Roma, 6 giugno 2016 - Il battesimo delle urne per Sinistra italiana senza dubbio il volto di Giorgio Airaudo a Torino e Stefano Fassina a Roma. Sia l’uno che l’altro determinanti nel sottrarre voti ai candidati del Pd Piero Fassino e Roberto Giachetti contro l’avversario più temibile che in entrambe le città è il Movimento cinque stelle. Nel testa a testa tra Pd e M5S pesano la fetta di voti di Airaudo – che si attesta al 3,9% secondo le prime proiezioni -– e quella di Fassina che nella Capitale viene stimata intorno al 3,9%. E quando il duello per un posto al ballottaggio insieme a Virginia Raggi diventa sul filo di lana tra Giorgia Meloni (Fdi) e Roberto Giachetti il capogruppo del Pd a Montecitorio Ettore Rosato sbotta: «La sinistra vuole far vincere la Meloni a Roma». Ma anche in altre grandi città la sinistra fa male al Pd: sono i casi di Bologna e Napoli.
Del resto il centrosinistra ‘classico’ resta solo a Milano, Trieste e e Cagliari: nelle altre città la sinistra alternativa al Pd renziano, nata dall’unione tra Sel e i transfughi del Pd, ha deciso di correre da sola. La mappa l’ha rivendicata lo stesso segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero: «Ci sono liste unitarie di sinistra alternative al Pd in 17 città capoluoghi di provincia su 23 e 74 su 156 comuni al di sopra dei 15 mila abitanti. Non è un dato scontato, è la prima volta che succede».
Del resto anche nel doloroso (per il Pd) caso Napoli Sinistra italiana ha giocato un ruolo scegliendo di appoggiare, dopo le primarie dem definite «un disastro», Luigi De Magistris che vola sopra il 42%. E se la minoranza interna al Pd non ha potuto fare altro che sostenere Valeria Valente nel partito la bomba è innescata: se davvero il Pd non conquisterà il ballottaggio le polemiche sull’aperto appoggio dei verdiniani di Ala alla Valente riesploderanno. Chissà con quali conseguenze.
La sinistra crea problemi al Pd anche a Bologna. La coalizione civica in cui sono confluiti Sel e Possibile si è presentata infatti con un proprio candidato, Federico Martelloni, che nelle prime proiezioni viene quotato in una forbice che arriva intorno al 9,1, a fronte di un Virginio Merola, il sindaco uscente candidato del Pd, che si attesta al 37,7%.
«La sinistra perde quando fa politiche di destra» ha ripetuto più di una volta Nicola Fratoianni negli ultimi tempi. Giachetti? «Non è il candidato del centrosinistra ma il candidato del Pd». I ballottaggi? Nulla di certo. Lo stesso Fratoianni, deputato e membro dell’esecutivo nazionale di Si, ha messo le mani avanti. «Ci siamo presentati in modo autonomo e alternativo a quel centrosinistra che non è più quello che il nostro popolo ha conosciuto» e dunque «nessun ripensamento», neppure se Giachetti non andrà al ballottaggio. Se invece ci andrà in vista del 19 giugno «nulla è più scontato e questo se lo devono ricordare tutti».
Pare che il Pd lo sappia. Tanto che il senatore dem Stefano Esposito già davanti all’arrivo dei primi risultati, ha mostrato scetticismo su un eventuale appoggio della sinistra al Pd. «Da Airaudo a Torino e da Fassina a Roma mi aspetto di tutto...» ha tagliato corto.