Martedì 12 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Regionali, rebus candidature. La Lega insiste su Solinas in Sardegna. "Ma non vogliamo strappi". Trattativa in extremis

Lollobrigida (FdI) esce allo scoperto: "Il candidato è il nostro Truzzu". Salvini assicura: non decido da solo, troveremo la quadra e non ci divideremo. Europee, Schlein offre due posti sicuri a +Europa, mossa in chiave anti Terzo polo

Il leader leghista Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti

Il leader leghista Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti

Roma, 10 gennaio 2024 – La Lega mostra i muscoli, ma è pronta a trattare il passo indietro in Sardegna: "La cosa più normale è confermare i presidenti uscenti, e quelli della lega sono i più apprezzati d’Italia. Ma non decido io da solo; troveremo insieme la quadra e non ci divideremo", annuncia Matteo Salvini ai microfoni di Bruno Vespa al termine di una giornata di scontri durissimi che aveva portato il centrodestra a un millimetro da una clamorosa spaccatura. "Non mi interessano contropartite" – specifica Salvini – non sarò mai io a spaccare la coalizione". Ma che gli interessi o meno va da sé che proprio su quelle verterà la trattativa: sul tavolo c’è anche il Veneto orfano di Zaia ("sarei felice se si candidasse per Bruxelles") se, come pare, non verrà tolto il tetto ai mandati. Ed è lo stesso leader leghista a chiarire che il match non è ancora terminato: "Mi devono spiegare per quale ragione non vogliono gli uscenti".

Il leader leghista Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti
Il leader leghista Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti

La vicenda non è ancora conclusa ma il quasi passo indietro di Salvini ferma una deriva che sembrava travolgente. Ad aprire il fuoco era stato in mattinata il vicesegretario del Carroccio, Andrea Crippa: "Noi siamo per gli uscenti: FdI spieghi lo strappo. Se Solinas non va più bene, vanno rivalutati tutti i candidati alle Regionali". Ancora più duro il presidente del Partito Sardo d’Azione, federato con la Lega, Antonio Moro: "Ci sono stati comportamenti che definire provocatori è poco. Il tavolo regionale che ha deciso la candidatura di Truzzu era una truffa". Di fronte al martellamento il ministro Francesco Lollobrigida è uscito allo scoperto con una dichiarazione secca: "Il nostro candidato resta Truzzu".

Finora ad esprimersi erano stati i ’tricolori’ sardi con la coordinatrice regionale Antonella Zedda: una tattica che lasciava margine di gioco e di eventuale ripensamento alla direzione romana. L’uscita di un dirigente di peso e vicinissimo alla premier come Lollobrigida rappresenta un punto senza ritorno. Insistere su Solinas vorrebbe necessariamente dire sfasciare il centrodestra e arrivare alla prima prova elettorale dell’anno con due candidature contrapposte. A conferma della decisione definitiva della premier, FdI ha organizzato per sabato un convegno a Quartu Sant’Elena invitando anche gli alleati, Lega inclusa, proprio per ufficializzare la candidatura di Truzzu. Il tempo del resto stringe: i simboli con il nome del candidato governatore devono essere presentati lunedì. E così, il governatore uscente Solinas, che ieri ha incontrato Salvini e in mattinata puntava i piedi, subodora il cambio di marcia: "Noi siamo alleati con la Lega: ci consulteremo e decideremo insieme". Secondo alcune voci non sarebbe neppure escluso uno spostamento del partito sardo d’azione verso Renato Soru. A sinistra infatti i margini per ricucire lo strappo sono di fatto esauriti. Con la decisione che non pare più revocabile dell’industriale di candidarsi contro Alessandra Todde sostenuta da M5s e Pd.

La partita sarda è in qualche misura intrecciata a quella delle Europee. Ma qui i tempi sono molto più lunghi: si vota a giugno. Elly Schlein sta riflettendo sul da farsi: ha convocato un conclave a Gubbio il 18 e 19 gennaio sul tema. Nel frattempo, cerca di togliere acqua al mulino di Calenda e Renzi. Ha infatti proposto a + Europa – che con il suo 2,5% potrebbe garantire ad entrambi di superare la soglia di sbarramento del 4% – l’ospitalità nelle liste del Pd. Venite con noi – il senso del discorso che ha fatto a Riccardo Magi & co. – e avrete due europarlamentari sicuri. Si vedrà. A sua volta, anche la premier non ha ancora deciso il da farsi dopo il forfait di Salvini ("non avevo detto a Giorgia che non mi sarei candidato") e i paletti di Tajani (o tutti o nessuno).

Quel che è certo, è che a candidarsi Giorgia Meloni ci tiene moltissimo. Lo conferma anche l’europarlamentare FdI, Carlo Fidanza: "La candidatura di Meloni sarebbe un bagno di democrazia e non una truffa come l’ha definita Conte". È probabile quindi che nella trattativa dei prossimi giorni con Salvini non si parli solo di presidenze regionali ma anche di elezioni europee.