Roma, 27 aprile 2024 – Dal palco della Conferenza programmatica di FdI che si è aperta ieri a Pescara, Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e tra i massimi esponenti tricolore, lancia una proposta destinata a non passare inosservata: "Chiederemo di aggiungere all’articolo 32 della Costituzione questo passaggio: “La Repubblica garantisce la sana alimentazione del cittadino e a tal fine persegue il principio della sovranità alimentare e tutela i prodotti simbolo dell’identità nazionale”.
Ministro, non bastava la legislazione ordinaria?
"Nella nostra importante e bella Costituzione ci sono cose che all’epoca non era necessario ribadire, ma che oggi riteniamo importante fare. Un dovere non della destra o della sinistra, ma di tutti. Ringrazio il collega Foti che porterà la richiesta in Parlamento".
A proposito di doveri: come risponde a chi critica la scelta dei leader di candidarsi senza voler poi optare per il Parlamento europeo?
"Posso rispondere solo per il mio partito. Crediamo che un leader, in quanto massima espressione di una determinata forza politica, debba metterci la faccia e rappresentare per gli elettori la garanzia di una visione e di un indirizzo politico preciso. L’impegno diretto dei leader, inoltre, conferisce maggiore peso e interesse in tornate elettorali che storicamente hanno registrato una minore affluenza".
In base a questo ragionamento, domani la premier dovrebbe ufficializzare la sua candidatura.
"Il nostro partito porterà con orgoglio, come già fatto in passato, il nome di Meloni nel simbolo. ‘Con Giorgia’ perché, sia che si candidi sia che non si candidi, Fratelli d’Italia punta su Giorgia Meloni per l’Europa. È l’ennesima dimostrazione di coerenza e dell’impegno per cambiare l’Europa e riportare gli interessi della nostra Nazione al primo posto, come recita lo slogan della Conferenza programmatica di Pescara perché vogliamo ribadire che ’L’Italia cambia l’Europa’, attraverso l’esempio virtuoso del governo Meloni".
Per farlo, su chi puntate per la Commissione europea? Potreste sostenere von der Leyen, qualora l’appoggiasse il Pse?
"Fare previsioni adesso è poco serio. Il voto per il presidente della Commissione è un processo complesso che richiede una valutazione attenta poiché influenzato da molteplici variabili, la più importante delle quali è il voto dei cittadini europei. Dopo le urne affronteremo ogni scenario. Con von der Leyen abbiamo sempre mantenuto un rapporto corretto e un dialogo aperto nell’interesse dell’Italia. Perseguendo questo interesse faremo le nostre scelte".
Come vedrebbe Mario Draghi alla guida della Commissione?
"Guardi su Draghi, come su altri nomi che vengono tirati in ballo di tanto in tanto, ha detto bene Giorgia Meloni affermando che bisogna prima comprendere qual è l’Europa che si vuole realizzare. Vogliamo un’Europa che segua un modello diverso da quello interpretato negli ultimi anni. Un modello che abbandoni l’approccio ideologico sulle politiche cosiddette green, ma che sappia conciliare la sostenibilità ambientale a quella economica e sociale".
C’è chi candida Draghi al vertice del Consiglio europeo.
"Dal 9 giugno in poi verranno avviate tutte le dovute valutazioni. Draghi ha preso atto del fatto che occorre un cambio di passo. E se bisogna cambiare, significa che quello che si è fatto prima non era corretto. A cominciare dalla necessità di difendere le imprese e la produzione in Europa".
Quale sarebbe un risultato davvero soddisfacente per FdI il 9 giugno?
"Anche solo un voto in più rispetto alle elezioni politiche è un grande risultato. Nessun esecutivo prima ci è riuscito, ma pensiamo di ottenere qualcosa in più".
Se dopo le Europee ci fosse il sorpasso di Forza Italia sulla Lega, ci sarà un rimpasto?
"Lo escludo. Qualsiasi discussione non sarebbe mai determinata da questo voto".
La nuova Pac varata dall’Unione è un compromesso arrivato dopo una lunga trattativa. È sufficiente per l’Italia?
"È un primo passo: siamo consapevoli che occorrono ulteriori interventi di medio e lungo periodo. L’Italia si è fatta capofila della coalizione degli Stati membri attivi sul fronte della riforma, che hanno chiesto di modificare aspetti fondamentali per l’agricoltura".
Dunque? L’Europa vi ascolta?
"Assolutamente sì. Il governo Meloni ha voluto in questi mesi riportare gli agricoltori al centro. L’agricoltore è infatti il primo bioregolatore e svolge una fondamentale azione di presidio e salvaguardia della biodiversità. Il documento che abbiamo presentato in Europa sul tema è stato sottoscritto dalla maggioranza dei miei colleghi".
Mi par di capire che lei tracci un bilancio positivo di questi 18 mesi di governo.
"Sì, abbiamo voluto dare un segnale forte per sottolineare l’importanza e l’attenzione che le Istituzioni attribuiscono alla nostra agricoltura. Mai come oggi l’agricoltura è centrale nel sistema economico italiano, mai così alti gli stanziamenti. Ci siamo distinti in Europa per difendere le nostre produzioni di eccellenza".
Ma cosa significa per FdI la sovranità alimentare? Protezionismo? Autarchia?
"La nostra visione di sovranità alimentare non è protezionista, ma mira a garantire approvvigionamenti di qualità per tutti, ponendo il settore al centro dello sviluppo, sia in Europa che nelle aree del mondo più svantaggiate. A settembre ospiteremo il G7 Agricoltura a guida italiana, con cui ci impegniamo a giocare un ruolo attivo in questo processo".