Giovedì 26 Settembre 2024
EMANUELE FELICE
Politica

Emanuele Felice: "Abbiamo bisogno di diritti. Lo sviluppo sia democratico"

L'economista e docente universitario: l’aumento delle diseguaglianze mina le liberal-democrazie: il neo-liberismo indebolisce libertà e diritti. Il liberalismo deve riscoprire il pensiero socialista ed ecologista per garantire una reale libertà

Emanuele Felice: "Abbiamo bisogno di diritti. Lo sviluppo sia democratico"

Emanuele Felice, 47 anni, professore ordinario all’Università IULM di Milano, già responsabile Economia del Pd

Se la libertà, uno dei campi di battaglia del XXI secolo, è così importante, qual è il prezzo da pagare per essa? Perché i principi del liberalismo possono essere utili oggi e domani? Ma che cos’è davvero il liberalismo? Qual è il suo rapporto con lo Stato, con il mercato, con la democrazia? O con la felicità e la realizzazione personale? In una società sempre più multietnica, come si declina il valore liberale della tolleranza? E nel mondo multipolare di oggi, come possiamo dare forza ai valori del libero scambio e del cosmopolitismo? Siamo da sempre abituati a leggere non solo la politica, ma anche la storia delle idee in generale attraverso scontri di pensiero intrecciati a vicende personali che definiscono il campo della discussione pubblica, tanto quanto fa la lotta politica fra destra e sinistra. Ma mentre l’arma del duello politico è la sciabola, quella del duello intellettuale è il fioretto. E sul tema della libertà e del liberalismo si sfidano in un duello intellettuale i professori Alberto Mingardi ed Emanuele Felice, autori del libro Libertà contro libertà, di cui pubblichiamo due interventi a confronto.  

Roma, 23 settembre 2024 – Nelle liberal-democrazie sempre meno persone vanno alle urne e, fra queste, sempre più votano per forze antisistema che si richiamano esplicitamente a modelli autoritari; la stessa libertà di stampa, e prima ancora di informazione, è indebolita, mentre la politica appare succube dei poteri economici e mediatici. Minate al loro interno, le nostre liberal-democrazie devono peraltro affrontare gravi e inedite sfide, dall’aspra contesa con i regimi autoritari alla questione climatica.

Diversi fattori contribuiscono all’attuale crisi del liberalismo ma uno, decisivo, è l’aumento delle diseguaglianze interno alle nostre società (secondo uno studio della Banca Mondiale stiamo ormai tornando ai livelli precedenti la Prima guerra mondiale) e la rottura dell’ascensore sociale, con un’élite privilegiata sempre più separata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, disillusi e impotenti. In buona parte, quest’esito si deve alle politiche neo-liberali degli ultimi quarant’anni – su tutte la liberalizzazione della finanza, lo svilimento del lavoro e l’indebolimento del welfare state – che hanno consentito ad alcuni poteri economici di crescere a dismisura a detrimento dei diritti politici e civili, di quelli sociali, dell’ambiente. Insomma, il neo-liberismo sta trascinando nella fossa il liberalismo e, con esso, la nostra libertà e i nostri diritti.

Ma della libertà e dei diritti noi abbiamo drammaticamente bisogno, ancor più nell’incerto e critico mondo di oggi. Per risollevarsi, il liberalismo deve ritrovare i motivi di incontro con il pensiero socialista ed ecologista: motivi ben presenti nella sua storia, a partire dal ruolo del pensiero critico, e scientifico, e dall’idea dei diritti come limite al potere (ora anche economico). In concreto, questo vuol dire, soprattutto, che la politica democratica deve tornare a guidare l’economia e lo sviluppo tecnologico – con incentivi, regole, imprese pubbliche – orientandolo alla redistribuzione delle risorse, delle conoscenze, delle capacità; e tutelando così la libertà reale, non solo teorica, di ogni persona.

Emanuele Felice, professore ordinario di Storia economica all’Università IULM di Milano, ex responsabile Economia del Partito democratico