Martedì 3 Dicembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Dopo la nomina di Fitto. Meloni chiude subito la pratica. Promozione lampo: Foti ministro

L’attuale capogruppo di FdI giura al Quirinale, avrà tutte le deleghe del neo commissario Ue. A guidare il partito alla Camera sarà Bignami. La premier: "Qualche inciampo ma non cadremo".

Dopo la nomina di Fitto. Meloni chiude subito la pratica. Promozione lampo: Foti ministro

L’attuale capogruppo di FdI giura al Quirinale, avrà tutte le deleghe del neo commissario Ue. A guidare il partito alla Camera sarà Bignami. La premier: "Qualche inciampo ma non cadremo".

È finita così, in gran fretta, con la foto di rito al Quirinale mentre il Capo dello Stato, stringendo la mano al neo ministro Tommaso Foti dopo il giuramento, esclamava: "Ha un bel compito!"; e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sorridente, che faceva segno di sì con il capo condividendo l’impegno delicato che attende l’ex capogruppo di FdI alla Camera: "Eh, lo sa, lo sa...".

Il successore di Raffaele Fitto – volato a Bruxelles – e che da oggi avrà in mano tutte le deleghe che furono del medesimo (Affari europei, Pnrr, Coesione, Sud) è il “leone“ di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, un fedelissimo della premier che aggiunge un altro nome di sua stretta osservanza a quelli dei ministri del suo partito già presenti nel governo. Foti ha dunque lasciato il ruolo di capogruppo alla Camera a Galeazzo Bignami (l’altro nome che circolava, per entrambi gli incarichi, era quello di Alessio Butti, ma i bene informati giurano che non è mai stato davvero della partita) che a sua volta ha dovuto lasciare il ruolo di viceministro dei Trasporti accanto a Matteo Salvini. Per questa ennesima sostituzione, in pole position, c’è Salvatore Deidda, presidente della IX commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera. Forza Italia si è detta soddisfatta perché la nomina di Foti ha sgombrato il campo da altri nomi che il partito guidato da Tajani considerava "ingombranti".

Ma perché tanta fretta per la sostituzione di Fitto? A sentire sempre le voci della maggioranza, sembra che la premier abbia deciso di coprire il vuoto creato da Fitto senza intraprendere trattative interne alla maggioranza (e a Fratelli d’Italia) per evitare una pericolosa (possibile) sovrapposizione di eventi: è infatti imminente la decisione dei giudici su Daniela Santanchè, che potrebbe essere rinviata a giudizio a giorni per il caso Visibilia. E malgrado Santanchè abbia più volte sottolineato di non volersi dimettere, una questione di opportunità potrebbe convincere la stessa premier a valutare un avvicendamento e la maggioranza in generale a premere per la sostituzione. La premier, nel salotto televisivo di Rete4, in serata stempera le eventuali tensioni: "Non c’è alcun litigio, qualche inciampo fisiologico, ma il governo non cadrà".

Ecco, dunque, che con due ministri da sostituire (Fitto ed eventualmente Santanchè) Meloni si sarebbe trovata a dover procedere a un rimpasto che tutti a Palazzo Chigi temono, per via della voglia di Tajani e Salvini di salire in grado (numero dei ministri per FI) o mantenere le posizioni (Lega). Tra l’altro, a essere rimasti scoperti anche altri due posti di sottogoverno: quello al ministero dell’Università che era stato inizialmente affidato ad Augusta Montaruli e quello (in quota Noi Moderati) rimasto vacante al ministero della Cultura dopo le dimissioni di Vittorio Sgarbi. Nessuno dei due tuttavia dovrebbe essere rimpiazzato.

È invece probabile che si proceda alla nomina di un nuovo sottosegretario sia ai Rapporti con il Parlamento che al Mef, in questo caso – viene spiegato – soprattutto per una oggettiva difficoltà a garantire la presenza del governo nelle commissioni.

Intanto, ecco Foti. Una lunga militanza politica, ma anche la capacità, in più di un’occasione, di farsi da parte e aspettare il suo turno. Negli anni ’90 Gianfranco Fini gli preferì in vari incarichi direttivi locali Marcello Bignami, dirigente storico della destra bolognese, padre di Galeazzo. Avrebbe potuto essere l’inizio di una rivalità e invece tra i due ci fu sempre grande collaborazione. Quasi trent’anni dopo, nel 2019, fu proprio Foti a insistere affinché Galeazzo Bignami lasciasse Forza Italia ed entrasse in Fratelli d’Italia fino al curioso incrocio di oggi con Bignami chiamato a sostituire Foti come capogruppo alla Camera.