Roma, 25 marzo 20189 - Vincendo in Basilicata, il centrodestra ha spezzato l’equilibrio con il centrosinistra nel governo delle regioni italiane. Prima della vittoria in terra lucana, infatti, si era di fronte a un ‘pareggio’, 10 a 10, con un grande assente: il Movimento 5 Stelle, che ancora non guida alcun territorio regionale. Al pareggio si era arrivati con le elezioni in Sardegna, ma il risultato risente delle ultime regionali, con altre cinque giunte passate dal centrosinistra allo schieramento avversario, in Molise, Friuli Venezia Giulia, in quelle delle province autonome di Trento e Bolzano (che ha un inedito governo Svp-Lega, mentre storicamente era Svp-Centrosinistra), e in Abruzzo. La Valle d’Aosta era stata conquistata clamorosamente dalla Lega, ma la giunta è stata poi sfiduciata ed è tornato al potere lo schieramento autonomista. Ma non deve ingannare il dato finale: dopo il 4 marzo del 2018, data delle elezioni politiche che hanno poi portato al governo formato da Lega e 5 Stelle, il ‘filotto’ del centrodestra è stato pressoché totale. Il Molise, il 22 aprile scorso, ha eletto il forzista Donato Toma (col 43% circa); in Friuli Venezia Giulia si è affermato Massimiliano Fedriga (con oltre il 57%), esponente del Carroccio, e in Trentino Maurizio Fugatti (con il 46,7%), anch’esso leghista.
Un trend proseguito quest’anno in Abruzzo (il nuovo presidente è Marco Marsilio, di area Fratelli d’Italia), e Sardegna, con Christian Solinas. Ora la Basilicata ha spostato l’ago della bilancia, e siamo 11 (centrodestra) a 9 (centrosinistra).