Venerdì 27 Settembre 2024

Dinastia Berlusconi. Marina cavaliere come suo padre: "Gli dedico la nomina"

Il fondatore di Forza Italia aveva ricevuto il riconoscimento nel 1977. La commozione della figlia: "Ha sempre creduto in me". Il Quirinale premia anche la stilista Boni e Cimbri, presidente di Unipol.

Dinastia Berlusconi. Marina cavaliere come suo padre: "Gli dedico la nomina"

Dinastia Berlusconi. Marina cavaliere come suo padre: "Gli dedico la nomina"

di Antonella Coppari

ROMA

Festa grande in casa azzurra. Il Cavalier Berlusconi è tornato. Figurarsi: non poteva esserci momento migliore poiché, per quanto il fondatore non sia più tra noi, si può tranquillamente scrivere il suo nome sulla scheda elettorale e il voto sarà valido lo stesso, come sottolinea il segretario forzista Antonio Tajani. Ma non si parla dell’ex premier bensì della figlia Marina: quarantasette anni dopo il papà Silvio, da ieri anche la primogenita è Cavaliere per il ruolo svolto nel mondo dell’editoria. L’ha nominata, come è d’uso, il presidente della Repubblica e non mancano, con gli applausi, le critiche a mezza bocca e appena sussurrate. In realtà, con la nomina il Colle c’entra poco: tutte le fasi del processo di selezione dei candidati sono portate avanti dal consiglio dell’ordine dei Cavalieri del lavoro che è presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Insomma, Sergio Mattarella avrebbe dovuto rifiutare di firmare il decreto e quello sì che sarebbe stato un incidente tanto grave quanto ingiustificato.

Tajani tripudia: "È una notizia che mi riempie di gioia perché è una cara amica, una persona che io stimo moltissimo e la nomina a Cavaliere è assolutamente meritata". Gli fa eco Giorgio Mulè: "Chi ha avuto il privilegio di conoscere da vicino le sue qualità umane e professionali, la delicatezza e insieme la determinazione può testimoniare quanto Marina Berlusconi sia un punto di riferimento dei valori di quell’umanesimo imprenditoriale fondato sul rispetto della libertà e della realizzazione della persona. Da lassù il papà Silvio sarà commosso". La gioia dentro Forza Italia ha pure un riverbero politico: a pochi giorni dalle elezioni europee, un effetto ’propaganda’ è garantito.

Il neo Cavaliere si schermisce: "Dedico questo prestigioso riconoscimento a Silvio Berlusconi, mio padre, che è stato e sempre sarà il ’Cavaliere’". Sentito il ringraziamento al presidente della Repubblica: "Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al capo dello Stato Sergio Mattarella e al consiglio dell’ordine al Merito del Lavoro". E di nuovo, si rivolge al papà: "Ha creduto in me, mi ha sostenuto e mi ha dato la possibilità di fare il mestiere che ritengo il più bello del mondo. Quello dell’editore. Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere un grande gruppo come Mondadori, che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere". Con eleganza, divide il titolo con tutte le persone "che lavorano lì, a Mediaset, in Fininvest".

Insomma, Marina Berlusconi è un’importante imprenditrice di questo Paese. Ieri con lei sono ascesi al Cavalierato altri 24 capitani d’azienda, come succede ogni anno. Sembrerebbe non esserci notizia se non fosse per l’inevitabile suggestione che la nomina evoca. Ora che c’è di nuovo un Cavalier Berlusconi non sarà che di qui a qualche tempo "discende in campo" e l’Italia se lo ritrova Presidente? In realtà, il signore meneghino delle tv private era Cavaliere da 16 anni quando scelse di allargare i suoi interessi alla carriera politica. E tuttavia quel titolo è rimasto inscindibilmente legato più al Berlusconi politico che al Berlusconi imprenditore. Colpa, almeno in parte, dei titoli ad effetto che accompagnarono la sua prima uscita politica, il 23 novembre 1993: il Manifesto e la Repubblica si contendono la palma di averlo definito per primi il "Cavaliere nero" dopo l’endorsement per Gianfranco Fini alle elezioni comunali di Roma.

Da quel momento per trent’anni non c’è stato giorno senza che i giornalisti parlassero del "Cavaliere" nei pezzi di cronaca, nelle analisi dotte, nelle ricostruzioni storiche. Il bello è che in privato quel titolo è stato usato pochissimo. Per chi lo conosceva Berlusconi era "il dottore". Ma fuori dalla cerchia ristretta, e cioè per il Paese, era e resterà sempre "il Cavaliere". Per questo l’evocazione sembra quasi inevitabile. Come se, una volta ottenuta la nomina, la presidente di Mondadori e Fininvest non potesse che fare il passo successivo: la politica. Non è così: "Non lo farà", assicurano tutti. Vero è che, assieme al resto della famiglia, continua ad alimentare le casse di Forza Italia, ma "senza alcuna voglia di scegliere in campo. Insomma, la suggestione resterà tale e la nostalgia dei fedelissimi pure.