Venerdì 20 Dicembre 2024
ERIKA PONTINI
Politica

Dossier illeciti. Lo 007 non era operativo. I file su 500 imprese italiane: "Sono gestite dai russi"

Nell’indagine i contatti di Striano, ufficiale delle Fiamme Gialle, con l’agente segreto. E mercoledì la Commissione Antimafia deciderà su un nuovo giro di audizioni.

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica a. Perugia

Raffaele Cantone, procuratore della Repubblica a. Perugia

I contatti tra il funzionario dell’Aise, i servizi segreti esterni, e il finanziere infedele Pasquale Striano, già comandante della squadra sos della procura nazionale antimafia – indagato nell’inchiesta sul dossieraggio insieme all’ex pm Antonio Laudati – risalgono almeno al 2017, come prova l’analisi del backup del computer del tenente, mentre attualmente comunicavano via Signal, un’applicazione di messaggistica criptata. Anche quando Striano offre all’amico, capitano dell’Arma, dossier segreti sui russi.

"Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha, neanche in Finanza, ove ci sono le 500 imprese italiane rette dai russi ci sarebbe da fare un lavorone ma io non riesco". È il 17 maggio 2022, negli stessi giorni in cui lo 007 chiede informazioni sui conti correnti di un monsignore. Al messaggio di Striano, il funzionario risponde: "Magari".

Ma ieri il governo – secondo quanto riportato dall’Ansa – ha chiarito che l’ufficiale dell’intelligence non ha incarichi operativi all’interno dell’Aise, che la vicenda non ha nulla a che fare con la selezione per entrare all’agenzia della moglie di Guido Crosetto, prima che quest’ultimo diventasse ministro (vicenda riportata dal quotidiano Domani che aveva allarmato il titolare della Difesa su fughe di notizie interne) e che le informazioni richieste sul monsignore, già alla segreteria di Stato vaticana e poi in Propaganda Fide, nulla hanno a che fare con l’intelligence.

Lo 007 si sarebbe infatti mosso ’in autonomia’ sfruttando la conoscenza con il finanziere. Anche se il Copasir, il comitato di controllo sui servizi (che già aveva sentito il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e il capo dell’Antimafia Giovanni Melillo) continua a seguire lo scandalo del ’mercato delle sos’.

Proprio il nominativo dell’uomo dei servizi e gli accertamenti svolti dalla squadra sos su personaggi legati a scandali vaticani – uniti sembra da un sottile filo rosso ("i collegamenti con lo 007) pare essere riconducibile a rapporti con il Vaticano o comunque a richieste di informazioni relative a soggetti che hanno rivestito ruoli di rilievo nello Stato Pontificio", scrivono i pm – hanno persuaso la procura di Perugia che Striano non agisse solo per compiacere i giornalisti, ai quali passavano notizie sugli accertamenti patrimoniali dei potenti.

È infatti la possibile regia, esterna ai quotidiani, quella su cui si sta concentrando il secondo livello dell’indagine di Cantone che ha impugnato al tribunale di Riesame il no agli arresti domiciliari per Striano e Laudati per il rischio di inquinamento probatorio. Dopo la discovery dell’indagine entrambi si sono dati da fare anche incontrando i coindagati o chiedendo informazioni alla Pna, come dimostra una conversazione captata dal trojan in cui una dipendente della Pna informa Laudati della riunione segreta tra procuratori, proprio per il passaggio dell’inchiesta da Roma a Perugia.

Il caso tornerà all’attenzione della Commissione parlamentare antimafia già mercoledì con una riunione dell’ufficio di presidenza e, non è escluso, possano essere calendarizzate nuove audizioni. Mentre in procura - è riportato nelle duecento pagine di richiesta di arresti – potrebbero sfilare alcuni dei nomi altisonanti (dal ministro Piantedosi, al presidente di Cassazione Cassano, al capo della polizia, a due ex numeri uno dei Servizi oltre che magistrati e alti funzionari dello Stato) ai quali il pm inquisito inviò la sua Laudati’s version per minare la ricostruzione degli inquirenti.