Giovedì 19 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Elezioni, la prossima tappa. Rebus Basilicata: il campo largo c’è, ma il nome ancora no

Superato l’ostacolo Chiorazzo, ci sono dubbi sul candidato unitario di Pd e M5s. In pole ci sarebbe Rocco Paternò, presidente dell’Ordine regionale dei Medici

Elly Schlein ospite in tv e alle sue spalle una foto che la ritrae con Giuseppe Conte (ImagoE)

Roma, 10 marzo 2024 – Con un occhio all’Abruzzo e un altro alla Basilicata. Uno strabismo politico inevitabile in queste ore concitate durante le quali, per quanto riguarda la Basilicata, il campo largo è a un passo dalla chiusura del cerchio per il candidato alla guida della Regione, nome destinato a sfidare il governatore uscente Vito Bardi, di Forza Italia, di nuovo in corsa per il centrodestra. L’ostacolo maggiore è dato ormai per superato: il passo indietro del candidato finora in campo, Angelo Chiorazzo, inviso a Giuseppe Conte. Pd e M5s stanno ragionando su una rosa ristretta di candidati, che hanno il "placet" di Chiorazzo. Uno in particolare è ritenuto in pole position: si tratterrebbe di una figura emersa nelle ultime ore ma vista la fase delicata, con equilibri ancora instabili, si tende a tenerlo riservato.

Trapela il nome di Rocco Paternò, presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, anche se ancora l’ultima parola non è stata pronunciata. Dunque, questione di ore, ormai, in un momento in cui gli occhi sono puntati ancora sull’Abruzzo, ma è noto che, numeri alla mano, in Basilicata il campo largo avrebbe davvero la possibilità di conquistare la Regione senza grande sforzo. Alle politiche del 2022, infatti, il centrodestra ottenne solo il 38,2% (FdI al 18,2%, Forza Italia al 9,4%, Lega al 9%, Noi con l’Italia all’1,8%). M5s risultò essere primo partito con il 25%, il Pd si fermò al 15,2% e buon successo ebbe l’alleanza fra Renzi e Calenda: 9,8%. Stando a quei numeri, oggi il centrosinistra unito avrebbe ottenuto il 46,6% e da solo avrebbe distanziato molto il centrodestra. Con la formula del campo larghissimo modello Abruzzo (ovvero dentro anche Renzi e Calenda) il risultato sarebbe stato schiacciante: 56,4%. Per questo, l’obiettivo è esattamente questo, "trovare un accordo positivo, che metta insieme tutte le forze democratiche e progressiste – ha assicurato il presidente Pd, Stefano Bonaccini –. Se ci dividiamo noi, hanno già vinto gli altri. Trovare una candidatura forte può essere la premessa per vincere, come abbiamo fatto in Sardegna".

Chiorazzo, imprenditore, fondatore di Auxilium – cooperativa sociale che offre servizi sanitari, sociali e educativi – era stato indicato da Basilicata Casa Comune, sostenuto dal Pd lucano e dall’appoggio "di peso" dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza (Pd). A mettere il veto su Chiorazzo è stato il M5s. A quel punto, spinti anche dalla vittoria in Sardegna, la trattativa si è spostata a livello nazionale, con tanto di viaggio di Chiorazzo a Roma, dove ha incontrato il presidente del M5s Giuseppe Conte e la segretaria del Pd Elly Schlein.

I tempi non sono stretti: in Basilicata si vota il 21 e 22 aprile, le liste, quindi, devono essere presentate entro il 22 e il 23 marzo. Nelle ultime ore, i due interlocutori Igor Taruffi per il Pd e Paola Taverna per il M5s hanno però intensificato sia contatti con i referenti in Basilicata sia la triangolazione con Chiorazzo: l’obiettivo era chiudere prima del voto in Abruzzo, in modo da gettare nella campagna elettorale anche questo nuovo elemento di unità dell’alleanza. Ma la delicatezza degli equilibri in gioco ha zavorrato il cammino. E fra i potenziali alleati, c’è chi storce la bocca. Tre persone chiuse in una stanza – ha scritto su Facebook il consigliere regionale di Azione, Marcello Pittella – pensano di poter decidere per tutti. L’eventuale coalizione viene ignorata, e nel silenzio complessivo, ci si aspetta poi l’obbedienza?". Tra i nomi di queste ore, seppur in ribasso, anche quelli dei manager Giampiero Maruggi e Lorenzo Bochicchio e quello del presidente della Provincia di Matera, il dem Piero Marrese.