Roma, 27 febbraio 2019 - Via libera del Senato - con polemica - al decretone su reddito di cittadinanza e quota 100 per la pensione anticipata: passa con 149 sì, 110 no e 4 astenuti. Ora il provvedimento va alla Camera. Il voto è stato movimentato, con una furiosa bagarre in Aula: oltre allo scontro tra Pd e la senatrice grillina Paola Taverna molto a effetto la protesta di Forza Italia, con tutti i senatori che hanno indossato il gilet blu.
Impermeabile al caos, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio si è detto "molto, molto soddisfatto" a margine dei lavori dell'Aula. E in una nota i senatori a 5 stelle spiegano: "Non è solo una vittoria del MoVimento 5 Stelle, che per anni si è battuto dentro e fuori dai Palazzi per queste due misure, ma soprattutto di tutte quelle persone dimenticate dalle politiche dei vecchi governi che hanno aumentato le disuguaglianze e l'esclusione sociale".
Su Twitter il Senato festeggia così, con il timbro verde del provvedimento approvato:
#Decretone #RedditoDiCittadinanza #Quota100. Con 149 voti favorevoli, 110 contrari, 4 astensioni il Senato approva, in prima lettura, il ddl di conversione del decreto-legge n. 4 → https://t.co/c06RgNWBAR La parola passa ora alla Camera pic.twitter.com/2tFbUL7YEc
— Senato Repubblica (@SenatoStampa) 27 febbraio 2019
REDDITO: 15 STEP PERCHE' DECOLLI - Non solo la convenzione con Caf e il modulo per la domanda, da predisporre da parte dell'Inps entro il primo marzo. Per rendere pienamente operativa la macchina del reddito di cittadinanza saranno necessari almeno altri 15 atti, tra decreti attuativi, a partire da quelli su piattaforme web e monitoraggio delle spese, e intese con le Regioni, dai navigator ai Patti per il lavoro. Tutta da costruire anche la struttura dei controlli, per la quale servirà coinvolgere il Garante della Privacy e, con apposita convenzione, la Guardia di Finanza.
BAGARRE IN AULA - Bagarre nell'Aula del Senato nel corso dell'intervento di Paola Taverna (M5S) sul decretone. La senatrice grillina ha più volte attaccato il Partito democratico, a partire dall' "elemosina" degli 80 euro, difendendo invece a spada tratta il reddito di cittadinanza. Il Pd non è rimasto in silenzio: alcuni senatori hanno esposto cartelli con su scritto 'Tso', cui sono seguite urla da parte del M5S, alzando la voce e costringendo anche la presidente Elisabetta Casellati a intervenire per richiamare tutti all'ordine.
Vivace protesta anche da parte dei senatori di Forza Italia, che si sono alzati dai banchi indossando gillet blu con la scritta: "Sì lavoro, No bugie", mentre stava per terminare l'intervento della capogruppo Annamaria Bernini.
CASELLATI: "BASTA MANETTE" - "Il folklore appartiene alle piazze e non a quest'Aula, sospendo la seduta - ha detto la presidente Elisabetta Alberti Casellati - E' una vergogna". Durante l'animato dibattito in Aula, Casellati ha anche dichiarato: "Se continuiamo a dare un cattivo esempio, i cittadini poi si sentiranno legittimati ad usare gli stessi toni nei nostri confronti. I riferimenti a manette e impiccagioni sono assolutamente da censurare perché richiamano un concetto di giustizia di popolo che è contrario al nostro percorso dello Stato di diritto".
Infine: "Guarderò tutti i filmati - ha assicurato - se ci sono stati comportamenti irrispettosi saranno debitamente censurati".
LA FESTA IN PIAZZA - Incuranti delle polemiche, i senatori della Lega festeggiano il via libera al Decretone con un happening sotto palazzo Madama ed esibiscono cartelli con su scritto "Quota 100!" e "Stop Fornero". Il capogruppo Massimiliano Romeo spiega: "Ci siamo trovato qui in piazza a San Luigi dei Francesi davanti al nostro gruppo politico e abbiamo festeggiato perché oggi è stato approvato il decreto quota cento e quindi siamo felici: finalmente è stata superata la legge Fornero come avevamo promesso in campagna elettorale".
E ancora: "Abbiamo mantenuto l'impegno e da una parte mandiamo in pensione prima un pò di persone che se lo sono meritato dopo tanti anni di lavoro e dall'altra favoriamo un ricambio generazionale, infatti ci sono tanti giovani che oggi cercano un posto di lavoro. È una buna notizia per il paese, una buona notizia per tutti".
TRIA - "Non ho mai parlato di aumenti dell'Iva né di manovre sui conti pubblici , non c'è nessun contrasto in seno al governo su questi temi. Temi che peraltro ieri non sono stati oggetto di nessuna decisione", scrive il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria in una nota. Intanto dalla Ue arriva il giudizio negativo sulla manovra: investimenti fermi, quota 100 che non farà salire l'occupazione e aumento dei consumi dovuto al reddito di cittadinanza limitato allo 0,15%.