Lunedì 9 Settembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Dopo le dimissioni. Sangiuliano indagato. E Boccia diserta l’intervista in diretta

La procura di Roma apre un fascicolo per peculato: "Atto dovuto". La consulente attesa su Rete4, la conduttrice Berlinguer: ci ha ripensato. Sullo sfondo l’irritazione della premier per il ruolo delle tv Mediaset.

Dopo le dimissioni. Sangiuliano  indagato. E Boccia diserta  l’intervista in diretta

La procura di Roma apre un fascicolo per peculato: "Atto dovuto". La consulente attesa su Rete4, la conduttrice Berlinguer: ci ha ripensato. Sullo sfondo l’irritazione della premier per il ruolo delle tv Mediaset.

Gennaro Sangiuliano è indagato dalla Procura di Roma (ipotesi di reato peculato e rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito dell’affaire che coinvolge anche l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia), ma ad agitare le acque sono ancora le "mancate" parole della ‘consulente’ che ieri sera doveva essere ospite di Cartabianca, la trasmissione di Mediaset condotta da Bianca Berlinguer. Per ragioni apparentemente solo personali, Boccia ha preferito disertare il video all’ultimo momento. Arrivata negli studi, la consulente ha detto di non sentirsela di rispondere alle domande per raccontare la sua "verità", diversa da quella esposta dall’ex ministro. Bianca Berlinguer ha spiegato in diretta che non si aspettava che se ne andasse e che la sua ospite non aveva chiesto nessun compenso. "Non sono scappata, non c’erano le condizioni", ha precisato successivamente Boccia. Il voltafaccia ha alimentato una ridda di ipotesi che vanno dalla paura della donna di compromettere ancora di più la sua posizione a presunte "pressioni" ricevute da ambienti politici per non farla parlare, con la Berlinguer che tuttavia non avrebbe accettato il "no" di Boccia a rispondere ad alcune domande; "O risponde a tutto o a niente", avrebbe imposto la conduttrice. Di qui l’ipotesi di intervistare Boccia la prossima settimana, ma si vedrà.

Un giallo, dunque, le parole mancate di Boccia che sicuramente avrebbero acceso nuovamente la polemica così come la notizia della sua intenzione di parlare in tv aveva creato l’irritazione profonda della premier Meloni, che aveva letto in questa intervista un nuovo attacco di Mediaset contro di lei. Da tempo i rapporti con la famiglia Berlusconi sono gelidi e in questo caso, ragionavano in mattinata le persone vicine alla premier, non si può nemmeno parlare di un’ospitata "a insaputa" dei Berlusconi, come fecero credere da Arcore un anno fa con i fuorionda di Andrea Giambruno, motivando la teoria con la "totale autonomia di Antonio Ricci". Il sospetto che circolava nei palazzi della politica era che i Berlusconi volessero avvisare Meloni, via Boccia, a non mettere sul tavolo la privatizzazione della Rai o l’aumento del canone, ma il passo indietro ha depotenziato il retroscena.

Resta, però, un fatto, ovvero il timore che Boccia abbia avuto accesso anche ad altro oltre ai documenti che riguardano l’organizzazione del G7, su cui la parola ora passa alle scelte del nuovo ministro, Alessandro Giuli, che deve decidere anche in merito all’incarico da 30mila euro di consulente musicale a Beatrice Venezi, già additato da Boccia come esempio di conflitto di interessi, perché il 19 avrebbe diretto la serata inaugurale del G7 a Pompei. Stranamente l’unico di cui nell’intervista a In Onda su La7 fa nome e cognome, forse perché – si presume in ambienti politici – l’imprenditrice-influencer sa che Venezi è amica personale di Meloni e per niente di Sangiuliano, e che avrebbe così inferto un colpo alla premier.

Tornando all’aspetto squisitamente giudiziario, entro 90 giorni si scoprirà il destino di Sangiuliano, tempo che ha a disposizione il Tribunale dei Ministri dopo la trasmissione degli atti da parte della Procura di Roma. "Quello della Procura è un atto dovuto dopo l’esposto presentato", ha commentato l’avvocato Silverio Sica. Il difensore dell’indagato professa tranquillità: "Ho visionato le chat dell’ex ministro e sono sereno. Non ho alcun timore di quello che può dire questa signora". La palla passa, dunque, ora al Tribunale dei Ministri che, con ogni probabilità, ascolterà Sangiuliano e acquisirà documenti al fine di chiarire se nei viaggi sull’auto blu, nelle trasferte in cui era presente Boccia e nelle spese sostenute ci sia stato un utilizzo illecito di fondi pubblici. "Neanche un euro pubblico è stato speso e lo dimostreremo carte alla mano", ripetono dall’entourage dell’ex ministro che è pronto a passare al contrattacco. Ha già annunciato infatti una denuncia per tentata estorsione che porterà i pm di piazzale Clodio all’iscrizione nel registro degli indagati della stessa Boccia. "Noi denunceremo fatti e sarà la magistratura a decidere come procedere", taglia corto il difensore. Le indagini penali viaggeranno parallele con quella avviata dalla Corte dei Conti che dovrà verificare eventuali profili di danno erariale.