Palermo, 5 novembre 2017 - Stamane si sono aperte alle 8 le urne in Sicilia per l'elezione del presidente della Regione e dell'Assemblea regionale. Al voto sono chiamati 4 milioni 661.123 elettori, che dovranno scegliere uno dei cinque candidati governatori. Non è previsto il ballottaggio, quindi vince chi prende più voti. Domani alle 8 inizierà lo spoglio. A Mazzarrà Sant'Andrea (Messina), Comune commissariato per infiltrazioni mafiose, si elegge pure il sindaco e il Consiglio comunale.
AFFLUENZA ORE 19 - Alle 19, dopo il riepilogo di tutte le sezioni, risulta aver votato il 36,39% degli elettori (1.695.182 su 4.661.111) con un calo pari a 1,27% rispetto alle regionali del 2012 quando aveva votato l'37,66%. Alle 12 aveva votato il 10,8% con un lieve calo dello 0,43% rispetto alle regionali del 2012 quando aveva votato l'11,23%.
DOVE VOTANO I BIG - Il candidato del centrodestra Nello Musumeci ha votato nel seggio della scuola elementare di Viale Regina Margherita, a Militello Val di Catania, suo paese d'origine. Sempre stamane hanno votato a Palermo il candidato del centrosinistra Fabrizio Micari e a Caltanissetta l'esponente del M5S Giancarlo Cancelleri. Claudio Fava (Cento Passi per la Sicilia) vota a Gravina di Catania, Roberto La Rosa (Siciliani Liberi) a Palermo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato di buon'ora a Palermo.
Elezioni regionali Sicilia, 5 novembre: cosa c'è da sapere
A contendersi la poltrona di presidente della Regione sono in cinque: Nello Musumeci che guida una coalizione di centrodestra con Forza Italia, Fratelli d'Italia, Udc e Noi con Salvini; Fabrizio Micari, rettore dell'università di Palermo, candidato del Pd sostenuto anche dagli alfaniani; Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 stelle; Claudio Fava candidato della sinistra, sostenuto da Mdp, Sinistra italiana, Rifondazione comunista e Verdi; e infine Roberto La Rosa, capo del movimento indipendentista Siciliani liberi. In ballo, ovviamente, ci sono anche i posti di deputati dell'assemblea regionale.
LA POLEMICA - Nell'attesa che i 4,6 milioni di siciliani si rechino a votare, però, è già esplosa la prima polemica. Il dito è puntato contro Cancelleri che, sul suo profilo Facebook, prima condivide un post di Beppe Grillo, poi lancia un appello contro l'astensionismo. "Ficarra e Picone, Roberto Lipari, Fiorello, Lello Analfino (e chiunque voglia unirsi a questo appello) mi aiutate a ricordare ai siciliani che domenica si vota per scegliere il futuro di questa regione? Sembra che nessuno ne voglia parlare. Ma se vince l'astensione perdiamo tutti. Il 5 novembre, #ioVoto!", ha scritto il candidato dei 5 Stelle in un post.
"Violato il silenzio elettorale"
I post però non sono passatiinosservato allo staff di Musumeci. "Il capo politico del M5S, Beppe Grillo, sta consapevolmente violando il silenzio elettorale. Rivolgere un appello al voto dalle pagine Facebook costituisce un vulnus alla legalità, per il quale auspico l'intervento delle autorità competenti. È ancora più grave che ogni post sia condiviso da Giancarlo Cancelleri, candidato presidente del M5S, che così concorre materialmente nelle condotte illegittime di Grillo e contribuisce ad aggravarle", denuncia Ruggero Razza, componente della cabina di regia del movimento #DiventeràBellissima il cui leader è Nello Musumeci.
Insorge anche la Lega. "Eccoli qui i campioni della legalità: la legge, le regole sono uguali per tutti, tranne per i grillini. Ma d'altronde il loro gioco, la loro doppiezza gli italiani l'hanno scoperta da tempo. Così come avviene sistematicamente quando si affrontano i temi legati alla giustizia: giustizialisti con gli altri e ipergarantisti con se stessi. E così come è stato confermato anche in questa campagna elettorale in Sicilia", dice il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini.
"RISCHIO BROGLI" - Il tutto mentre Sinistra italiana chiede "un rafforzamento della sorveglianza dei seggi dato che la legge elettorale siciliana prevede che le operazioni di scrutinio si svolgano l'indomani". "È sbagliato lasciare le urne chiuse per l'intera notte di domenica, non se ne capisce la ragione. Se qualcuno volesse fare il furbo avrebbe maggiori opportunità", dice il deputato Erasmo Palazzotto, ricordando come il voto delle amministrative di 10 anni fa a Palermo "venne falsato, come accertato con sentenza passata in giudicato". Diciamo una cosa semplice: in coincidenza con la chiusura dei seggi e l'apertura delle urne puo' succedere di tutto, specialmente nei seggi periferici", conclude Palazzotto.