Roma, 5 novembre 2018 - Alta tensione sul decreto sicurezza e immigrazione, che tante scintille ha provocato tra gli alleati gialloverdi. Sembra ormai chiaro che il governo porrà la questione di fiducia, dopo aver rinviato oggi la seduta al termine della discussione generale. Ad assicurarlo sono fonti di palazzo Chigi, sia dei 5 stelle che della Lega. A metà giornata si apprende che il governo è al lavoro su un maxi-emendamento al disegno di legge su cui dovrebbe porre la questione di fiducia al Senato. Il maxi-emendamento - su cui si continua a lavorare anche in serata - non dovrebbe contenere modifiche, ma solo piccole correzioni, e rispecchiare il testo che ha ottenuto il via libera dalle commissioni di Palazzo Madama. Il voto di fiducia dovrebbe avvenire domani, ma già si levano, dal fronte 5 Stelle, mugugni e voci di dissenso. "Il cdm ha votato quel decreto - dice a proposito delle divisioni interne Luigi Di Maio - se ci sono opinioni contrastanti nella maggioranza, è giusto che il governo faccia una ricognizione della fiducia".
LA DISCUSSIONE IN SENATO - Intanto in Senato si è tenuto il primo esame del disegno di legge di conversione del decreto. In aula a Palazzo Madama ha iniziato a parlare il relatore, il senatore leghista Stefano Borghesi. Ma al termine della discussione generale, ecco la sorpresa: Borghesi chiede di "posticipare a domani le repliche" per un "ulteriore approfondimento, alla luce anche di tutti gli interventi". La proposta, che scatena la protesta delle opposizioni - Pd, Leu e Forza Italia -, viene votata e approvata, i lavori riprenderanno domani mattina alle 9:30. Tra i nodi da superare, la contrarietà di almeno quattro 'dissidenti' 5 stelle che hanno annunciato il loro 'no' al decreto, caro alla Lega e voluto fortissimamente dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Il vicepremier, che si trova in viaggio per il Ghana, ha fatto sapere che dovrebbe essere in aula domani per il probabile via libera definitivo. Ma già oggi commenta su Twitter: rilanciando un video in cui Francesco Facchinetti si scaglia contro il buonismo. "Sono d'accordo, e rilancio - scrive - il buonismo ha rovinato l'Italia, perché ha fatto venir meno il RISPETTO. Ma su immigrazione, sicurezza, certezza della pena, legittima difesa abbiamo invertito la rotta, e siamo solo all'inizio! Io non mollo".
Sono d'accordo, e rilancio: il buonismo ha rovinato l'Italia, perché ha fatto venir meno il RISPETTO. Ma su immigrazione, sicurezza, certezza della pena, legittima difesa abbiamo invertito la rotta, e siamo solo all'inizio! Io non mollo. pic.twitter.com/9JsrMvRTUf
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 5 novembre 2018
MUGUGNI A 5 STELLE - Paola Nugnes, senatrice pentastellata 'ribelle', non ci sta: "Non permettere un regolare dibattito dell'aula, voler mettere insieme il giudizio su un provvedimento con un giudizio complessivo sul governo e sulle sue funzioni future non è il modo più opportuno di procedere - dice - Alla fiducia non posso in coscienza votare no, ho ancora molte aspettative in questo esecutivo soprattutto sulla legge di bilancio espansiva che si sta approntando. Ritengo che mi asterrò dal votare".
E Elena Fattori, altra 5 stelle in Senato, aggiunge: "Io ho dato fiducia al nostro governo non presentando gli emendamenti, adesso che non ho emendamenti seguirò la discussione, studierò gli emendamenti proposti e se sarò d'accordo li voterò. Minacce di espulsione dal M5S se non si vota la fiducia? Mi sembra un segnale di debolezza. I grandi imperi sono finiti quando si sono costruiti i grandi muri. Se il M5S si blinda si fa male da solo, perché il M5S è sempre stato una fucina di idee e di contributi sul merito. Una cosa che non si capisce è che il M5S non è fatto dai suoi leader, ma dal suo popolo", spiega a Radio Cusano Campus.
L'APPELLO DI UNHCR - L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati afferma: "I legislatori sono ancora in tempo per fare la cosa giusta, non solo per i richiedenti asilo e rifugiati ma anche in nome della lunga e orgogliosa tradizione dell'Italia di rispetto dei diritti umani".
PD ATTACCA - "Quello che sta succedendo in aula è gravissimo - dice il capogruppo Pd al Senato, Andrea Marcucci -. Questa maggioranza con le proprie incertezze e con il proprio mercato delle vacche ha dovuto sospendere i lavori dell'aula perché non ha ancora deciso cosa mettere dentro questo provvedimento". E rincara: "Lega e M5s stanno mettendo a rischio la democrazia parlamentare".
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