Parigi, 7 luglio 2024 – Oggi in 12 ore si gioca il futuro della Francia. Alle 20, gli exit poll ci diranno subito i risultati del secondo turno elettorale delle legislative, ma per capire chi governerà accanto al presidente Emmanuel Macron (in carica fino al 2027) forse dovremo aspettare a lungo. Salvo una maggioranza assoluta per l’estrema destra, l’unica certezza che avremo stasera sarà chi ha perso. Secondo gli ultimi sondaggi, il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, il Rassemblement national, non dovrebbe raggiungere la maggioranza assoluta (289 seggi) e potrebbe fermarsi a 230. Da solo Bardella non riuscirebbe a costruire un governo.
Bardella ha ottenuto al primo turno il 33% dei voti, una valanga di preferenze, ma potrebbe non bastare dopo che oltre 200 candidati di Macron e del Nuovo Fronte popolare hanno accettato di ritirarsi e convogliare oggi i loro potenziali voti sul candidato anti lepenista (che sia di centro o di sinistra) per battere l’avversario di destra. Il barrage, lo sbarramento, funziona se però gli elettori lo seguono. E nell’incertezza della vigilia non va sottovalutato.
Secondo le proiezioni del centro studi Le Grand Continent di Gilles Gressani molto dipende da affluenza e schede bianche: "Stimiamo che se il 50% degli elettori centristi e di sinistra non si mobiliterà per fare barrage, Rn si avvicinerà alla maggioranza assoluta: più questi elettori temono l’imminente arrivo al potere di Bardella, più si mobilitano". L’eurodeputato Raphaël Glucksmann, ex capo della lista socialista alle Europee, ha messo in guardia contro l’astensionismo: non si può ancora escludere la possibilità di una maggioranza assoluta per i lepenisti. Lo stesso ha ripetuto il premier Gabriel Attal, uno dei sostenitori della desistenza anti Bardella.
La tensione sale più si avvicinano le urne. Ieri Le Pen ha aperto il capitolo Ucraina. Il suo partito storicamente è stato vicino a Putin, prima di una presa di distanza, almeno ufficialmente. La leader della destra ha inviato un messaggio a Kiev, a Bruxelles e a Mosca: un primo ministro di Rn impedirà all’Ucraina di usare armi a lungo raggio fornite dalla Francia per colpire la Russia sul suo territorio. "E se Macron vuole inviare truppe in Ucraina e il primo ministro è contrario, allora non verranno inviate – ha detto Le Pen alla Cnn –, perché l’ultima parola spetta al primo ministro". L’articolo 15 della Costituzione francese assegna al presidente della Repubblica il comando delle Forze armate e Macron non intende cedere. Figuratevi come sarebbe la coabitazione fra lui e Bardella.
Incertezza su incertezza, dunque. Che succederà se Bardella non avrà la maggioranza per governare? Le ipotesi sul campo sono diverse ma tutte confuse. La sinistra non vuole sentire parlare di soluzioni tecniche, ma è chiaro che potrebbe esserci un governo di coalizione fra centristi e Fronte popolare. Con mille ipoteche e difficoltà. Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra radicale di La France Insoumise, garantisce che se il Fronte va al governo applicherà il suo programma, lontano dalle idee di Macron. Prima delle elezioni si parlava di un possibile governo moderato con Édouard Philippe, ex gollista alleato di Macron, che però non ha dato indicazioni sulla desistenza ai suoi di Horizons e oggi è inviso alla sinistra. Se il Fronte ottenesse molti seggi il premier potrebbe essere un esponente di sinistra in grado di dialogare con i liberali. Glucksmann? La ecologista Tondelier? Con ministri tecnici? Ipotesi, fantasie. Per ora.
Intanto trentamila poliziotti vigilano oggi sul voto, molti negozi hanno rafforzato le saracinesche sono state messe barriere di metallo alle porte delle banche. Attal ha dichiarato che il suo governo potrà garantire la continuità dello Stato "per tutto il tempo necessario" in attesa di un nuovo governo, anche se la tradizione vuole che il governo presenti le sue dimissioni dopo il voto. Ma Parigi ha un impegno ineludibile: le Olimpiadi dal 26 luglio all’11 agosto.