Roma, 28 maggio 2019 - Il primo a uscire dal bunker è stato quello che meno ci si aspettava, ovvero Beppe Grillo. Lui che cinque anni fa parlava di Maalox, ieri, dopo i risultati delle elezioni europee 2019, l’ha buttata su "Radio Maria e Canti Gregoriani", ma poi di nuovo è tornato sotto traccia. "Luigi" gli ha telefonato, come ha fatto con tutte le anime del Movimento, da Casaleggio ad Alessandro Di Battista, passando per Roberto Fico. Solo per sincerarsi che nessuno avesse in mente di chiedere le sue dimissioni. Nonostante il tracollo.
"Serve – si diceva ieri al tavolo del Mise, dove Di Maio ha convocato tutto il Gotha grillino, da Di Battista a Bugani, passando per Bonafede e Fraccaro, Paola Taverna, Buffagni, Paragone, Patuanelli, Carelli, Sibilia, e Spadafora – un recupero dell’identità perduta" attraverso la riorganizzazione della struttura del Movimento.
Il voto ha messo in evidenza "un pesante travaso di consensi in favore della Lega", di cui Di Maio sarebbe il responsabile, ma nessuno, al momento, vuole il passo indietro. Anzi, Di Battista lo ha blindato: "Si vince e si perde tutti insieme – ha detto entrando in riunione al Mise – bisogna rimanere compatti". Poi punzecchia: "È la più grande scoppola presa dal M5s, ma il governo deve andare avanti". Di Maio, per i vertici del M5s, non è in discussione, ma la sconfitta brucia. E domani, all’assemblea dei gruppi, il leader cercherà di evitare il processo.
Così tanto che sul blog del M5s ieri mattina non c’era nessun commento ufficiale al voto di ieri, mentre emergevano, in bella vista, 800 commenti di attivisti imbufaliti. I "duri e puri" della base se la prendevano con gli elettori ingrati "che non hanno capito la portata del cambiamento", ma anche Di Maio è stato preso di mira. "Brutta batosta! – si legge in un post – Ci si è dimostrati totalmente incapaci di controbattere efficacemente alla retorica di Salvini". Giovanna alle 9.33: "Un esame di coscienza e meno boria. Affacciarsi dal balcone e dire di aver abolito la povertà è stata una grande ca…, per non parlare di aver fatto un reddito di cittadinanza ben diverso da quello promesso, le prese in giro si pagano".
È allarmato Mauro, che alle 10.13 scrive: "Se Di Maio continua a fare il finto tonto e non fa un passo indietro scompariamo del tutto". Paolo Brescancin, ore 10.23, attacca: "L’astensionismo, Calenda, il Pd, il mancato collegamento con l’associazionismo locale, la Merkel, l’euro… insomma è sempre colpa di qualcun altro. No, caro Di Maio. Lei è come tanti, troppi italiani che non sono mai responsabili dei propri errori. Si dimetta, si laurei, si trovi un lavoro".
Gilles evoca Dibba: "Manca l’unico che poteva tenere testa a Salvini nelle piazze. (Sia chiaro che però non bastava comunque)!". Franc alle 9,29 scrive: "Ora che abbiamo abolito la povertà aboliamo anche la stupidità politica che caratterizza il Movimento. Avanti tutta".
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