Roma, 16 marzo 2024 – “Sul programma ci potrebbero essere le condizioni per un’intesa con Vito Bardi". Parola dell’ex governatore dem della Basilicata e attuale plenipotenziario di Azione, Marcello Pittella. Che, nel pieno di un’intensa giornata di trattative, considera "difficile" che il tavolo del centrosinistra si sblocchi a causa dei vincoli imposti da Pd e 5 Stelle nazionali.
Pittella, la scelta di Domenico Lacerenza non la convince perché non è un politico, come ha dichiarato, o perché Azione è stata lasciata ai margini delle trattative?
"Ho espresso la mia opinione, che è fatta di metodo e di merito. Nel metodo, non è che Giuseppe Conte e Elly Schlein possano decidere il candidato governatore e poi noi ne veniamo a conoscenza attraverso la stampa. Nel merito, Domenico Lacerenza è un mio grande amico e un oculista bravissimo che stimo molto, ma la politica è un’altra cosa. Servono dignità, rispetto e correttezza. Noi non siamo comparse o belle statuine. Siamo una forza politica che cerca di fare la propria parte. Perciò abbiamo detto no".
Questo ha portato a un’effettiva riapertura del confronto almeno a livello locale?
"Il centrosinistra lucano si è reso conto che il candidato scelto non risponde alle aspettative che si immaginavano. Ma a questo punto dovrebbe andar contro quello nazionale. Il tavolo locale vorrebbe anche giocare la partita. Per quanto io, come Azione, abbia subito il veto dei 5 Stelle a partecipare alla coalizione, sono qui per cercare di dare un contributo se ci vogliono".
Faccia capire meglio: Azione è stata esclusa dal tavolo in Basilicata o a Roma?
"Al tavolo nazionale non ci hanno mai chiamati. A quello regionale sì. Poi Conte ha chiuso su Lacerenza insieme a Schlein e ha detto che si sarebbe andati alle elezioni senza Azione. C’è un veto nazionale su di noi, con un tenue distinguo da parte del Pd, ma non della sua segretaria. Se veniamo tenuti fuori, se i 5 Stelle non ci vogliono e il Pd tituba, allora perché dobbiamo continuare a stare nel centrosinistra? Questo è il tema. Ed è un fatto grave, perché lede la dignità del nostro partito".
Il suo telefono è ininterrottamente occupato. A questo punto ci sono ancora margini per una ricucitura?
"La vedo difficile. Vedo il Pd e 5 Stelle lucani troppo vincolati alle decisioni nazionali. E privi del coraggio necessario ad affermare con autorevolezza e decisione un indirizzo politico, come in passato avevano sempre saputo fare i dem della Basilicata. Siamo ormai alla dead line . Domani (oggi per chi legge, ndr ) Carlo Calenda sarà in Regione e dovremo annunciare cosa faremo".
E quali sono le alternative?
"O Azione va da sola, magari con una piccola coalizione. Oppure ci alleiamo col centrodestra del governatore Bardi sulla base di un patto programmatico".
Dopo il voto sardo Calenda ha riconosciuto l’inutilità di stare fuori dai poli. Se non col centrosinistra, ci sono le condizioni per un’intesa col centrodestra?
"Sì. Sul programma le condizioni ci potrebbero essere".
A partire da che cosa?
"Dalla sanità e welfare in primo luogo. E poi la transizione energetica e la connettività materiale e immateriale della Regione. Che per noi sono gli argomenti dirimenti per la prossima amministrazione".
Compresa quindi la presenza di assessori in giunta?
"Certo. Compreso il nostro ingresso nella squadra di governo della giunta Bardi con deleghe specifiche a partire dalle competenze che esprimiamo. Sulla base di quello che Azione varrà alle elezioni dei 21 e 22 aprile e del giusto riconoscimento dell’agibilità politica necessaria in Regione e nelle sue articolazioni".