Martedì 22 Aprile 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il risiko delle candidature alle regionali: gli ex che non mollano e l’idea di fare i sindaci

De Luca a Salerno, Zaia a Venezia, Vendola in Regione, la seconda vita dei leader Intanto in Veneto, Puglia, Toscana e Campania infuria il toto-governatore

Il risiko delle candidature alle regionali: gli ex che non mollano e l’idea di fare i sindaci

Roma, 13 aprile 2025 – Alla fine, è una questione di recupero. Perché i pacchetti di voti servono maledettamente quando il gioco delle elezioni regionali si fa duro e certo nessuno si può permettere, né a destra, né a sinistra, di lasciarsi male con quei presidenti ‘campioni’ di preferenze che hanno garantito per anni la gestione incontrastata del territorio. Meglio dargli un nuovo incarico, da sindaco di prestigio, casomai, in modo da tenersi stretto il loro consenso, seppur nel ragionevole avvicendamento delle seggiole e delle poltrone.

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Il presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca (Ansa)

In Campania, però, la situazione è complessa. Dopo la sentenza della Consulta, che ha cassato la via del terzo mandato, ieri il governatore Vincenzo De Luca ha riunito i suoi ed è emersa la volontà di presentare ben tre sue liste al prossimo giro, ma anche di partecipare attivamente al dibattito nella coalizione di centrosinistra per individuare il prossimo candidato presidente. De Luca, emerge, proporrebbe il vicepresidente Fulvio Bonavitacola come suo successore, sapendo però che la coalizione vorrebbe assegnare al M5s la candidatura alla guida della Campania. In questo caso, il candidato preferito da De Luca sarebbe Sergio Costa e non Roberto Fico (i rapporti con l’ex presidente della Camera non sono buoni), e il governatore potrebbe spendere tutto il suo peso e la sua influenza affinché la scelta cada sul vicepresidente della Camera.

Ma Elly Schlein e Giuseppe Conte saranno d’accordo? È una partita tutta da giocare (a destra è derby tra Cirielli, FdI, e Zinzi, Lega), ma intanto circola la voce di offrire a De Luca, in cambio di un suo appoggio sul candidato scelto dalla coalizione, la poltrona di sindaco di Salerno, un po’ come si sta insinuando l’idea, stavolta in Veneto, di ‘riciclare’ uno come Luca Zaia, che vive la stessa situazione del campano dem, a sindaco di Venezia. Per il Doge, tuttavia, quel tipo di candidatura lo lascerebbe in Veneto, mentre c’è chi, nella Lega, lo vorrebbe alla Camera, qualora si liberasse un posto nel grande gioco dell’oca delle prossime regionali, ma la partita, com’è noto, è tutta interna alla maggioranza, visto che i meloniani vorrebbero il loro Luca De Carlo al posto di Zaia con il Carroccio che non vuole assolutamente mollare la presa, men che meno Zaia e i suoi preziosissimi voti. I dem, nel frattempo, hanno messo in campo la biologa Antonella Viola, indispettendo il virologo dem Andrea Crisanti, che invece a quella candidatura puntava parecchio. Tutto lascia presagire una scacchiera ben difficile da comporre, salvando gli equilibri interni agli schieramenti e non solo. La Toscana, per dire, potrebbe diventare un banco di prova al cardiopalma per la tenuta della maggioranza. Se, da un lato, è ormai certa la ricandidatura di Eugenio Giani, a destra sembra svettare, specie nelle ultime ore, un’ombra scura sulle aspirazioni del giovane sindaco di Pistoia di FdI, Alessandro Tomasi. Dopo il congresso della Lega, dove l’eurodeputato Roberto Vannacci si è ufficialmente tesserato, le quotazioni della Lega a Firenze sono salite all’8%. Dato che fa capire come l’ex generale possa davvero essere considerato tra i papabili a contendere la Toscana ai dem. Forse anche con il benestare di Giorgia Meloni. Chissà cosa accadrà, invece, in Puglia, dove Michele Emiliano, al di là delle sentenze, aveva già deciso di lasciare il campo all’eurodeputato barese Antonio Decaro, che potrebbe avere accanto a sé, sebbene in quota Avs, un grande ritorno in scena, quello di Nichi Vendola, pronto a ricandidarsi anche solo come consigliere semplice. E a destra? Sebbene nessuno lo ammetta ufficialmente, si dà quasi per persa la Puglia, riponendo le residue speranze negli esiti della commissione ispettiva sulle infiltrazioni mafiose nel Comune gestito per dieci anni da Decaro. Diversamente, non resterà che puntare su un candidato di bandiera, come l’europarlamentare meloniano Francesco Ventola, su cui Raffaele Fitto potrebbe investire tutto il prestigio e i fondi di cui dispone da vicepresidente della Commissione europea. E non è detto che non possa giocarsi la partita.