Roma, 9 aprile 2018 - "Tra qualche giorno – ricorda spesso Matteo Salvini – si vota alle Regionali: una bella vittoria del centrodestra lancerebbe un bel segnale al Quirinale". Le consultazioni al Colle segnano il passo, ma le elezioni regionali in Molise (314mila abitanti), il 22 aprile, e in Friuli Venezia Giulia (1,223 milioni di abitanti), il 29 aprile, si avvicinano. Per quelle due date, forse, potrebbe non ancora esserci un governo e il risultato elettorale di due regioni sia pure molto particolari (il Molise è il più piccolo tra le ordinarie, il Friuli è a Statuto speciale) potrebbero pesare sul piatto delle trattative per il governo. C’è poi il voto in un’altra regione, la Valle d’Aosta il 20 maggio: alle politiche i 5 Stelle hanno ottenuto un loro primo storico deputato qui.
CATTIVI PENSIERI I sassolini di Pollicino - di G.CANE'
Il risultato delle Regionali è atteso con speranza, e sicumera, dalla Lega, che conta di vincere sicuramente in Friuli e di poterlo fare, insieme a tutto il centrodestra, anche in Molise. I 5 Stelle in Molise sono fortissimi e primi nei sondaggi (potrebbe essere la prima regione italiana governata dall’M5S), ma sanno che probabilmente arriveranno solo secondi in Friuli. Il Pd, invece, sa che sta per collezionare altre due sconfitte, anche se sono loro le amministrazioni uscenti in entrambe. A giugno si terrà anche un’importante tornata di elezioni amministrative (primo turno il 10 giugno, ballottaggi il 24). I comuni al voto sono 797 per un totale di quasi 7,1 milioni di italiani e, tra essi, 20 capoluoghi di provincia: Ancona, Avellino, Barletta, Brescia, Brindisi, Catania, Imperia, Massa, Messina, Pisa, Ragusa, Siena, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza e Viterbo.
Qui, ovviamente, il quadro è variegato ed è difficile poter stabilire con così largo anticipo chi potrebbe vincere, ma il partito votato alla sconfitta sembra sia sempre il Pd, dato che in 16 capoluoghi su 21 le amministrazioni uscenti sono democratiche. E così, il Molise potrebbe diventare la prima regione italiana governata dai 5 Stelle. I dati delle recenti politiche parlano chiaro: il 4 marzo, in Molise, l’M5S ha preso il 44,8% dei voti contro il 29,8% del centrodestra e il 18,1% del Pd. Tra Camera e Senato, i 5 Stelle hanno vinto tre collegi uninominali su tre (due Camera e uno Senato) e, nel complesso, quattro seggi su cinque (il quinto, per l’effetto flipper dei resti insito nel Rosatellum, lo ha vinto una deputata di Leu, Giuseppina Occhionero, col 3% dei voti!). Alle Regionali del 22 aprile il candidato dei 5 Stelle è un ragazzo di 33 anni, Andrea Greco, laureato in Legge e mai eletto da nessuna parte, neppure in un consiglio comunale.
Il centrodestra candida Donato Toma, presidente dell’ordine dei commercialisti di Campobasso: pur appoggiato da ben nove liste (quattro nazionali e cinque locali), difficilmente recupererà oltre 15 punti. Il candidato di centrosinistra è Carlo Veneziale, assessore della giunta di centrosinistra uscente, guidata da Paolo Di Laura Frattura, che ha cinque liste in appoggio, tra cui Leu, e nessuna chance di farcela. In Friuli, dopo un braccio di ferro iniziale che aveva visto Berlusconi avanzare la candidatura di Renzo Tondo, Salvini ha ottenuto il via libera per il suo candidato, Massimiliano Fedriga. A Fedriga si oppongono il candidato del centrosinistra, Sergio Bolzonella, ex vicepresidente della giunta Serracchiani e Alessandro Fraleoni Morgera (M5S). In Friuli la Lega è il primo partito (25,8% alle Politiche) e, nonostante il buon risultato dei 5 Stelle (24,5%), l’unità del centrodestra, in Regione, non è scalfibile: Lega, FI e Fd’I hanno vinto 7 collegi su 7 con il 43%. Il centrosinistra si è fermato al 23% (il Pd al 18%) e ha preso due collegi, tra cui quello della Serracchiani, solo grazie i resti. Il Friuli è una sconfitta annunciata per il Pd, una vittoria molto probabile per Salvini.