Martedì 12 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Elezioni, campo largo in panne. In Basilicata crisi Pd-M5s: il candidato si ritira. Piemonte, i dem da soli

Lacerenza lascia la corsa, l’ira dei 5 Stelle. Conte: è stato impallinato Al suo posto si ricandida Chiorazzo. Azione guarda verso il centrodestra

Roma, 16 marzo 2024 – Lucania amara e campo largo in subbuglio. Dopo che Domenico Lacerenza ha comunicato la propria "rinuncia" alla candidatura a presidente della Regione, il Pd si trova in mezzo al tiro incrociato tra 5 Stelle e Azione, che si accusano e escludono a vicenda. Il leader di Azione, Carlo Calenda, chiede ai dem di mandare a quale paese il presidente del M5s Giuseppe Conte. Che per parte sua si manda a dire che "quelle famiglie che governano da 40 anni in Basilicata noi non le appoggeremo", con evidente riferimento al plenipotenziario calendiano Marcello Pittella. Difficile che il tavolo locale convocato d’urgenza ieri sera riesca a ricomporre l’alleanza. Improbabile anche che la leader dem Elly Schlein scelga di rompere l’alleanza con Conte.

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Anche se ieri il Pd Piemontese ha scelto la schleiniana Gianna Pentenero, assessora alla Sicurezza a della giunta Lorusso a Torino, nella consapevolezza dell’impossibilità di accordarsi col M5s di Chiara Appendino. Se Schlein e Conte preserveranno l’accordo almeno in Basilicata, i centristi potrebbero prendere la strada dell’alleanza col governatore uscente di centrodestra Vito Bardi. Italia Viva ha già siglato ieri l’intesa. E oggi Calenda e Pitella annunceranno la decisione di Azione.

L’oftalmologo potentino Lacerenza non ha retto l’inusitata pressione della politica. Si ritira "nell’interesse delle forze" che lo hanno proposto, date "le reazioni che ci sono state". Un passo indietro volto a preservare "la ricerca dell’unità dei moderati e progressisti" per battere il centrodestra. Prospettiva che però si fa difficile nel caso in cui venga a mancare uno tra M5s e Azione: rispettivamente il 25 e il 10% alle politiche 2022, quando il Pd ha preso il 15.

Sono i diretti interessati a ribadire l’aut aut. "Mandate a quel paese questo qualunquista che ha governato con Salvini – dice Calenda da Matera –, ha fatto i decreti sicurezza, si spaccia per progressista ma non sa scegliere tra Trump e Biden". Di riflesso Conte da Napoli: "Noi siamo stati chiari e compatti", dichiara, difendendo Lacerenza "impallinato" dal tiro al piccione e accusando Pittella. Un ping pong che rimette la palla al Pd. Chiamato a questo punto scegliere tra Conte e la coppia Calenda-Pittella. Difficile però che la segretaria molli l’alleanza coi 5Stelle, sostenuta anche dall’ex ministro della sanità di Conte Roberto Speranza. Anche se fonti pentastellate non escludono la possibilità di una corsa solitaria. Nel qual caso il Movimento punterebbe su una tra Alessia Araneo, consigliera comunale di Melfi, e Viviana Verri, consigliera comunale di Pisticci e prima sindaca del movimento in Basilicata nel 2016.

"C’è la volontà di stare insieme", assicurano fonti dem lucane. Intanto sui social Piero Lacorazza del Pd, ex-presidente della provincia di Potenza e consigliere regionale, si dice disponibile. Una candidatura dem è idea della minoranza. Altra ipotesi potrebbe essere Piero Marrese, presidente della provincia di Matera. Mentre l’ex governatore dem, Antonio Boccia, rilancia il manager delle coop bianche Angelo Chiorazzo, che a sua volta in serata annuncia il suo ritorno in campo "per il cambiamento". La partita delle alleanze regionali si interseca con quella politica. Conte e Schlein lavorano per le intese, la fronda autonomista del M5s le boicotta. Come in Piemonte, dove la plenipotenziaria ex sindaca di Torino Appendino è letteralmente inconciliabile col suo successore dem, Stefano Lorusso. Il Pd regionale ha perciò trovato il compromesso interno su Pentenero, assessora schleiniana del capoluogo. In cambio la minoranza dovrebbe guadagnare più spazio nelle liste elettorali. "Registriamo questo cambio di passo e di metodo", replicano i 5 Stelle promettendo a breve la scelta della candidatura per sfidare il governatore Alberto Cirio. In predicato invece dell’appoggio di Azione.