Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Di Maio furioso: "Basta destabilizzare il M5S". L'attacco a Di Battista senza citarlo

La replica: "E' Salvini che destabilizza". Nugnes lascia il Movimento. Di Maio: "Si dimetta dal Senato"

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista (Ansa)

Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista (Ansa)

Roma, 23 giugno 2019 - Di Maio rincara la dose e si infuria con Di Battista, al quale rivolge un attacco su Facebook pur senza citarlo esplicitamente. "Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il MoVimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di Governo", scrive il vicepremier sul social, ed è evidente il riferimento al libro scritto da Di Battista. "Qui stiamo lavorando per il Paese, e questo non lo posso permettere. Abbiamo tutti una grande responsabilità. Sentiamola".

Tra l'altro - aggiunge Di Maio - destabilizzare il Governo in questo momento in cui il Presidente del Consiglio sta portando avanti una trattativa difficilissima con l'Unione Europea è da incoscienti, e questo lo dico sia al Movimento che alla Lega. Non permetterò che né io né il Movimento veniamo indeboliti da queste dinamiche. Ci mancherebbe altro. Ma è bene che tutti sappiano. Dobbiamo essere una testuggine, non un campo estivo! Stiamo Governando la Nazione Italia, non stiamo giocando a risiko. Si rimettano i carriarmatini nella scatola e ognuno porti avanti il ruolo che è chiamato ad assolvere nella società: ministro, parlamentare, attivista, cittadino. Un ruolo non è migliore dell`altro, per quanto mi riguarda. Ma tutti devono essere rispettati e ognuno stia al proprio posto".

La frase contestata da Di Maio è contenuta nel libro di Alessandro Di Battista 'Politicamentre scorretto', e già ieri Di Maio aveva detto - in un audio diffuso da Fan Page - di essersi "incazzato in questi giorni quando ho sentito questa frase 'burocrati chiusi nei ministeri'. Ma io lavoro un terzo, ragazzi, lavoro un quinto. In campagna elettorale ho fatto 10 mila chilometri in un mese. Alle politiche abbiamo fatto 10mila chilometri in 3 mesi. Stavolta in un mese perchè fino al mese prima abbiamo lavorato a Roma nei ministeri a tambur battente", ha continuato il ministro del Lavoro. 

Di Battista: è Salvini che destabilizza 

Il diretto interessato rimanda al mittente le critiche, anzi le gira su Salvini. "Ieri ho visto il ministro dell'Interno annunciare che intende convocare i sindacati - ha detto a 172 ora in più su Rai 3 - questo è un modo di destabilizzare il governo, un ministro dell'Interno deve fare il ministro dell'Interno". Ieri Di Battista parlava di "polemiche montate ad arte fra me e Di Maio", annunciando che avrebbe chiamato il capo del M5s e che tutto sarebbe "andato a posto". 

Casaleggio: nessun asse con Di Battista

Sempre ieri, Davide Casaleggio si è affrettato a smentire la voce di un asse proprio con Di Battista contro Di Maio, dopo che l'uomo della piattaforma Rousseau e il frontman delle piazze, si sono ritrovati insieme a Catania per rilanciare il Movimento dopo le elezioni europee. Ma "non esiste nessun asse tra me e Alessandro Di Battista contro Luigi Di Maio. L'incontro odierno era stato fissato settimane fa. Da anni ormai i media tradizionali non fanno altro che sollevare fantasiosi retroscena per dividere il M5S. Non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno. Ogni qualvolta qualcuno ci attacca, il M5S ne esce più forte e coeso di prima", ha dichiarato Casaleggio.

Nugnes lascia il Movimento

Ma il Movimento naviga in acque agitate anche ad altri livelli. La senatrice Paola Nugnes ha annunciato, in un'intervista al Manifesto, l'intenzione di lasciare il Movimento 5 Stelle e passare al gruppo Misto, accusando il capo politico di controllare "ogni aspetto" della vita del Movimento. Di Maio ha replicato con un altro duro post su Facebook: "Leggo che la senatrice Nugnes vuole lasciare il M5s anche perché reputa la legge che taglia 345 parlamentari, una legge anti democratica. Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi non passare al misto». 

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