Roma, 24 maggio 2019 - Campagna elettorale per le europee, oggi lo stop, con il tour de force degli ultimi comizi dei leader e gli interventi in radio e tv. E come hanno fatto ogni giorno negli ultimi scampoli di campagna, anche al rush finale i due alleati del M5S e della Lega continuano a pungersi in cerca del pieno di voti, garantendo nel contempo la tenuta del governo nel post elezioni. Luigi Di Maio nega che il voto potrà modificare gli assetti e gli equilibri nel governo e ricorda che "il M5s ha il 36% del Parlamento e la maggioranza assoluta in Consiglio dei ministri e così rimarrà". E chiude ancora sull'abolizione dell'abuso d'ufficio che "non è nel contratto", mentre rilancia sul dl famiglia che "va approvato la settimana prossima".
Matteo Salvini assicura: "Resto leale e mi piacerebbe che anche tutti gli altri lo fossero. Spero che da lunedì i no e i nì diventino sì. Quello che è strano è essere insultati dagli alleati di governo. Ma da lunedì conto che tutti torneranno più rispettosi".
Intanto il bureau dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, l'organizzazione a cui aderiscono 47 Paesi e che ha come mandato la difesa dei diritti umani e stato di diritto e che non fa parte delle istituzioni Ue, ha deciso di non riconoscere il gruppo 'nuovi democratici europei/Europa delle nazioni e delle libertà' a cui aderisce la Lega, e guidato dal parlamentare austriaco dell'Fpoe, Martin Graf. Del gruppo fanno parte anche i tedeschi dell'Afd.
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SALVINI - Dal comizio di Verbania, sul lago Maggiore, il segretario federale del Carroccio promette: "Fra due giorni la Lega sarà il primo partito italiano e cambierà la storia dell'Europa. Che bello!". Poi al Gr1, sul tema immigrazione - pungola il leader a 5 stelle: "Non so se Di Maio ha nostalgia di Renzi e Gentiloni. Basta che lo dica", dice commentando le parole dell'altro vicepremier, secondo il quale sui rimpatri avrebbe fatto meglio il governo Gentiloni. Sui rapporti con il Movimento Cinque Stelle, Salvini ripete: "Mi sembra che mi stiano insultando da settimane, io rispondo col lavoro".
Altra stoccatina all'alleato: "Ieri in televisione è apparso Mario Monti. E a chi gli chiedeva se preferisse me o Di Maio, ha detto Di Maio. Per fortuna", ha detto a Vercelli a un comizio a sostegno del candidato sindaco Corsaro. Nello stesso comizio Salvini - accolto dalla standing ovation della piazza - parla delle regionali piemontesi: "Ci siamo quasi, tra due giorni liberiamo Vercelli, il Piemonte e l'Italia con tanti saluti al Pd e alla sinistra a cui sono rimasti solo i fischietti". A margine della piazza alcune decine di contestatori hanno fischiato il vicepremier.
Sul nodo giustizia, il vicepremier leghista ad Agorà su Rai3 chiede: "Ho mai chiesto le dimissioni della Raggi perché è stata indagata per anni? No, perché se uno è indagato è innocente. Alla sindaca di Roma contesto una pessima amministrazione della città', quello sì, la sporcizia, i mezzi pubblici, le buche, i topi ma i processi si fanno in tribunale non a casa Salvini, a casa Di Maio o in televisione".
DI MAIO - Dal canto suo il leader pentastellato Di Maio sembra voler sterzare verso posizioni moderate e propone il Movimento come un argine alla Lega, con cui governa da un anno. Di Maio non esita a dire che il Carroccio "mette in difficoltà chi governa se vedo Salvini che imbraccia il mitra il giorno di Pasqua o un altro ministro che va a Verona a dire che bisogna abolire la legge sull'aborto. Noi siamo l'argine a questa roba qua, non c'è nel contratto". Addirittura, invita ad abbassare i toni di fronte a una "tensione sociale palpabile". Il destinatario dell'appello è sempre la Lega: "Sequestri di telefonini, persone segnalate, striscioni ritirati. Nelle piazze è tornata una divisione tra estremismi che non fa bene a nessuno", dice riferendosi alla tensione che si è sviluppa intorno alle contestazioni nei confronti di Salvini.