Roma, 21 giugno 2023 – Incidente di percorso per la maggioranza in commissione Bilancio del Senato: la votazione sui nuovi emendamenti al Dl Lavoro è terminata in parità, 10 a 10, per l’assenza di Forza Italia. È saltata quindi l'approvazione e la commissione è stata sospesa, perché mancava il parere necessario per esaminare nell’Aula di Palazzo Madama. "Un incidente che non doveva accadere, ma rimediamo pure a questo", commenta la relatrice Paola Mancini, di Fratelli d'Italia. Ma intanto le opposizioni vanno all'attacco e ottengono che venga convocata la capigruppo di Palazzo Madama.
Opposizioni all’attacco
"La maggioranza è nel caos – dice la segretaria del Pd, Elly Schlein –. Il Dl Lavoro era una delle bandiere programmatiche del governo Meloni. Il Dl lavoro è un provvedimento sbagliato, che va cambiato, e noi continueremo ad opporci a norme che aumentano precarietà e povertà. La verità è che questo esecutivo non sta in piedi, incapace di passare dalla propaganda ai fatti".
Le fa eco Giuseppe Conte sui social, definendo l'esecutivo "incapace, inutile e dannoso". "Le ultime 24 ore di un Governo Meloni allo sbando: dimezzano i fondi per i risarcimenti dei gravi infortuni sul lavoro. Non appena lo denunciamo, provano frettolosamente a fare retromarcia. Il Ministero di Giorgetti elogia la riforma del Mes e il Governo Meloni, in imbarazzo dopo le bugie raccontate in pandemia, continua a rinviare le decisioni – scrive il presidente del M5s – . Sul decreto Lavoro, in realtà decreto Precariato, il Governo non ha nemmeno la maggioranza in commissione Bilancio al Senato sui suoi stessi emendamenti. Parliamo del provvedimento che fa cassa su chi è in difficoltà, dimezzando la platea delle persone in difficoltà economica che ora saranno protette dallo Stato. In mezzo a questo caos, il carovita sottrae 61 miliardi dal conto corrente degli italiani e Meloni - che prometteva 1000 euro con un click a tutti durante il Covid - resta a guardare".
L’assenza dei forzisti
Nel frattempo per lo stop finiscono sul banco degli “imputati” i due forzisti Dario Damiani e Claudio Lotito. "Si è trattato solo di un contrattempo, eravamo impegnati con altro", dice il primo, sottolineando che quanto accaduto "non ha alcuna rilevanza politica".
Respinge le accuse (ed eventuali dietrologie) anche Lotito. "Io mi attengo a quello che mi dice il capogruppo, le dietrologie non servono in questi contesti. Noi dovevamo scendere a una certa ora e siamo scesi, se hanno votato prima non lo so. Nel momento in cui il nostro capogruppo avvisa il presidente della commissione e dice 'tra 15 minuti siamo giù'... Io non lo so dopo che è successo". E ribadisce: "Io sono quello con più presenze in assoluto. Non ho mai saltato una commissione da quando sono stato eletto, non sono mai arrivato in ritardo. Sono il primo ad arrivare al Senato e sono l'ultimo ad uscire. Praticamente lo chiudo il Palazzo Madama...".
A minimizzare è anche Antonio Tajani, che parla di “tempesta in un bicchiere d'acqua”. “È stato un incidente di quelli che non dovrebbero capitare ma che capitano: nessun messaggio, nessuna divisione, lasciamo parlare l'opposizione che peraltro avrebbe altri problemi suoi di cui occuparsi”, dice il presidente pro tempore degli azzurri.
Disco verde in commissione
Alla fine arriva il disco verde della commissione Bilancio del Senato al parere sul pacchetto di emendamenti della relatrice Paola Mancini. Ma, da come viene riferito al termine dei lavori, è stata ritirata la proposta di stanziamento di 1 milione per la comunicazione istituzionale ed è stata rivista la scala di equivalenza dell'Assegno di inclusione (Adi). Con queste novità, sempre secondo quanto trapela da fonti parlamentari, la maggioranza ha votato a favore, Pd e Az/Iv si sono astenuti, mentre M5S e Avs hanno votato contro.