Roma, 27 aprile 2023 – Governo battuto alla Camera sullo scostamento di bilancio connesso al Documento di economia e finanza. 195 i voti a favore, ma ne servivano 201, la maggioranza assoluta prevista dalla Costituzione. 19 i voti contrari e 105 gli astenuti, 25 i deputati di maggioranza assenti. Scorrendo i tabulati della votazione si evince che il gruppo con più assenti è stato quello della Lega (11), seguito da Fi (9) e cinque di Fdi.
Il voto è stato accolto dall'applauso delle opposizioni. Il Def è stato approvato al Senato ma non a Montecitorio. Convocato in fretta e furia un Cdm lampo, è stata modificata solo la relazione al Def e non sarebbero state apportate ulteriori modifiche.
L'aula della Camera è stata convocata domani mattina alle ore 9 per la discussione generale. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 10 mentre il voto è atteso intorno alle 11.30. “Il Def verrà approvato dal Parlamento nei prossimi giorni, nelle prossime ore, manterremo il nostro impegno” compreso il Cdm del primo maggio che “per me, per ora è confermato”, ha assicurato la premier Meloni da Londra. “Il primo maggio è il giorno della festa dei lavoratori e vogliamo un segnale sul mondo del lavoro. Abbiamo convocato anche i sindacati per domenica sera, mi dispiace ma questi erano i tempi. Tutto è organizzato ma confido di potermela cavare”.
"Di cose così ne ho visto accadere. E' stato un eccesso di sicurezza", ha sottolineato Meloni. "Quando i numeri servono i numeri ci devono essere. Non ci vedo un problema politico, è una brutta figura per tutti noi ma credo sia stata superficialità. Non so se sia meglio o peggio, ma è qualcosa cui si rimedia. In questi primi mesi - aggiunge - abbiamo preso le misure e abbiamo fatto un buon lavoro, ora bisogna organizzare meglio la filiera, bisogna parlarci di più tra di noi. Tutti devono essere coinvolti. Ho in testa un calendario di riforme chiaro e serrato".
Le opposizioni: “Tutto da rifare”
Subito dopo il ‘pasticcio’ alla Camera, le opposizioni hanno sollecitato il ritorno del Documento in consiglio dei ministri. "E' la prima volta che accade. E' tutto da rifare", hanno detto Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. "Il Def ora è carta straccia", dopo la bocciatura dello scostamento di Bilancio alla Camera e nonostante sia stato approvato in Senato, ha sottolineato il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia. "Bisogna tornare in Cdm e a nessuno venga in mente di piegare le regole", ha ammonito.
"Quello che è accaduto oggi alla Camera è la diretta testimonianza che il paese è governato da una banda di dilettanti allo sbaraglio incapace di garantire la tenuta sociale ed economica. Senza l'approvazione a maggioranza della risoluzione sul Def non ci potrà essere alcuno scostamento di bilancio necessario per sostenere le famiglie a partire dall'annunciato taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi”, ha rincarato la dose Simona Bonafè, vice capogruppo dei deputati del Pd.
E’ intervenuta anche la segretaria Elly Schlein: “Delle due l'una: o siamo di fronte a un episodio di imperdonabile sciatteria o alla prova conclamata delle divisioni della maggioranza. In entrambi i casi si dimostra la totale inadeguatezza di questo Governo e di questa maggioranza, che dovranno risponderne davanti al Paese. Sono andati sotto per mancanza dei voti necessari sullo scostamento di bilancio, ovvero una decisione fondamentale che impatta sui conti pubblici e quindi sulle famiglie e sulle imprese. Siamo al dilettantismo, il problema è che lo pagano l'Italia e la sua credibilità”
La maggioranza: “Nessun problema politico”
Ma Giorgetti ha subito cercato di placare gli animi: "Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto". "È inesperienza, non c'è dietro alcun segnale politico”, ribadisce Maurizio Lupi (NM). “Diminuendo il numero dei parlamentari è ovvio che il governo incide e incide in particolare chi è in missione", spiega il capo politico di Noi Moderati. "Errore umano? Un po' di inesperienza, però va bene...", ha sdrammatizzato il parlamentare.
"La situazione è confusa e forse bisognerà fare un nuovo Cdm con nuovi saldi, questo è un aspetto tecnico che valuteranno a Palazzo Chigi". Così il viceministro dell’Economia Maurizio Leo. "Certo bisognerà portare il nuovo testo prima in commissione e poi in Aula anche al Senato". E il saldo? "Certo che bisognerà ritoccarlo. Oggi lo sfasamento era 4,35-4,50%. Se non è stato approvato quello bisognerà correggerlo al ribasso, quindi ad esempio 4,49%”. “Tecnicamente si può fare il Cdm il primo maggio”, ha aggiunto.