Giovedì 28 Novembre 2024
ROSALBA CARBUTTI
Politica

Elezioni europee 2019, Calenda: il Pd non brilla, si vince al centro

L'ex ministro campione di preferenze: "Voglio allearmi con Zingaretti, mai con i grillini. Siamo europei diventerà un movimento, ma non voglio scissioni o rotture. Il candidato premier se si va al voto? Bene Sala, ancora meglio Gentiloni"

Carlo Calenda ha conquistato 275mila preferenze nel Nord Est

Carlo Calenda ha conquistato 275mila preferenze nel Nord Est

Roma, 29 maggio 2019 - Il Nord Est l’ha premiato con 275mila preferenze. Carlo Calenda, capolista della lista Pd-Siamo europei, però non brinda. "Siamo vivi, abbiamo evitato il disastro, ma zero trionfalismi. In voti assoluti abbiamo guadagnato rispetto alle Politiche solo nel Nord Est, per il resto non abbiamo incrementato consensi, né abbiamo conquistato i delusi del Movimento 5 Stelle". A questo punto quale strategia suggerisce? "Si vince guardando al centro che ormai, franata Forza Italia, non è più rappresentato. Non dico ai moderati, perché io caratterialmente sono tutto meno che moderato. Ma dobbiamo tenere insieme liberaldemocratici, socialdemocratici e popolari". Già ma come? "Pensavo a +Europa di Emma Bonino, ma di certo non basta, e ai Verdi. Ma non gli ambientalisti ‘gruppettari’ che ci sono in Italia, mi riferisco a quelli che ci sono negli altri Paesi Ue. L’idea è creare un’alleanza a più punte".  Quindi niente listone, ma una coalizione? "Sì, dobbiamo pensare alle alleanze. Ma non penso di creare qualcosa che rompa con il Pd, sia chiaro. Non voglio strappi, scissioni etc... ma voglio pensare alla strategia utile per unirsi, condividendola con Zingaretti, Gentiloni e Renzi e portare a casa il risultato migliore". Siamo europei diventerà un partito? "Più un movimento. Ci stiamo strutturando nei territori e vogliamo valorizzare persone valide, competenti, nuove". C’è chi dice che Calenda e Renzi costruiranno un partito al centro. "Con Renzi? Ma se è stato segretario del Pd, eletto due volte e con tantissimi voti alle primarie. Credo sia difficile per lui creare un altro partito, una specie di Margherita 2.0. A questa idea non ci ho mai creduto neanche per un secondo". Come lei, anche l’ex premier non festeggia i risultati del partito e punge: "La risposta è arrivata da Firenze grazie a Dario Nardella". "Credo solo che Matteo volesse sottolineare che siamo andati meglio alle Comunali che alle Europee". Roberto Giachetti ha sottolineato che rispetto al 4 marzo avete perso voti e che gli unici vincitori sono Lega e Fd’I. "Ecco, ora ci manca solo di disquisire sull’interpretazione del voto. Se qualche figura minore vuole fare casino, io mi tiro fuori. Ma non penso che qualcuno voglia ricominciare a litigare. Non ci sono divisioni, a meno che qualcuno le voglia inventare a tutti i costi...". Dai flussi elettorali risulta che avete conquistato poco o niente dall’elettorato grillino e qualcosina dalla sinistra di Leu.  "Non so per chi abbiano votato Bersani e D’Alema e non mi interessa...".  Insomma, è d’accordo con Zingaretti: siete pronti per andare al voto? "L’Italia in Ue è passata dalla serie A alla serie C, quindi dobbiamo pensare a rafforzare il risultato delle Europee, recuperare la rappresentanza di quella parte d’Italia che si è persa dietro due pifferai magici, uno dei quali si è sgonfiato, guardare al Sud e recuperare chi sta in fabbrica". Se il governo cadrà, chi sarà il vostro candidato premier? «Il sindaco di Milano Sala e l’ex premier Gentiloni sono nomi molto spendibili". C’è già l’accordo su Sala? "Quello che so è che è un ottimo manager, va benissimo. E va ancora meglio Gentiloni che rappresenta una forza tranquilla".  Quindi, il governo cadrà? "Se andiamo avanti così con Salvini che dice che servono 30 miliardi per la flat tax ci facciamo male. L’esecutivo cadrà, il leader della Lega sta solo cercando il casus belli per farlo saltare. Ma dico no a un accordo con i 5 Stelle o eventuali scissionisti grillini".