Roma, 7 marzo 2018 - C’è stato un silensioso passaggio di consegne, nascosto in dettagli solo apparentemente insignificanti. Matteo Salvini ha cambiato look e soprattutto ha iniziato a mandare comunicati qualificandosi come "leader del centrodestra". Nessuno l’ha smentito - e nessuno poteva smentirlo dopo i risultati di domenica - e quindi il nuovo dress code e il nuovo titolo passano agli annali. Si tratta di due fatterelli non secondari, che disegnano anche una prospettiva politica precisa. Per primo il look, che dal comizio finale in piazza Duomo a Milano (quello del rosario in mano) ha assunto una foggia più istituzionale, seria, formale. In piazza Duomo sotto alla giacca a vento Salvini indossava una cravatta se pure allentata sul collo, da lunedì pomeriggio, una volta appresi i risultati, il leader leghista si è fatto ritrarre sulla sua pagina Facobook con giacca e cravatta, stavolta ben stretta come si conviene. Via l’adorata felpa da ragazzo della porta accanto, via i jeans, l’aspetto è quello di un politico "presidenziabile", uno di quelli che se il Capo dello Stato chiama per salire al Quirinale lui è già pronto. E’ con la camicia bianca ben stirata e una elegante giacca azzurra che Salvini si è presentato ai giornalisti in via Bellerio a Milano, è con la stessa foggia che si appresta a invadere i muri di tutt’Italia per dire "grazie" agli italiani della fiducia accordata con milioni di manifesti.
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Stesso discorso per il titolo con cui ormai si presenta. "Leader del centrodestra", quello di cui fino alla scorsa settimana si fregiava Berlusconi. Adesso i rapporti di forza si sono invertiti, è Salvini a dare le carte e a definirsi leader. Lo stesso Berlusconi nel messaggio video rilasciato all’indomani della sconfitta ha evitato di incoronare formalmente 'Matteo' come candidato premier limitandosi a fargli i complimenti e gli auguri, ma la sostanza non cambiava di molto. D’altra parte non poteva che finire così: un movimento guidato da un giovane leader di quarant’anni era destinato a prevalere su un altro sorretto da una leadership inevitabilmente sul viale del tramonto. Più che la politica c’est la vie, verrebbe da dire.
Due cambiamenti che identificano una prospettiva politica, un programma di massima per le prossime settimane, che evidentemente Salvini vede all'interno del centrodestra. Adesso che ne è il leader, perché scendere dal carro vincitore?
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