Giovedì 26 Settembre 2024

Duello nei Cinquestelle. Grillo minaccia Conte: ora basta, non decidi tu

Il premier Giuseppe Conte rinuncia a rispondere a Beppe Grillo, delegando la disputa all'ufficio legale del M5s. La base critica il confronto, mentre Grillo difende la democrazia interna del Movimento. La situazione si complica con minacce reciproche e polemiche sulla Costituente.

Duello  nei  Cinquestelle. Grillo minaccia Conte: ora basta, non decidi tu

“Movimento 5 Pec“: così Beppe Grillo ironizza sullo scontro con Giuseppe Conte

"Basta, non gli rispondo più". Giuseppe Conte, esasperato, rimanda la disputa con il fondatore Beppe Grillo all’ufficio legale del M5s. E lui, il garante, risponde da par suo con lo sfregio ironico del possibile nuovo simbolo: "Movimento 5 Pec". Un gesto che ha provocato la reazione della base e dei parlamentari: "Basta, ci copriamo di ridicolo", "ci stiamo comportando come bambini". Qualcuno ricorda quanto disse Luigi Di Maio: "Grillo può stoppare Conte, ma Conte può portargli via l’argenteria e il contratto da 300 mila euro".

Ecco, il nodo della guerra sta tutto qui. E si arricchisce di nuovi capitoli ogni giorno, tanto che non si sa dove porterà. Ieri l’ultima ‘pec’ di Grillo: "Mi scrivi accusandomi per l’ennesima volta di avere una visione padronale del Movimento e contraria sui valori democratici. La verità è che, al contrario, ho sempre inteso tutelare i valori democratici su cui il Movimento è stato fondato". E ricorda: "Gianroberto e io abbiamo voluto prevenire i rischi delle altre forze politiche, che tendevano a sclerotizzarsi e alienarsi dai cittadini. Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi. Dunque, sostenere che l’insindacabilità di certe regole sia incompatibile con i valori democratici del Movimento è non solo un ovvio controsenso, ma è addirittura un ribaltamento della realtà, che rivela, viceversa, le reali intenzioni di chi invece vorrebbe metterle in discussione". Ragioni "ragionevoli", dicono alcuni dentro il Movimento, ragioni che, tuttavia, Conte adesso non vuole più discutere: "Da oggi in poi parli con gli avvocati".

Grillo però ha affondato i colpi: "Concludo rispondendo alla tua minaccia di sospendere gli impegni assunti dal movimento nei miei confronti, questa sì indegnamente strumentale e indebita, essendo essi strettamente legati alle funzioni che ho svolto e continuo svolgere per il Movimento. Nella mia qualità di ’elevato’ mi astengo dal scendere così in basso rispondendo a tono, ma mi limito a osservare che gli impegni di manleva sarebbero comunque dovuti, mentre i miei “compensi” sono non solo congrui, ma lo sono a maggior ragione nel momento in cui è in corso un tentativo di stravolgere l’identità e i valori del Movimento. Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del Movimento. Ne approfitto per invitarti, piuttosto, a rispondere quanto prima alle mie richieste di chiarimenti sul processo che porterà alla assemblea “costituente” del prossimo ottobre".

Già, la Costituente. A parere di molti, visto il clima, l’assemblea non potrà che slittare ai primi di novembre, ma Conte vorrebbe accelerare per evitare che le polemiche oscurino il processo di rinnovamento. E così, mentre Grillo si muove sul piano legale, Conte va sul pratico: il M5s ha fatto partire la seconda fase per arrivare alla Costituente, sondando gli attivisti per vedere chi è disponibile a partecipare al maxi sorteggio per decidere i 300 saggi che lavoreranno ai quesiti. A tal proposito si cercano "facilitatori di gruppo". "Facciamo candidare Beppe come facilitatore", ironizzavano alcuni. E altri: "Non abbiamo neanche persone per gestire noi la nostra manifestazione". Figuriamoci il resto.

Elena G. Polidori