuovo reato. Il pallino lo ha la segretaria del Pd e, in particolare su Ue, politica estera ed economia chiederemo un confronto serio e vedremo. Renzi mi ricorda il mio passato da velista con la sua strambata che lo ha riavvicinato al campo largo. Detto questo, con lui ho condiviso il progetto elettorale degli Stati Uniti d’Europa, non abbastanza riconosciuto dagli elettori, ma che per me resta la vera chiave del futuro migliore dell’Italia".