Roma, 7 novembre 2018 - Via libera del Senato al decreto Sicurezza con 163 Sì, 59 no e 19 astenuti. I presenti sono stati 288, i votanti 241. Il decreto, che è stato approvato con il voto di fiducia, ora passa al vaglio della Camera. Cinque 'dissidenti' M5s, Gregorio De Falco, Elena Fattori, Andrea Mantero, Virginia La Mura e Paola Nugnes, non hanno partecipato al voto, in disaccordo con la posizione del gruppo. E il capogruppo 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli, ha annunciato che per il comportamento "particolarmente grave" dei dissidenti, nei loro confronti i probiviri del Movimento avvieranno un'istruttoria.
OPPOSIZIONI SULLE BARRICATE - I voti contrari arrivano dalle opposizioni: Pd, Leu e Svp. I senatori di Forza Italia hanno esposto dei cartelli con la scritta "sì alla sicurezza, no al governo". La protesta dei forzisti è arrivata al culmine dell'intervento del loro esponente Maurizio Gasparri, il quale ha annunciato che il suo partito non avrebbe partecipato al voto. Anche Fratelli d'Italia si è astenuto, mentre il Pd - oltre a votare contro - ha protestato con cartelli su cui si leggeva "decreto Salvini #menosicurezza #piùclandestini". Il capogruppo Andrea Marcucci ha spiegato che "questo decreto è una presa in giro, parlano di sicurezza e creano insicurezza. E' contro l'Italia e contro gli italiani".
SALVINI ESULTA - "Decreto sicurezza e immigrazione, ore 12.19, il Senato approva. Decreto Salvini, giornata storica", ha twittato invece il ministro dell'Interno Salvini. "Si rassegnino gli sciacalli, questo governo andrà avanti a lavorare per 5 anni", ha aggiunto in una conferenza stampa al Viminale.
Decreto Sicurezza e Immigrazione, ore 12.19, il Senato approva!!!#DecretoSalvini, giornata storica😊! pic.twitter.com/7xXsVampPY
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 7 novembre 2018
"Il governo non è assolutamente a rischio, manterrà uno per uno tutto gli impegni presi con gli Italiani, punto. Con buon senso e umiltà, si risolve tutto", ha detto stamane il vicepremier.
FRACCARO: "ORA STOP A PRESCRIZIONE" - A dirsi "soddisfatto" è anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. Per l'esponente pentastellato "il voto in Senato dimostra la solidità della maggioranza" e il voto di fiducia "serve da cartina di tornasole per verificare chi è contro il cambiamento". "La maggioranza è coesa, il nostro prossimo obiettivo è approvare quanto prima la riforma della prescrizione per garantire giustizia e certezza del diritto", conclude.
CAOS NELLA MAGGIORANZA - E proprio la prescrizione, al centro di una convulsa giornata (quella di ieri) di scontri parlamentari alla Camera, resta uno dei temi di scontro all'interno della maggioranza. La tensione tra Lega e M5s è culminata in serata con il fallimento di un vertice a tre tra Conte, Di Maio e Salvini, annunciato da fonti di Palazzo Chigi e poi negato brutalmente dal leader leghista. Ancora una volta, come successo in passato nei momenti più difficili di governo, i due leader di M5s-Lega non si sarebbero sentiti al telefono, con Salvini che viene descritto da fonti leghiste come "molto irritato" nei confronti del capo politico del M5s per la vicenda dl sicurezza-prescrizione, che ha vissuto come un "ricatto" da parte dell'alleato di governo. Le due questioni, ha sottolineato, anche 'in chiaro', il ministro dell'Interno sono scollegate e vanno considerate "una alla volta".
SALVINI: BASTA RICATTI - Non c'è alcuno scambio tra l'approvazione del decreto caro alla Lega e il via libera dei leghisti alla riforma della prescrizione proposta dal ministro pentastellato Alfonso Bonafede, che per ora non c'è. Ma il vicepremier leghista "vuole risolvere", viene riferito. E - saltato ogni incontro ieri sera, quando Salvini si sarebbe negato al telefono a Di Maio - avrebbe intenzione di chiarire oggi nel vertice del pomeriggio già fissato dalla fine della settimana scorsa con l'obiettivo di preparare la conferenza per la Libia in programma a Palermo il 12 e il 13 novembre. "Dobbiamo chiarire una volta per tutte, perché così, con ricatti e liti continue, non si può andare avanti", viene riferito da fonti leghiste.
"TEMPI CERTI PER I PROCESSI" - Salvini aggiunge: "La prescrizione? Io sono abituato a rispettare gli impegni presi. Nel contratto di governo c'è la riforma della giustizia e la riforma della prescrizione. L'unica cosa che non voglio è che ci siano processi eterni. La prescrizione va cambiata ma io voglio una giustizia che abbia tempi certi. Sono sicuro che troveremo una quadra, non litigheremo e porteremo a casa anche la riforma della giustizia".
PG CASSAZIONE - Sullo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio è intervenuto il pg della Cassazione Riccardo Fuzio. "Il problema della prescrizione è l'ulteriore sintomo di come il processo penale in Italia non va. Non è solo con lo stop alla prescrizione che si risolve questa situazione", ha detto il Pg.