Sabato 23 Novembre 2024
ROSALBA CARBUTTI
Politica

Elezioni regionali, voto nello stesso giorno in Emilia-Romagna, Umbria e Liguria

Un’ipotesi plausibile potrebbe essere il 17 e 18 novembre, ma è necessario l’assenso delle Regioni

Il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti

Il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti

Bologna, 20 agosto 2024 - L’election day per le prossime elezioni regionali torna un’ipotesi concreta. Il Viminale sarebbe d’accordo e potrebbe mettere in campo un decreto per far votare nello stesso giorno gli elettori di Emilia-Romagna, Umbria e Liguria. La data potrebbe essere quella ’mediana’ scelta dall’Emilia-Romagna, il 17 e il 18 novembre, in grado di mettere d’accordo le tre regioni. Perché, come ripetono fonti di maggioranz a, il ministero dell’Interno sarebbe favorevole a un accorpamento delle urne, ma è necessario il pieno assenso delle Regioni che, in materia, hanno piena autonomia. La Liguria, infatti, ha fissato la data per il 27 e 28 ottobre, l’Emilia-Romagna il 17 e il 18 novembre, l’Umbria, invece, era orientata tra metà novembre-inizio dicembre.

Da qui, il possibile compromesso per il 17 e il 18 novembre, anche perché ormai non ci sarebbero i tempi tecnici per Emilia-Romagna e Umbria per anticipare a fine ottobre e quindi uniformarsi alla Liguria. L’unico nodo, a questo punto, potrebbe essere proprio la Liguria. Dopo le dimissioni di luglio di Giovanni Toti, infatti, la Regione – come prevede il suo Statuto – deve andare al voto entro 90 giorni, appunto a ottobre. Da qui, posticipare sarebbe un problema. Stando a fonti FdI, ad esempio, il decreto del governo non basterebbe a giustificare un conflitto sulla legge regionale, mentre fonti Pd sono convinte che il decreto governativo, di fatto, risolverebbe l’inghippo.

Risultato: se la ’scappatoia’ non si trova, l’election day potrebbe alla fine farsi il 17 e il 18 novembre per Emilia-Romagna e Umbria, mentre la Liguria potrebbe ’ballare’ da sola a fine ottobre.

Le interlocuzioni con le Regioni, comunque, sono in corso ed entro il 30 agosto, giorno del vertice e tre tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dovrebbe trovare una quadra.

Quadra anche politica, almeno per quanto riguarda la Liguria su cui ancora si sta discutendo per il dopo-Toti dopo la maxi inchiesta per corruzione che ha terremotato la politica locale costringendo alle dimissioni il governatore. Negli ultimi giorni sono salite sensibilmente le quotazioni della deputata di Noi Moderati Ilaria Cavo, ‘incoronata’ da un sondaggio Euromedia Research come la candidata favorita per battere il dem Andrea Orlando, candidato in pole per il centrosinistra. Ma restano sul tavolo altri possibili nomi, come quella del sindaco uscente di Rapallo Carlo Bagnasco (Forza Italia), figlio del parlamentare azzurro Roberto, ma non è esclusa anche una candidatura civica.

Puzzle risolto, invece, nelle altre due regioni al voto, dove tra l’altro il campo largo del centrosinistra avrà un altro importante test. Nella roccaforte rossa Emilia-Romagna, guidata per due mandati dal presidente Pd Stefano Bonaccini oggi eurodeputato, il duello è tra Michele de Pascale, sindaco di Ravenna del Pd, sostenuto da un’ampia coalizione che va da Renzi al Movimento 5 Stelle, e la civica Elena Ugolini, preside bolognese ed ex sottosegretaria di Mario Monti, appoggiata da tutto il centrodestra. Entrambi, ieri al Meeting, hanno fatto sapere di essere favorevoli all’election day.

"Ma lo si deve decidere in fretta – ha detto de Pascale – perché noi siamo già in campagna elettorale in vista del 17 e 18 novembre, quindi cambiare la data non sarebbe facile". Non chiude all’ipotesi dell’accorpamento del voto delle Regionali Ugolini: "Mi adatterò a quello che verrrà deciso".

Schieramenti già chiari in Umbria dove, in attesa della conferma dell’election day, si prepara il derby tutto al femminile: il centrodestra punta sull’uscente leghista Donatella Tesei, mentre per il centrosinistra è arrivato l’ok della sindaca di Assisi e presidente della Provincia di Perugia, Stefania Proietti, sostenuta – come de Pascale in Emilia-Romagna – da un campo larghissimo composto da Pd, M5s, Avs, Azione e Italia Viva.