Roma, 29 gennaio 2019 - "L’autorizzazione a procedere nei miei confronti deve essere negata". Il ripensamento del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla vicenda della nave Diciotti, a mezzo lettera inviata al Corriere della Sera, sta creando non pochi problemi alla maggioranza di governo. La richiesta di autorizzazione è stata avanzata al Senato dal Tribunale dei ministri di Catania per incriminare per sequestro di persona il ministro dell’Interno. E mentre scoppia il caso politico, trapela la possibile strategia di difesa del Viminale. Tra elementi a 'a discarico', fonti del ministero dell'Interno fanno sapere che il tribunale dei ministri ha deciso di ignorare il fatto che sulla Diciotti (la nave della Guardia costiera con a bordo 177 persone soccorse lo scorso agosto) c'era la possibilità che ci fossero infiltrazioni terroristiche e o criminali. In serata il premier Conte si assume la responsabilità della vicenda: "Seguita la linea politica del governo".
5 STELLE SPACCATI - Ma al di là della difesa di Salvini in caso di processo, i 5 Stelle che con Luigi Di Maio primis avevano fatto intendere di votare sì all’autorizzazione, visto che era poi il desiderio di Salvini (così spiegava il vicepremier M5S in tv), ora si ritrovano spiazzati. Che fare? "La situazione è fluid", ha detto il viceministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti. "Non so se voteremo sì o no", dice il deputato M5S Emilio Carelli. "Il punto – fa notare il giornalista, oggi tra le fila grilline – è che dopo le posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate".
Il sottosegretario stellato agli Esteri Manlio Di Stefano e lo stesso ministro dei Trasporti Danilo Toninelli sottolineano come le decisioni prese da Salvini sulla Diciotti erano in linea con quelle del Movimento e di tutto il governo. Il ragionamento, insomma, è questo: "Se si processa Salvini, si processa tutto il governo". Ma non tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda. Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, twitta un criptico: "Male non fare, paura non avere".
Lo stellato Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura, va ancora oltre: “Salvini va processato, perché la legge è uguale per tutti. Siamo stati e saremo sempre contro i privilegi della Casta". Ed è qui il punto dolente per il Movimento: gli ideali delle origini (il M5S è sempre stato favorevole ad autorizzare i processi) e la ragion di Stato (e di governo). “Questa è una situazione delicata’, ripetono in tanti. Situazione delicata che, però, potrebbe far espolodere l’ennesima contraddizione.
Da qui, Luigi Di Maio ha deciso di convocare i senatori 5 Stelle della Giunta delle elezioni stasera. Il rischio è l'ennesima spaccatura interna che, per Di Maio, sarebbe piuttosto dolorosa, soprattutto considerando l'avvicinarsi delle elezioni Europee e lo svantaggio (a livello di sondaggi) con l'alleato leghista.
DI BATTISTA e CONTE - Nell'agone scende anche Alessandro Di Battista che traccia la linea su cui, probabilmente, si muoverà il Movimento. "Credo proprio che voteremo sì alla autorizzazione a procedere: poi cercheremo una soluzione tutti assieme", dice a 'Porta a Porta'. E aggiunge: "Mancano due settimane, si mettano intorno a un tavolo Salvini Di Maio Conte e Toninelli per trovare una soluzione che rafforzi il governo. Può cambiare tutto in 24 ore, è cambiata la versione di Salvini... Gli consiglio di rinunciare a immunità, allo stesso tempo credo che Conte debba assumersi anche formalmente questa responsabilità".
Poi spiega: "Qualora fosse successo a Di Maio, avrebbe rinunciato all'immunità, cosa che disse Salvini, ma ha cambiato versione". E ancora: "Ritengo che Conte debba scrivere una documentazione, un atto formale, al Tribunale dei ministri e alla Giunta per le Autorizzazioni in sui si dice che quella scelta giusta o meno che fosse, è stato un atto condiviso di governo". E proprio perché la scelta era condivisa, conclude Di Battista "processare Salvini non è giusto".
Il premier Giuseppe Conte sembra prendere alla lettera l'indicazione di Di Battista. Sulla vicenda Diciotti è stata seguita la "linea politica del governo", quindi "mi assumo la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto", dice il presidente del Consiglio. "Non sarò certo io a suggerire ai senatori cosa votare, saranno i senatori che giudicheranno la linea politica del governo". E aggiunge che se avesse ritenuto illegittima la linea seguita "sarei intervenuto2.
L'ITER - Domani la richiesta di autorizzazione a procedere contro Salvini sarà sul tavolo della Giunta per le Immunità del Senato, che entro i trenta giorni previsti dal Regolamento, conta di trasmettere il proprio parere all'Aula. Se proporrà il 'sì' - ritenendo che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di governo - e non ci saranno obiezioni, l'Aula non voterà. In caso contrario si voteranno, a maggioranza assoluta, le proposte di diniego. L'Aula si riunirà per una decisione entro sessanta giorni dalla data in cui gli atti sono pervenuti al presidente del Senato. In caso di autorizzazione concessa, la palla passerà al Tribunale dei ministri che continuerà il procedimento penale.