Roma, 27 aprile 2019 - A un mese dalle elezioni europee, la Spagna torna alle urne. Sono chiamati ai seggi quasi 37 milioni di spagnoli, di cui 2 milioni circa di residenti all'estero. Si vota domenica dalle 9 alle 20. La Spagna è una monarchia parlamentare; le Camere, che saranno costituite il 21 maggio, sono il Congreso de los Diputados (350 deputati) ed il Senado (208 senatori). La ripartizione del Congreso avviene su base proporzionale.
Pedro Sanchez favorito nei sondaggi
Il governo di Pedro Sanchez è durato meno di un anno: il leader socialista salì in carica nel giugno 2018, dopo la sfiducia all'esecutivo guidato da Mariano Rajoy, a seguito dello scandalo corruzione che aveva coinvolto esponenti di primo piano del Partito Popolare. Il governo di minoranza di Sanchez è poi caduto per la mancata approvazione della legge di bilancio. Proprio il socialista, stando agli ultimi sondaggi, sarebbe il favorito della tornata elettorale. Ma formare la maggioranza necessaria (176 deputati al Congreso) non sarà facile, visto che il Psoe è accreditato di circa 130 seggi. L'asse più naturale sarebbe con Podemos, ma in caso (probabile) non bastasse, Sanchez si dovrebbe rivolgere ai neoliberali Ciudadanos o accettare l'appoggio dei partiti indipendentisti catalani, che già lo hanno sgambettato pochi mesi fa. Il tutto, poi, è complicato dal fatto che 11 milioni di cittadini spagnoli hanno ammesso di non sapere ancora per chi votare.
I candidati
Cinque i leader in gara:
Pedro Sanchez, 47 anni, attuale premier e segretario del Partito socialista spagnolo (PSOE); Pablo Casado, presidente del Partito Popolare (PP); Pablo Iglesias, 40 anni, fondatore e presidente di Podemos, principale partito di sinistra radicale; Albert Rivera, 39 anni, presidente dei centristi di Ciudadanos; Santiago Abascal, 43 anni, ex Popolare, sovranista ed euroscettico, presidente di Vox.
Proprio i populisti di ultradestra di Vox sono la 'novità' di questa tornata, dopo l'exploit a dicembre alle elezioni regionali in Andalusia (prese l'11%): gli osservatori stranieri vogliono capire se ci sarà un boom o se l'effetto-sorpresa si è già sgonfiato.
I temi della campagna elettorale
Sulle alleanze pesa, e non poco, l'agenda del prossimo esecutivo. Chi si troverà al governo, infatti, dovrà gestire anche la sentenza del processo ai leader indipendentisti, con in ballo la delicata situazione di un possibile indulto: per la destra è un'anatema; sinistra e nazionalisti catalani, invece, lo chiedono. Una via di uscita per il Psoe potrebbe essere la conquista di una maggioranza la Senato, attualmente nelle mani dei conservatori: in questa eventualità diverrebbe possibile aprire un tavolo per una riforma costituzionale, ma va tenuto conto del fatto che se la maggioranza degli spagnoli è in astratto favorevole alla necessità di rivedere la Carta del 1978, non esiste alcun consenso sui contenuti effettivi della riforma. Il rischio è dunque quello di un'altra legislatura all'insegna dell'instabilità.