Roma, 29 maggio 2019 - Ore cruciali per il futuro del Movimento 5 Stelle e del governo giallo-verde. Dopo le accuse della base pentastellata, Di Maio chiede sul blog delle stelle "di mettere al voto degli iscritti su Rousseau il mio ruolo di capo politico, perché è giusto che siate voi ad esprimervi. Gli unici a cui devo rendere conto del mio operato". "Non sono mai scappato dai miei doveri - aggiunge Di Maio - e se c'è qualcosa da cambiare nel MoVimento lo faremo". "Confermi Luigi Di Maio come capo politico del M5S?". E' questa la domanda a cui gli iscritti sono chiamati a rispondere. Si vota domani dalle 10 alle 20, come comunica il blog della Stelle che subito dopo l'annuncio è andato in tilt con tanto di scritta errore.
"Se ci sono strutture o luoghi decisionali da creare: lo faremo - continua il vicepremier -. Prima di ogni altra decisione, oggi però ho anche io il diritto di sapere cosa ne pensate voi del mio operato. Voglio sentire la voce dei cittadini che mi hanno eletto capo politico qualche anno fa. Quindi a voi la parola". "Sarà tutto il Movimento 5 Stelle a scegliere. Se il Movimento rinnoverà la fiducia in me - aggiunge - allora ci metteremo al lavoro per cambiare tante cose che non vanno. Io personalmente con ancora più impegno e dedizione". I vertici dei 5 stelle, intanto, si sono riuniti in serata in un'assemblea congiunta tra i gruppi, a cui partecipano anche i ministri Bonafede, Grillo, Fraccaro e Trenta, oltre al presidente della Camera Roberto Fico. "Ho chiesto la fiducia agli iscritti perché anche io ho una dignità e negli ultimi due giorni mi sono sentito dire di tutto - avrebbe detto Di Maio ai suoi -. A me non me ne frega nulla della poltrona: non sto attaccato al ruolo di capo politico, ci ho sempre messo la faccia e continuerò a mettercela. Molti pensano sia bello stare in prima linea, ma il punto è che quando va tutto bene e vinciamo il merito è di tutti, giustamente, il problema è che se si perde prendo schiaffi solo io". Di Maio avrebbe poi aggiunto: "Il M5s non perde, o vince o impara: se domani vengo riconfermato, non restiamo fermi, dobbiamo cambiare delle cose: dobbiamo avviare una nuova organizzazione".
Le dimissioni di Paragone
Ieri erano stati anche molti insospettabili ad avviare il processo a Di Maio. Compreso l'ex conduttore de La Gabbia Gianluigi Paragone, che oggi ad Agorà su Rai 3 dice: "Siccome io non voglio passare per traditore, consegnerò le dimissioni da parlamentare, sarà lui a decidere che cosa farne". "Dimissioni dal Parlamento perché per me non c'è alternativa al Movimento 5 stelle - aggiunge il senatore -. E se mi dice di restare resto, proprio perché c'è ancora un rapporto di fiducia".
Conte vede Salvini e Di Maio, poi al Colle
Intanto, a Palazzo Chigi, il premier Giuseppe Conte ha incontrato separatamente i suoi due vice: prima Matteo Salvini, poi lo stesso Di Maio. La richiesta di faccia a faccia separati è giunta dallo stesso presidente del Consiglio. Il leader della Lega e quello del Movimento non si sono incrociati, mentre fonti dei 5 Stelle fanno sapere che fino al voto di domani non ci sarà nessun vertice di governo a tre Conte-Salvini-Di Maio né riunione del Consiglio dei ministri.
Conte: "Ripartire con chiarezza"
Il premier Conte, dal canto suo, ha spiegato in seguito i motivi dei due incontri. "Il Governo del cambiamento deve ancora completare buona parte del suo programma - scrive in una nota -. Ho elaborato un'agenda fitta di misure e provvedimenti da attuare che ci impegnerà per il resto della legislatura. Ho chiesto a entrambi i Vicepresidenti di accelerare i confronti e le valutazioni che sono in atto nell'ambito di ciascuna forza politica, in modo da poter ripartire già nei prossimi giorni con chiarezza di intenti e determinazione di risultati". Il premier Conte ha poi visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. L'incontro, si è appreso, è stato "interlocutorio" e Conte si è mostrato "moderatamente ottimista" sulla possibilità che l'azione di governo possa proseguire. Il premier ha fatto capire che se, come crede e spera, potrà andare avanti ci sono una serie di punti programmatici che il suo governo deve completare.
Chi difende Di Maio
Al fianco di Di Maio si schiera Beppe Grillo: "Luigi non ha commesso un reato, non è esposto in uno scandalo di nessun genere. E' già eccessiva questa giostra di revisione della fiducia. Deve continuare la battaglia che stava combattendo prima", scrive sul suo blog il co-fondatore dei 5 Stelle. "Confermo la mia totale fiducia. Si vince e si perde tutti insieme", aggiunge il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, mentre la sindaca di Torino Chiara Appendino sottolinea: "Ci sono ancora troppe cose da portare avanti per la comunità, nel Paese e a Torino. Per questo confermerò la mia fiducia a Luigi Di Maio". In difesa del leader pentastellato anche Carlo Sibilia, ora sottosegretario all'Interno ma con un passato nel direttorio con Di Maio, e i parlamentari Michele Gubitosa, Michele Sodano, Vittoria Baldino, per citarne alcuni.
Salvini: no alla linea Di Battista
Intanto la Lega dice 'no' a un Movimento 5 Stelle in cui dovessero prevalere le idee di Alessandro Di Battista. E' quello che ha precisato Matteo Salvini ai suoi parlamentari durante l'assemblea a Montecitorio. Il vicepremier ha poi preso di mira il ministro dell'Ambiente Sergio Costa: "Lunedì sarò in Veneto per inaugurare il primo tratto della 'Pedemontana', una grande infrastruttura che viaggia anche se il ministro Costa ha provato a fermarla e a metterla in dubbio - ha detto Salvini -. Ma l'Italia ha bisogno di correre, di marciare: mi sembra che il voto degli italiani sia stato chiaro, dobbiamo fare, viaggiare, costruire, finire le infrastrutture". E sul voto a 5 stelle: "Auguro buon voto ai 5 Stelle domani e poi si torni a lavorare bene, in fretta, senza litigi".