Isernia, 28 giugno 2023 – II Molise ha meno abitanti del Comune di Bologna. Non solo per questo, i risultati delle elezioni regionali non possono essere considerati un test di rilievo nazionale. Aggiungono tuttavia un indizio per rispondere ai quesiti posti dalle politiche del 2022 e dalla successiva ascesa alla segreteria del Pd di Elly Schlein. Le elezioni parlamentari di settembre hanno messo in scena un evidente squilibrio tra un centrodestra di nuovo unito sotto la leadership di Giorgia Meloni e un’opposizione attraversata da fratture ancora più profonde rispetto al passato, al punto che risulta dubbio se sia ancora utilizzabile la denominazione di centrosinistra e a quali soggetti possa essere applicata.
La soluzione evocata da Stefano Bonaccini era, più o meno, quella canonica che il Pd ha cercato di praticare dalla sua fondazione: proporsi come un partito che sa dialogare con sindacati e imprenditori, una grande tenda o il baricentro di una coalizione che tiene insieme liberali di sinistra e sinistra radicale, cattolici e libertari. Elly Schlein ha vinto promettendo una identità più netta ed è andata dritta per la sua strada. Una quota consistente della sua segreteria è composta da persone che, come lei, provengono da gruppi collocati a sinistra del Pd (Sinistra Ecologia Libertà, Sinistra italiana, Possibile, Coraggiosa, Articolo 1) o da ambienti limitrofi.
La sua presenza sulla scena pubblica e di conseguenza la sua immagine sono state contrassegnate dalla ricorrente partecipazione a iniziative delle associazioni Lgbtqia+, dell’Anpi di Gianfranco Pagliarulo (ex Prc-Pdci), della Cgil di Maurizio Landini, del Movimento 5 Stelle contrario a sostenere la resistenza ucraina contro l’aggressione militare russa. Ha identificato Giuseppe Conte come un alleato naturale; con Carlo Calenda la distanza non si è mai ridotta e la diffidenza sembra reciproca; Matteo Renzi è chiaramente un nemico.
In sostanza, la scommessa su cui sembra reggersi il Pd di Elly Schlein è che esista un elettorato di sinistra, ecologista e libertario, finora non adeguatamente rappresentato e quindi incline ad astenersi, da rimotivare e mobilitare. E che si tratti di un elettorato sufficientemente ampio, se sommato ai 5 Stelle, per costruire l’alternativa al centrodestra. Questa scommessa era basata sulla aspettativa che il governo Meloni avrebbe favorito la polarizzazione. Che la leader di Fratelli d’Italia avrebbe agito e sarebbe stata percepita come una estremista, se non addirittura come una neofascista, dall’opinione pubblica interna e nei circuiti internazionali. O almeno che questa rappresentazione della realtà avrebbe contribuito a ricompattare e mobilitare il campo opposto.
Al contrario di quanto era stato detto, in Molise il candidato 5 Stelle sostenuto dal Pd, Roberto Gravina, correva in salita. Sommando i voti presi alle Politiche 2022 dai partiti che lo sostenevano, partiva con un vantaggio del tutto teorico di qualche punto percentuale sul suo avversario. Sulla base delle esperienze recenti, era improbabile che riuscisse a tenere insieme, in elezioni amministrative, tutto l’elettorato del “campo largo”. Ma la misura della sconfitta è andata ben oltre le previsioni peggiori. E le stime sulla probabilità che Elly Schlein possa vincere la sua scommessa sono peggiorate.