Marsiglia, 5 febbraio 2025 – L’invasione russa, i dazi di Trump, le ambizioni di Elon Musk. Il discorso tenuto oggi da Sergio Mattarella all’Università di Marsiglia, dove ha ricevuto la laurea honoris causa, tocca tutti gli argomenti dell’attualità internazionale senza citarli direttamente e tuttavia affrontandoli di petto.
Il protezionismo di ritorno
Il suo compito è quello di storicizzare e contestualizzare, per indicare una strada compatibile il più possibile con i valori della nostra Costituzione. Così ecco che nei giorni in cui tengono banco i nuovi dazi introdotti da Trump, Mattarella riporta gli studenti e il pubblico che lo ascolta da remoto alla crisi economica del 1929. Crisi che “alimentò una spirale di protezionismo, di misure unilaterali, con il progressivo erodersi delle alleanze”. In quell’occasione – dice il Presidente – “molti Stati non colsero la necessità di affrontare quella crisi in maniera coesa, adagiandosi, invece, su visioni ottocentesche, concentrandosi sulla dimensione domestica, contando sulle risorse di popoli asserviti d'oltremare”. Successe allora che “fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali”.
"Oggi assistiamo a fenomeni di protezionismo di ritorno – osserva Mattarella riferendosi al nuovo corso americano – La presidente della Commissione Europa, a Davos, pochi giorni fa, ricordava che, solo nel 2024, le barriere commerciali globali sono triplicate in valore”. Il presidente della Repubblica rammenta che il “protezionismo” insieme alla “crisi economica”, diedero un colpo definitivo alla Società delle Nazioni sorta dopo la Prima guerra mondiale, già compromessa dalla mancata adesione degli Stati Uniti che, con il Presidente Wilson, ne erano stati fra gli ispiratori. Si trattò, per gli Usa, del cedimento alla tentazione dell'isolazionismo”.
L’aggressione russa e la Germania nazista
Di quegli anni, gli anni 30 del Novecento e a seguire, Mattarella ricorda il prevalere del “criterio della dominazione”. Quella della Germania Nazista fu “una guerra di conquista”, sottolinea il Capo dello Stato. “Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa”, la cui “natura” riecheggia l’”odierna aggressione russa all’Ucraina”.
I signori dello spazio e del cyberspazio
E a proposito di ambizioni di conquista, Mattarella biasima l’emergere di “neo feudatari del Terzo millennio – novelli corsari che aspirano a vedersi affidare signorie nella dimensione pubblica, per gestire parti dei beni comuni rappresentati dal cyberspazio nonché dallo spazio extra-atmosferico, quasi usurpatori delle sovranità democratiche”. Difficile non leggere in queste parole un riferimento alla figura di Elon Musk e alla presenza sempre più pervasiva delle sue aziende – qui parliamo di Starlink – nei settori della connettività e comunicazione, nonché dell’industria spaziale. Sembra che il Presidente abbia bene in mente anche le mire più volte espresse dallo stesso Trump, con il plauso del suo braccio destro Musk che fornisce gli strumenti per realizzarle: una su tutte la “conquista di Marte”.
Oms e Onu
E ancora è evidente l’allusione agli Stati Uniti quando Mattarella censura le scelte di chi, “ritenendo superflue se non dannose per i propri interessi le organizzazioni internazionali (leggi ONU e OMS ndr), pensa di abbandonarle. Interessi di chi? – si chiede – Dei cittadini? Dei popoli del mondo? Non risulta che sia così. Le conseguenze di queste scelte, la storia ci insegna, sono purtroppo già scritte”.
L’Europa a un bivio
Ma a chi sta parlando Mattarella? Non a Trump, né a Musk, né tantomeno a Putin, che difficilmente l’ascolteranno. Suoi interlocutori sono i cittadini e le cittadine europee e le istituzioni dell’Unione. L’Europa è a un bivio, dice il Capo dello Stato. “L'Europa intende essere oggetto nella disputa internazionale, area in cui altri esercitino la loro influenza o invece divenire soggetto di politica internazionale – si chiede Mattarella – nell'affermazione dei valori della propria civiltà? Può accettare di essere schiacciata tra oligarchie e autocrazie con al massimo la prospettiva di un vassallaggio felice? Bisogna scegliere: essere protetti o essere protagonisti".
"L'Unione Europea è uno degli esempi più concreti di integrazione regionale – ricorda ancora Mattarella – ed è, forse, il più avanzato progetto - ed esempio di successo - di pace e democrazia nella storia”. Serve guardare però a un’Europa del futuro, riflette il Presidente con lungimiranza: in questa prospettiva “le attuali istituzioni non bastano”. Merita riprendere la discussione sulla politica estera e la difesa comune. Perché “restare
arroccati su quest'isola (che è l’Europa ndr) non è la risposta: abbiamo bisogno di un ordine internazionale stabile e maturo per reagire all'entropia e al disordine causate dalle politiche di potenza”.