Giovedì 14 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Regionali, ma dal valore nazionale. Test in Emilia-Romagna e Umbria: i partiti si giocano la credibilità

Domenica e lunedì al voto. Il centrodestra punta al bis nell’Italia centrale, prova del nove per il Pd. Ma l’esame è anche per i Cinquestelle che rischiano l’ennesimo tonfo dopo le Europee

Roma, 14 novembre 2024 – Le ultime due tornate delle Regionali di autunno sono alle porte. Dopo la vittoria in Liguria, il centrodestra spera di mettere in cassaforte anche la doppietta in Umbria, mentre è più incerta la sfida in Emilia-Romagna dove l’alluvione, entrata prepotentemente nel dibattito elettorale, oggi fa sperare la maggioranza nel “ribaltone”, come già l’ha definito qualcuno. Ma è comunque una sfida in salita. Anche perché, nelle ultime ore, a farla da padrone nel dibattito sono state le misure previste nella nuova manovra, considerata dalle opposizioni “recessiva e senza investimenti”, proprio quelli che – invece – attendono gli emiliano-romagnoli per ripartire.

Le operazioni di allestimento dei seggi per le Regionali
Le operazioni di allestimento dei seggi per le Regionali

Sull’Umbria, nel fu fortino rosso, continua invece lo scontro, dagli esiti incerti, della leghista Donatella Tesei contro la “campolarghista“ Stefania Proietti, sostenuta da tutto il centrosinistra, renziani compresi. Qui, però, il Pd teme il bis della Liguria e il suo problema (magari superabile come credono al Nazareno, incrociando le dita) si chiama M5s. Considerati, senza mezzi termini, “zavorre territoriali”. Si prevede, infatti, un tonfo per i contiani; alle Europee M5s ha preso l’8,8% alle politiche 2022 poco più del 12% e ora la discesa sembra incombente. A pochi giorni, peraltro, dal congresso degli ormai ex grillini pronti a fare pesare anche l’eventuale sconfitta sul tavolo del nuovo corso dettato dal presidente del partito. Quel che è certo, tuttavia, è questo: se vince la sinistra, la segretaria Pd, Elly Schlein porterà a casa in questa tripla tornata d’autunno (Liguria, Umbria, Emilia-Romagna) due regioni su tre, e le aggiungerà a Toscana, Campania, Puglia, Sardegna. Se per Tesei arriva il bis, significa invece che il 2 a 1 lo mette a segno la destra e che la stella di Meloni e del governo nazionale non viene appannata.

L’Umbria, dunque, come terra di snodo dei futuri equilibri all’interno delle coalizioni e di riverbero nazionale importante. La filosofia, per il centrosinistra, è stata di un “tutti uniti sotto il nome di Stefania Proietti”; la speranza è di sfruttare l’onda lunga della vittoria, a Perugia, della sindaca di centrosinistra Vittoria Ferdinandi. “La nostra unità, qui, conforta”, ha detto la leader dem. Certo è che una sconfitta potrebbe segnarne il destino – anche della segretaria – molto più di quanto ha fatto la sconfitta in Liguria. Tesei, da parte sua, è la governatrice uscente confermata dal centrodestra. Qualche giorno fa è arrivato per lei l’endorsement del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, che ha sottolineato che “in Umbria” conta che ci sia “la scelta di andare avanti e di non ritornare indietro di trent’anni”.

Il tutto mentre imperversa Stefano Bandecchi, ormai una star nazionale per le sue sparate, come l’ultima (“Io i voti non li cerco, li compro!”) che gli porterà qualche altro guaio, ma lui tira dritto. E non vede l’ora di fare il suo figurone da leader accanto ai big. “Meloni ha bisogno di me, sennò perde”, dice. Nei suoi confronti è appena stato chiesto il rinvio a giudizio per evasione fiscale, ma lui replica: “Le inchieste portano voti”.

Così, dunque, in Umbria, ma in l’Emilia-Romagna è diverso. Qui la coalizione a sostegno del candidato del centrosinistra, Michele de Pascale, è larghissima e punta a umiliare gli avversari (si va dal Pd ad Avs per poi arrivare a Italia viva– nella lista civica del candidato –, Azione, Più Europa, Psi e Pri). Una sconfitta, insomma, sarebbe più che drammatica per le opposizioni, ancor peggio di una possibile disfatta in Umbria. La maggioranza, invece, punta sulla civica Elena Ugolini, che dirige le scuole Malpighi di Bologna da anni. Secondo Salvini la ex sottosegretaria all’Istruzione del governo Monti potrebbe rappresentare quella “voglia di cambiare” che in Regione manca, tuttavia, da 70 anni. Insomma, il centrodestra ci spera. Mentre la sinistra prega di non avere brutte sorprese. Qualche dato, però, per chiarire il quadro: le ultime elezioni per il Parlamento europeo il centrodestra unito ha ottenuto il 40,6%, mentre il centrosinistra e il M5s il 56. E il fatto che l’altro giorno Meloni abbia rinunciato al comizio finale per Ugolini la dice lunga di quel che si pensa dietro le quinte della maggioranza di governo.