Venerdì 19 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Partita doppia. Derby tra Schlein e Bonaccini per spingere i propri candidati

Fonti dem: "La segretaria non si fa vedere con Gori e Moretti, sostenuti dal governatore". Elly vorrebbe che a spuntarla fossero i suoi: da Zan a Strada, passando per Corrado

Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Roma, 4 giugno 2024 – Due partiti l’un contro l’altro armati di preferenze? "E certo che è così", rispondono dal Pd. Basta vedere come si sta svolgendo la campagna elettorale sul territorio. "Schlein fa iniziative in cui porta i suoi e – osservano ancora tra i parlamentari pd – Bonaccini fa campagna per sé e per quelli della sua area". In più ci sono i patti di non belligeranza o di alleanza tra candidati. "Io vedo bigliettini di tutti i tipi", riferisce un parlamentare dalle province del centro Italia. A seconda delle aree, insomma, circolano ticket o si farciscono i cosiddetti "panini" più appropriati: ovvero i tris di candidature alternate per genere – donna-uomo-donna o uomo-donna-uomo – per raccogliere il massimo di preferenze.

Elly Schlein e Stefano Bonaccini
Elly Schlein e Stefano Bonaccini

Tanto per esempio, "nella circoscrizione Nord Ovest la segretaria non si è mai vista col sindaco di Bergamo Giorgio Gori o nel Nord-Est con Alessandra Moretti", due nomi sostenuti da Energia popolare (Ep), l’area riformista guidata dal presidente e capolista al Nord-Est Stefano Bonaccini. Che a sua volta ha improntato la campagna elettorale in primo luogo sulla sua sfida personale come capolista, puntando a raccogliere il massimo di preferenze. E appoggiando al contempo le candidature delle sua componente, a cominciare dal ticket con l’uscente Elisabetta Gualmini. Schlein piuttosto ha voluto e sostiene Alessandro Zan nelle due circoscrizioni del nord, oltre alla capolista nordorientale Cecilia Strada e a alla responsabile ambiente Annalisa Corrado nella circoscrizione nordorientale. Dove però la sua avversione agli inceneritori rischia di pagare dazio rispetto alle posizioni dei dem locali.

La sfida è quindi agguerrita. Anche perché il Pd potrebbe pagare in termini di seggi anche nel caso di un risultato in linea col 22,74% ottenuto nel 2019 sotto la guida di Nicola Zingaretti. Candidato capolista al Centro in ticket con la segretaria e alleato soprattutto col sindaco di Firenze Dario Nardella (in quota Franceschini e il cui volto campeggia sui bus romani), a scapito di uno tra il pacifista Marco Tarquinio e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. Con quattro posti probabilmente disponibili, e la quasi sicura conferma dell’uscente Camilla Laureti in quota Schlein, quello più a rischio potrebbe essere proprio l’ex direttore di Avvenire Tarquinio.

Il problema è anche che l’eventuale superamento della quota di sbarramento da parte delle liste di Avs, Azione e Sue può togliere da 3 a 9 seggi, quelli spettanti per chi sta tra il 4 e il 5%. Questo a scapito ovviamente dei partiti maggiori. Diventa perciò dirimente, per avere la certezza del seggio nel Pd, piazzarsi ai primi tre posti (esclusa Schlein che opterà per il parlamento italiano) in ogni circoscrizione, i primi due nelle Isole. Chi arriva sotto potrebbe invece ballare.

Ballano quindi molti nomi noti: dal capogruppo uscente Brando Benifei al Nord-Ovest, a Alessandra Moretti nel Nord-Est, a Pina Picierno e anche di più lo schleiniano Sandro Ruotolo al Sud. Dove, alle spalle dei capilista Lucia Annunziata e Antonio Decaro, brilla invece Raffale "Lello" Topo, forte d el sostegno di Ep e ancor più del governatore Vincenzo De Luca. Perciò in tutte le circoscrizioni i candidati cercano di stringere accordi di cordata coi compagni di area ma anche di non belligeranza laddove possibile.

Se Zan in coppia con Strada può scombinare le carte a favore della componente schleiniana nel Nord-Ovest, Ruotolo ha invece meno appigli per cordate al Sud. Nella circoscrizione Centro, invece, "l’Abruzzo è letteralmente terra di conquista", rilevano gli esponenti locali con riferimento alle presenze nelle iniziative elettorali e ai "santini" coi nomi da votare. Mancando un nome locale in grado di essere eletto, i voti dem della regione sono contesi appunto tra Zingaretti, Nardella e Ricci con Laureti. Sta di fatto, comunque, che la delegazione al parlamento europeo vedrà probabilmente più rappresentata la minoranza che l’area di lealtà schleiniana.